32 Dopo questa festa, chiamata Pentecoste, mossero contro Gorgia, stratega dell’Idumea. 33 Questi avanzò con tremila fanti e quattrocento cavalieri. 34 Si schierarono in combattimento; cadde però un piccolo numero di Giudei. 35 Un certo Dositeo, valoroso cavaliere degli uomini di Bacènore, aveva afferrato Gorgia e lo teneva per il mantello, mentre lo trascinava con forza, poiché voleva prendere vivo quello scellerato; uno dei cavalieri traci si gettò su di lui tagliandogli il braccio e Gorgia poté fuggire a Maresà. 36 Poiché gli uomini di Esdrin combattevano da lungo tempo ed erano stanchi, Giuda supplicò il Signore che si mostrasse loro alleato e guida nella battaglia. 37 Poi, intonato nella lingua dei padri il grido di guerra accompagnato da inni, diede un assalto improvviso alle truppe di Gorgia e le mise in fuga. 38 Giuda poi radunò l’esercito e venne alla città di Odollàm; poiché stava per iniziare il settimo giorno, si purificarono secondo l’uso e vi passarono il sabato. 39 Il giorno dopo, quando ormai la cosa era diventata necessaria, gli uomini di Giuda andarono a raccogliere i cadaveri dei caduti per deporli con i loro parenti nei sepolcri dei loro padri. 40 Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Iàmnia, che la legge proibisce ai Giudei. Così fu a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano caduti. 41 Perciò tutti, benedicendo Dio, giusto giudice che rende palesi le cose occulte, 42 si misero a pregare, supplicando che il peccato commesso fosse pienamente perdonato. Il nobile Giuda esortò tutti a conservarsi senza peccati, avendo visto con i propri occhi quanto era avvenuto a causa del peccato di quelli che erano caduti. 43 Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dracme d’argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio per il peccato, compiendo così un’azione molto buona e nobile, suggerita dal pensiero della risurrezione. 44 Perché, se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. 45 Ma se egli pensava alla magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato.
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Il prezioso regalo che oggi ci offre la Parola del Signore è questo annuncio semplice e forte della misericordia di Dio che accompagna la nostra vita anche al di là della morte! E che ci dona di poter pregare l’uno per l’altro anche al di là della morte!
E se dunque la morte è inevitabilmente la morte di un peccatore, la misericordia divina, più forte della morte, non ci abbandona.
Il ver.42 afferma anche una relazione tra peccato e morte e dunque suggerisce l’esortazione di Giuda a custodirsi senza peccato e peraltro sostiene la verità e la potenza di una preghiera per chi è entrato nella morte.
Per questo, infine, mi sembra affascinante e importante anche quell’amara scoperta del peccato dei nostri fratelli, come sarà evidente la scoperta dei nostri peccati e del nostro bisogno di essere accompagnati dalla preghiera dei nostri fratelli!
Infine, ringraziamo il Signore che oggi ci dice l’infinita potenza della risurrezione di Gesù che ha agito profeticamente anche per i nostri padri, ancor prima che la sua Persona e la sua opera di salvezza visitassero la storia dell’umanità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Come in tutte le guerre, così anche qui è necessario compiere quel gesto di pietà: raccogliere i corpi dei caduti e dare loro sepoltura. Poi Giuda e i suoi uomini si mettono a pregare. Immagino così questa preghiera: un parlare con il Signore di coloro che hanno dato la vita in battaglia, anche se hanno compiuto una trasgressione della Legge appropriandosi di quegli “oggetti sacri agli idoli”. E’ bello pensare che possiamo parlare con il Signore dei nostri cari defunti, della loro vita, con le azioni “buone e nobili”(v.43) che hanno compiuto e anche con i loro inevitabili limiti ed errori. Abbiamo la certezza che Dio tutti ci avvolge nella sua misericordia. Sullo sfondo di tutto, c’è la certezza della risurrezione: “Se (Giuda) non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti”(v.44). Era proprio giusta quella sua fiducia, poiché – come noi sappiamo – “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio” perché tutti noi avessimo la vita eterna.