10 Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. 11 Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. 12 E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, 13 l’opera di ciascuno sarà ben visibile: infatti quel giorno la farà conoscere, perché con il fuoco si manifesterà, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. 14 Se l’opera, che uno costruì sul fondamento, resisterà, costui ne riceverà una ricompensa. 15 Ma se l’opera di qualcuno finirà bruciata, quello sarà punito; tuttavia egli si salverà, però quasi passando attraverso il fuoco. 16 Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 17 Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.
1Corinzi 3,10-17

Paolo rivendica di aver “posto il fondamento secondo la grazia che mi è stata data”. Già fin da 1Co.1,4 egli ha detto che questa “grazia”, questo supremo dono di Dio, è Gesù. Ora egli lo ribadisce e lo rivendica con severità: “nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo” (ver.11). Questo è veramente il dato fondamentale, come abbiamo lungamente ascoltato nei primi due capitoli della lettera intorno al “Verbo della Croce”, e alla sapienza anti-mondana che ne scaturisce. Vorrei qui porre un’osservazione. Le note delle bibbie giustamente, ma forse un po’ troppo esclusivamente, intendono questa edificazione in riferimento alla comunità cristiana, essendo questa certamente quel “tempio di Dio” di cui parlano i vers.16-17. Perciò ad avere la responsabilità di questa edificazione sono i predicatori del vangelo e i fondatori della comunità. “Tempio” tuttavia, e ne avremo esplicita conferma in 1Co.6,19-20, è anche ogni persona. Dico questo perché mi sembra che anche la Parola di oggi vada intesa come detta anche a tutti e per ciascuno e per tutti: davanti ad ogni persona e in ogni relazione siamo tutti responsabili di questa edificazione. Questa costruzione del tempio è dunque in certo modo affidata a ciascuno e a tutti. Altrimenti mi sembra che ne esca una lettura un po’ “clericale” del nostro testo. Siamo tutti sia il tempio di Dio, sia, con responsabilità e compiti diversi, i suoi costruttori.
Oltre all’importanza assoluta del “fondamento” che è Gesù, il ver.12 dice di come, con quale “materiale”, si costruisce su quel fondamento. Se si costruisce con materiali buoni – oro, argento, pietre preziose – il “fuoco” del giudizio addirittura renderà ancora più purificati e preziosi tali materiali, mentre brucerà i materiali fragili. Di questo ci sarà chiesto conto e, se avremo costruito non secondo la preziosità del fondamento che è Gesù, la salvezza nostra si compirà, ma come “attraverso il fuoco” (ver.15). Ma il giudizio sarà assoluto se addirittura avremo “distrutto il tempio di Dio” (ver.17). Come dicevo prima, appunto tale mi sembra la responsabilità di ciascuno e di tutti, perché ciascuno ha ricevuto un “affidamento” da custodire e da far crescere. Credo che dal Papa al più piccolo e povero di noi, come ciascuno è stato affidato, così a ciascuno, qualcuno o molti sono stati affidati. Tale mi sembra il senso profondo della domanda del ver.16: “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Grande e importante annunzio oggi: primo, c’è un solo fondamento, che è Gesù Cristo (non Madonne, santi, padri spirituali e bravi predicatori…, pur nella utilità di tutti). Secondo: è per tutti noi la chiamata alla edificazione…, come ha sottolineato don Giovanni. Terzo: il tempio di Dio siamo noi. Paolo dà per scontata, certa, ben nota questa incredibile realtà. Si rivolge infatti ai suoi lettori con una domanda retorica, come a dire: Lo sapete bene che è così: voi siete il tempio di Dio! Gesù lo ha fatto capire più volte: non è più importante il tempio di pietre, poiché Dio abita in ciascuno di noi, in tutti noi. “Verremo a lui e faremo dimora dentro di lui”. Questa realtà illumina e trasforma la nostra vita di relazione! Forse dobbiamo riscoprire questa presenza divina in ognuno e nella comunità.