9 Il re avanzava con barbari sentimenti e con l’intenzione di far provare ai Giudei trattamenti peggiori di quelli che avevano subìto sotto suo padre. 10 Quando Giuda seppe queste cose, ordinò al popolo di pregare il Signore giorno e notte perché, come altre volte, così anche ora aiutasse coloro che correvano il rischio di essere privati della legge, della patria e del tempio santo 11 e non permettesse che il popolo, che aveva appena goduto di un breve respiro, cadesse in mano a quelle nazioni infami. 12 Quando tutti insieme ebbero fatto ciò, supplicando il Signore misericordioso con gemiti e digiuni e prostrazioni per tre giorni consecutivi, Giuda li esortò e comandò loro di tenersi pronti. 13 Quindi, incontratosi da solo con gli anziani, decise che con l’aiuto di Dio si doveva risolvere la situazione uscendo a battaglia prima che l’esercito del re entrasse nella Giudea e si impadronisse della città. 14 Affidando poi ogni cura al Creatore dell’universo, esortò i suoi a combattere da prodi fino alla morte per le leggi, il tempio, la città, la patria, le loro istituzioni, e pose il campo vicino a Modin. 15 Data ai suoi uomini la parola d’ordine «Vittoria di Dio», con giovani, scelti tra i più valorosi, piombò di notte sulla tenda del re nell’accampamento, uccise circa duemila uomini e trafisse il più grosso degli elefanti insieme con l’uomo che era nella torretta. 16 Alla fine, riempito il campo di terrore e confusione, se ne tornarono soddisfatti per il successo ottenuto. 17 Quando già spuntava il giorno, l’impresa era compiuta, per la protezione del Signore che aveva assistito Giuda. 18 Il re, avuto questo saggio dell’audacia dei Giudei, tentò di prendere con astuzia quei luoghi. 19 Marciò contro Bet-Sur, una ben munita fortezza dei Giudei, ma fu respinto, ostacolato e battuto, 20 poiché Giuda fece giungere il necessario agli assediati. 21 Intanto un certo Ròdoco, dell’esercito dei Giudei, aveva rivelato i segreti ai nemici: fu ricercato, catturato e tolto di mezzo. 22 Il re tornò a trattare con quelli che erano a Bet-Sur, diede e ricevette la destra e se ne andò. Assalì gli uomini di Giuda, ma ebbe la peggio. 23 Venne poi a sapere che Filippo, lasciato ad Antiòchia come incaricato d’affari, era uscito di senno. Costernato, invitò i Giudei a trattare, si sottomise, si obbligò con giuramento a rispettare tutte le giuste condizioni, ristabilì l’accordo e offrì un sacrificio, onorò il tempio e beneficò il luogo santo. 24 Poi ricevette il Maccabeo e lasciò Egemònide come stratega da Tolemàide fino al paese dei Gerreni. 25 Venne a Tolemàide, ma i cittadini di Tolemàide si mostrarono malcontenti per quegli accordi; erano irritati contro coloro che avevano voluto abolire i loro privilegi. 26 Lisia allora salì sulla tribuna, fece la sua difesa meglio che poté, li persuase, li calmò, li rese ragionevoli; poi tornò ad Antiòchia. Così si svolsero i fatti relativi alla spedizione del re e alla sua ritirata.
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Nella Parola che oggi ascoltiamo e celebriamo si afferma con potenza la protezione e la guida del Signore nelle vicende del suo popolo.
Ci aiuta molto constatare che la reazione dei Giudei davanti ad ogni pericolo è il rinnovarsi della loro dedizione-consacrazione a Dio!
In esplicito contrasto con la violenza del nemico (ver.9), guidato da Giuda il popolo risponde con la sua grande preghiera per chiedere l’aiuto del Signore (vers.10-11).
Giuda decide che bisogna “prevenire” l’azione nemica (ver.13), ed esorta i suoi “a combattere da prodi fino alla morte”! Tale è la misura e lo scopo del loro combattere!
Anche la “parola d’ordine” è in riferimento al Signore: “Vittoria di Dio” (ver.15)!
Dunque si può concludere che “l’impresa era compiuta per la protezione del Signore che aveva assistito Giuda” (ver.17).
Né i tentativi del nemico (vers.18-19), né il tradimento di un fratello giudeo (ver.21), possono arrestare la resistenza e l’affermazione di Israele!
Il re nemico non può fare altro che arrendersi e addirittura onorare la fede dei Giudei! (vers.22-26).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
La campagna militare del re Antioco Eupàtore porta solo morte e distruzione (e il pensiero va ai conflitti del Medio Oriente di questi ultimi decenni e di questi giorni). Israele ottiene il riconoscimento della propria autonomia amministrativa e religiosa, grazie all’aiuto di Dio: tutto il brano “afferma con potenza la protezione e la guida del Signore nelle vicende del suo popolo”, come scrive Giovanni. Mi piace, in particolare, quell’affidare a Dio ogni cosa: affidarono “ogni cura al Creatore dell’universo”(v.14). Che è poi quello che Gesù ci ha proposto e suggerito di fare: fidarsi del Padre che ha cura di noi fin negli aspetti secondari della nostra esistenza. Non siamo mai in totale solitudine, mai abbandonati a noi stessi, poiché il Signore ci accompagna e ha cura di noi.