13 Ma, non privo di intelligenza, pensando alla sconfitta subita e constatando che gli Ebrei erano invincibili, perché il Dio potente combatteva al loro fianco, 14 mandò a proporre un accordo su tutto ciò che fosse giusto, assicurando che a questo scopo avrebbe persuaso il re, facendo pressione su di lui perché diventasse loro amico. 15 Il Maccabeo, badando a ciò che più conveniva, acconsentì a tutto quanto Lisia chiedeva. Infatti, quanto il Maccabeo aveva presentato a Lisia per iscritto riguardo ai Giudei, il re lo accordò. 16 Il contenuto della lettera scritta da Lisia ai Giudei era del seguente tenore: 17 «Lisia al popolo dei Giudei, salute! Giovanni e Assalonne, inviati da voi, ci hanno consegnato il documento sotto riportato e hanno chiesto la ratifica dei punti in esso contenuti. 18 Quanto era necessario riferire anche al re, gliel’ho esposto ed egli ha accordato quanto era accettabile. 19 Se dunque continuerete a essere favorevoli agli interessi del regno, cercherò anche in avvenire di procurarvi dei favori. 20 Su questi punti e sui particolari ho dato ordine ai vostri e ai miei incaricati di trattare con voi. 21 State bene. L’anno centoquarantotto, il ventiquattro del mese di Dioscorinzio». 22 La lettera del re si esprimeva così: «Il re Antioco al fratello Lisia, salute! 23 Dopo che nostro padre è passato tra gli dèi, vogliamo che i cittadini del regno possano tranquillamente attendere ai loro interessi. 24 Avendo sentito che i Giudei non intendono accettare l’ellenizzazione voluta da nostro padre, ma, attaccati al loro sistema di vita, chiedono di attenersi alle proprie leggi, 25 volendo perciò che anche questa nazione sia libera da turbamenti, decretiamo che il tempio sia loro restituito e si governino secondo le tradizioni dei loro antenati. 26 Farai bene, dunque, a inviare loro messaggeri e a dare loro la destra, perché, conosciuta la nostra decisione, si sentano rincuorati e riprendano a loro agio la cura delle proprie cose». 27 La lettera del re indirizzata alla nazione era così concepita: «Il re Antioco al consiglio degli anziani dei Giudei e agli altri Giudei, salute! 28 Se state bene, è appunto come noi vogliamo; anche noi godiamo ottima salute. 29 Menelao ci ha rivelato che voi volete tornare a vivere nelle vostre sedi. 30 A quelli che si metteranno in viaggio entro i trenta giorni del mese di Xàntico sarà garantita sicurezza e facoltà 31 di usare, come Giudei, delle loro regole alimentari e delle loro leggi, come prima, e nessuno di loro potrà essere molestato da alcuno per le mancanze commesse per ignoranza. 32 Ho anche mandato Menelao per rassicurarvi. 33 State bene. L’anno centoquarantotto, il quindici del mese di Xàntico». 34 Anche i Romani inviarono loro questa lettera: «Quinto Memmio e Tito Manio, legati dei Romani, al popolo dei Giudei, salute! 35 Riguardo a ciò che Lisia, parente del re, vi ha concesso, anche noi siamo d’accordo. 36 Riguardo invece a quei punti che egli ha giudicato dover riferire al re, mandate subito qualcuno, dopo averli esaminati, perché possiamo riferire le cose in modo conveniente per voi. Noi siamo in viaggio per Antiòchia. 37 Mandate dunque in fretta dei messaggeri per farci conoscere di quale parere siete. 38 State bene. L’anno centoquarantotto, il quindici del mese di Xàntico».
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E’ l’ora della diplomazia ed è bello vedere questa rete di dialogo, di concessioni reciproche, di tolleranza, che porta a una convivenza pacifica, benefica soprattutto per il popolo, per la gente comune. Gli Israeliti possono tornare “al loro sistema di vita e alle proprie leggi”; si sottraggono a una ellenizzazione forzata; è salva la sacralità del tempio di Gerusalemme. – Gli ebrei odierni non considerano ispirati i libri dei Maccabei, ma quanto sarebbe utile anche per loro una lettura di questi testi! Suggerirebbe forse loro di confidare non nella propria grande efficienza militare, ma nella via del dialogo e delle trattative, del riconoscimento reciproco e del rispetto dei diritti anche degli avversari. Giuda Maccabeo mi sembra un bell’esempio di governatore, capace di dare pace e tranquillità al suo popolo, con una grande fiducia nel Signore, con la difesa armata (se necessario) e con la pratica di un’abile diplomazia.
Concesso a questo Lisia di non essere privo di testa, lo vediamo oggi “proporre un accordo su tutto ciò che fosse giusto” (ver.14). Il nostro testo afferma che aveva constatato che “gli Ebrei erano invincibili, perché il Dio potente combatteva al loro fianco” (ver.13). Non è facile capire se questo passaggio afferma l’oggettività di questa constatazione o è l’affermazione di Lisia per entrare nelle trattative. Di fatto il ver.15 ci dice che “Maccabeo, badando a ciò che più conveniva, acconsentì a tutto quanto Lisia chiedeva”. Egli pone come condizione ai Giudei di “essere favorevoli agli interessi del regno” (ver.19),e delega agli incaricati di entrambi le parti di trattare l’accordo. Sembra evidente che ci si trova non ad un livello di comunione, ma ad un puro accordo formale. Nella lettera che il re scrive a Lisia (vers.22-26) sembra che il re sia disponibile ad accettare che “i Giudei non intendono accettare l’ellenizzazione” perché sono attaccati “al loro sistema di vita e alle proprie leggi”! Per questo, “il tempio sia loro restituito”, ed essi “si sentano rincuorati e riprendano a loro agio la cura delle proprie cose” (ver.26). L’affermazione è in sé molto importante perché accetta la sostanziale “diversità” che, come sappiamo, i Giudei conservano in tutti i luoghi e iin tutti i tempi della loro singolare collocazione non come nazione a se stante, ma dispersi in mezzo alle nazioni! Questo mi sembra importantissimo per noi cristiani in ogni luogo e in ogni tempo! E in sostanziale coerenza è la lettera che ai vers.27-33 il re scrive ai Giudei stessi! Diplomatica e forse non del tutto sincera, tuttavia è realistica nella sua sostanza. E anche i Romani, nella loro lettera ai Giudei di essere “d’accordo” con questi patti (ver.35), e sollecitano dai Giudei una rapida conferma della loro adesione alla proposta di accordo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.