18 Figlioli, è giunta l’ultima ora. Come avete sentito dire che l’anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l’ultima ora. 19 Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri. 20 Ora voi avete ricevuto l’unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. 21 Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità. 22 Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. 23 Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre.
24 Quanto a voi, quello che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quello che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. 25 E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna.
26 Questo vi ho scritto riguardo a coloro che cercano di ingannarvi. 27 E quanto a voi, l’unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che qualcuno vi istruisca. Ma, come la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera e non mentisce, così voi rimanete in lui come essa vi ha istruito.
28 E ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo avere fiducia quando egli si manifesterà e non veniamo da lui svergognati alla sua venuta. 29 Se sapete che egli è giusto, sappiate anche che chiunque opera la giustizia, è stato generato da lui.
Mi sembra preferibile non una considerazione “quantitativa” di quest’ultima ora, ma un’interpretazione qualitativa del tempo che è iniziato con Gesù e con la sua Pasqua, “ora ultima”, perchè in Gesù la storia è arrivata al suo supremo traguardo, alla sua fine e al suo fine. Ogni “tempo” è ormai confrontato e giudicato dall’ “ora” del Cristo, perchè in Lui Dio si è pienamente e definitivamente espresso. Certamente non si è capito e fatto quasi niente di quello che Gesù ha portato, ma ogni cosa si capisse e si facesse anche per millenni, tutto avrebbe la sua fonte e la sua conferma nella Persone e nell’insegnamento di Gesù.
Quest’ultima ora della storia è segnata dalla presenza di “molti aniticristi”(ver.18). E’ ovvio infatti che è nei confronti del Signore Gesù che tutte le inimicizie si manifestano, perchè Egli è il supremo confronto di tutto e tutti. Ogni perversione umana, ogni peccato, è necessariamente contro di Lui. L’Anticristo è ogni forma e ogni proposta di “spiritualità”, anche apparentemente molto esigente, che nega che Gesù sia il Figlio di Dio, e lo concepisce e lo propone come straordinaria “elevazione” dell’uomo e non come supremo “abbassamento” di Dio. Nega alla fine che l’umile Gesù di Nazaret, come appare e si muove nella sua vicenda umana, sia veramente il Figlio di Dio.
Gli Anticristi ovviamente “sono usciti da noi”, nel senso che lo stravolgimento operato da loro è negazione profonda e consapevole del cuore del mistero cristiano: l’incarnazione del Verbo e la Pasqua del Figlio di Dio, la sua Croce e la sua gloria. Si sono perciò radicalmente e inevitabilmente contrapposti alla comunità cristiana. Essendo contemporaneamente vicinissimi e del tutto opposti al cuore della fede di Gesù, sono particolarmente pericolosi. Si pensi per esempio all’ipotesi di una perfezione umana raggiunta dall’intelletto e dalle forze dell’uomo e quindi non donata dalla misericordia divina! Capite bene come l’Anticristo sia insidiosamente vicino e anzi presente! Ma Giovanni confida ed esorta i cristiani a rimanere fedeli al dono di Dio che nel suo Figlio Gesù ha rivelato la sua paternità universale. Perchè “chi nega il Figlio non possiede nemmeno il Padre”(ver.23).
Per fortuna i cristiani non devono rimanere legati solo ad una “dottrina”, ma primariamente al “dono” che hanno ricevuto: “l’unzione…che rimane in voi e non avete bisogno che alcuno vi istruisca”(ver.27). Ci viene comunicata una concezione altissima della condizione cristiana, del pensiero e della prassi di ogni cristiano. Non quindi di cristiani “speciali”, ma di tutti coloro che hanno ricevuto nel Battesimo l’Unzione dello Spirito. Il cristiano deve semplicemente “rimanere in Lui”, cioè nel Signore Gesù Cristo che ha ricevuto nel dono dello Spirito Santo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Ma chi è questo anticristo? E’ “colui che nega il Padre e il Figlio” (v.22). Possiamo negare il Padre e il Figlio noi, che siamo definiti in questo brano come “coloro che sanno”, “coloro che hanno la conoscenza”? Come si diceva altre volte, la conoscenza biblica non è solo intellettuale, ma si estende a una comunicazione di sentimenti, di legami interiori, all’esperienza che il Padre ha cura di noi… Non siamo certamente migliori di altri uomini, ma abbiamo questo tesoro della “conoscenza”. – Nell’ultimo versetto si dice che “chiunque opera la giustizia, è stato generato da Lui”: dunque, dal seno del Padre viene ogni persona che opera la giustizia, qualunque sia il suo “credo” o il suo “colore”; anche per tutti costoro è il compimento della promessa di vita eterna (v.25).
