1 Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio lasciarvi nell’ignoranza. 2 Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare senza alcun controllo verso gli idoli muti. 3 Perciò io vi dichiaro: nessuno che parli sotto l’azione dello Spirito di Dio può dire: «Gesù è anàtema!»; e nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo.
4 Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; 5 vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; 6 vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
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Lo Spirito è la presenza, la signoria e la guida di Gesù nei nostri cuori e nella nostra vita. Allora Gesù non è più solo un personaggio, né una dottrina, ma la sua presenza viva nelle nostre persone e nella storia di ciascuno e di tutti. Il ver.2 descrive tale presenza come liberazione dagli “idoli muti” che trascinano senza controllo l’esistenza umana, schiava di tali idoli che sono “muti” (“afoni” li chiama il nostro testo) perché si impongono violentemente, senza ragione e senza una vera giustificazione su chi ne è trascinato. Dunque, il dono dello Spirito è nello stesso tempo una liberazione da tale schiavitù, ed una via di “obbedienza” al dono dello Spirito del Signore.
Questa “signoria” dello Spirito non è certo una costrizione e una schiavitù! Tutto il contrario. E tuttavia il ver.3 la descrive in tutta la sua assoluta potenza. Il segreto di tale potenza è il suo non essere un dominio esterno, ma il modo nuovo, secondo il Vangelo, di essere, di pensare, di volere, di fare…. L’impedimento al male (dire “Gesù è anatema”) e la conversazione buona della vita (dire “Gesù è il Signore”), sono il cuore e il volto della nostra vita nuova. La nostra “vita nel Cristo”.
I vers.4-6 introducono un tema che sarà ampiamente sviluppato e che domina tutto il cap.12: la divina capacità dello Spirito di esaltare sia la libera e nuova vita di ciascuno, sia la comunione profonda di tutti i credenti. Un regime ben diverso da quello delle sapienze mondane dove la “libertà” diventa guerra di potere, anarchia e divisione, e “l’unità” è regime, oppressione e una “uniformità” che non è certo vera comunione. Compaiono a questo punto i due grandi volti della comunione cristiana, e quindi del “miracolo” (perché tale è!) dell’intreccio tra diversità dei doni e dei compiti e comunione profonda delle persone nell’unico Spirito che le conduce.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Nessuno può dire: “Gesù Signore”, se non nello Spirito Santo. Ecco la bella notizia di oggi! Non solo quando esprimiamo la nostra (pur piccola) fede, ma in tutto quello che cerchiamo di capire e di dire di Gesù e della sua Parola, in tutto è presente e opera lo Spirito. Lo confermano i versetti successivi: “…uno solo è lo Spirito, … uno solo è il Signore, … uno solo è Dio che opera tutto in tutti”: non siamo in grado di capirla, di immaginarla questa presenza “capillare” di Dio nella nostra esistenza e nella nostra persona…, ma Lui c’è e opera. Ecco che ci sono carismi (“doni della grazia” nella TOB), ministeri, cioè funzioni a servizio della comunità, e operazioni o attività e azioni.