Dal testo di oggi riceviamo due punti di fiducia per un cammino stabile e fedele al Signore: l’insegnamento interiore dello Spirito, e la fedeltà all’insegnamento apostolico ricevuto fin dall’inizio. Questo ci dona anche una grande libertà interiore, che deriva dalla conoscenza della verità che è data dall’insegnamento interiore dello Spirito. Due brani di Isaia ci sembrano particolarmente collegati al nostro testo, a sottolineare come sia importante attenersi alla testimonianza ricevuta fin dall’inizio, e alla vicinanza premurosa del maestro interiore. Isa 8:19-20: “Quando vi diranno: “Interrogate gli spiriti e gli indovini che bisbigliano e mormorano formule. Forse un popolo non deve consultare i suoi dei? Per i vivi consultare i morti?”, attenetevi alla rivelazione, alla testimonianza. Certo, faranno questo discorso che non offre speranza d’ aurora.” e Isa 30:20-21 “Anche se il Signore ti darà il pane dell’ afflizione e l’ acqua della tribolazione, tuttavia non si terrà più nascosto il tuo maestro; i tuoi occhi vedranno il tuo maestro, i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te: “Questa è la strada, percorretela”, caso mai andiate a destra o a sinistra.” L’unzione ricevuta è forte e salda nel cuore: “Non hanno bisogno che alcuno li ammaestri; … è veritiera; … non mentisce”. E’ un dono che viene direttamente dal Signore, frutto della Pasqua. E’ un segno della vita nuova. L’anticristo, questo personaggio che si pone contro il Cristo, e “nega che Gesù sia il Cristo”, cioè l’ “Unto” del Signore, nega nello stesso tempo Lui che è il donatore dell’ “unzione”. La menzogna e la negazione di Gesù come Cristo arriva fino alla negazione dell’unzione, del dono di Dio ai suoi. E infatti questi anticristi sono usciti da mezzo a noi, ma non erano dei nostri. Non negano solo l’evento della salvezza di Gesù, ma anche il dono così forte dell’unzione ricevuta. Al contrario, confessare che Gesù è il Cristo, il salvatore, significa confessare la nostra appartenenza al popolo salvato e sentirci ad esso unito. “Se sapete che egli è giusto, sappiate anche che chi opera la giustizia è nato da Lui”: Noi giusti, indegni, siamo nati da Lui, e a Lui uniti per questa parola dell’unzione. “Se fossero stati dei nostri sarebbero rimasti con noi”; “Figlioli, rimanente in Lui”: questa necessità assoluta di “rimanere” in Gesù ci ricorda contemporaneamente la possibilità di vita che deriva ai tralci dal “rimanere” uniti alla vera vita, e la precisazione della Piccola Regola sul voto di stabilità: “Per fede e gratitudine verso l’unica grazia a ciascuno e a tutti data nella comunità, per la quale siamo potati e afferrati affinché il corpo della nostra miseria sia fatto conforme al corpo della sua gloria”. Al cap 4:13 leggeremo: “Da questo sappiamo che rimaniamo in Lui, dallo Spirito che ci ha dato”. Rimanere è credere all’amore che Dio ha avuto e ha per noi, che ha mandato suo Figlio come salvatore del mondo.
Troviamo nelle parole di oggi, molte somiglianze, assonanze con quello già ascoltato nei giorni scorsi. “…da principio”: 1:1 “ciò che abbiamo udito da principio…”: conferma che quello cha abbiamo ascoltato da principio è vero. “… chi nega il Figlio, non ha nemmeno il Padre…”: “chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è nelle tenebre…”: come qui non c’è via di mezzo: o amore o odio, così pure o si conosce il Figlio, oppure non si conosce nulla del mistero di Dio. Come “nessuna menzogna viene dalla verità”, così ascoltavamo che “Dio è luce e in Lui non vi è tenebra alcuna”. A molte parole di oggi (verità, unzione,…) si potrebbe sostituire la parola “amore” e avere un’ulteriore illuminazione di significato: “abbiamo ricevuto l’unzione” e ugualmente “abbiamo ricevuto l’amore”; “è l’unzione che ci insegna ogni cosa”, ed è “l’amore che ci insegna ogni cosa”: se infatti rimaniamo nell’amore di Dio, egli ci insegna ad amare Lui e i fratelli. Perciò anche oggi il cuore dell’annuncio lo possiamo trovare in questa parola “amore”. La parabola del buon seme e della zizzania nel campo ci dice – a proposito dei fedeli e degli anticristi – che non è bene essere scandalizzati di questa “promiscuità”, perché sappiamo bene che il seme piantato da Dio è un buonissimo seme. Mentre preghiamo subiamo molte tentazioni, ci dicono molti padri. E Giovanni ci dice: Se vedete molti anticristi, sappiate che è il tempo finale”. Cioè non dobbiamo né stupirci né sgomentarci, ma sapere che è così, per tutti e per ciascuno. Se qualcuno di noi vede in sé stesso segnali e pensieri che si oppongono a Cristo, questo non sia motivo di stupore, ma occasione per sapere che bisogna restare nella verità e nella comunione fraterna, e non seguire quelle suggestioni, né lasciarci ingannare da esse. E’ questo il segno che siamo nel tempo finale e che il dono di dio ci è stato dato. Molte volte ritorna in questo capitolo (e in tutta la lettera) questa parola: “figlioli, bambini, piccoli”. Vuole significare che la Parola di Dio che ci viene annunciata la dobbiamo accogliere con semplicità, come bambini, come figli. E come il bimbo quando riceve qualcosa, ha anche bisogno di ricevere spiegazioni sul dono che ha ricevuto, così anche noi, ricevuta la parola, come bambini desideriamo ricevere anche l’ammaestramento per comprenderla bene, poterla custodire nel cuore poterla fare.