17 Ai ricchi in questo mondo raccomanda di non essere orgogliosi, di non riporre la speranza sull’incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che tutto ci dà con abbondanza perché ne possiamo godere; 18 di fare del bene, di arricchirsi di opere buone, di essere pronti a dare, di essere generosi, 19 mettendosi così da parte un buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita vera.
20 O Timòteo, custodisci il deposito; evita le chiacchiere profane e le obiezioni della cosiddetta scienza, 21 professando la quale taluni hanno deviato dalla fede.
La grazia sia con voi!
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Mi sembra si debba pensare che questi “ricchi in questo mondo” siano dei cristiani, raccomandati ad una speciale attenzione da parte di Timoteo. È interessante che si tratti dell’ultima “raccomandazione” dell’Apostolo. È legittimo che supponiamo si tratti di un tema di grande rilievo. E lo è, come vedremo!
Che questi ricchi non siano tali solo in ragione di censo è evidente dal primo avvertimento che devono ricevere, e cioè, dice la versione italiana, di “non essere orgogliosi”, espressione che in latino è resa con “non superbe sapere”, e che dunque coinvolge tutta la persona e il suo pensiero. Si tratta dunque di una nozione talmente estesa di “ricchezza”, che credo porti ogni coscienza a misurarsi sull’ammonizione senza l’idea di potersene esentare.
Sempre al ver. 17, all’incertezza e fragilità delle ricchezze umane Paolo contrappone la prodiga ricchezza di Dio che “tutto ci dà con abbondanza”! Mi pare ci troviamo davanti ad un’affermazione decisiva. La relazione con Dio prevede in modo essenziale la nostra povertà che Dio visita e riempie della sovrabbondanza totale dei suoi doni. Il cristiano dunque è un “povero” visitato e beneficato da Dio. Un ricco non ha bisogno, e Gesù dice di non essere venuto per lui: è venuto infatti per i peccatori e i malati. Il tema della ricchezza, dunque è delicatissimo proprio perché attiene al cuore della fede e della relazione con Dio.
Da qui scaturisce un modo radicalmente nuovo di intendere la ricchezza. Anche l’essere ricchi o l’accumulare ricchezze entra nella meraviglia della vita divina che ci è comunicata e che consente a Paolo di dire che bisogna essere ricchi, ed arricchirsi, di opere buone, e di acquistare quella sapienza della vita che impara a cogliere ogni occasione al tempo giusto per dilatare il patrimonio della propria carità. Il ver. 19 arriva addirittura a suggerire una sua tesaurizzazione in vista del conseguimento della vita eterna.
Ultimo congedo da Timoteo. I vers. 20-21 gli ricordano la responsabilità di custodire il patrimonio che gli è stato affidato, e la necessità di lasciar cadere ogni voce alternativa che potesse affaticare e mettere in dubbio la luminosa bellezza del Vangelo che gli è stato affidato.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Ogni nostra ricchezza, materiale, morale, spirituale, come deve essere considerata? cosa vuol dire “non riporre la speranza nell’incertezza delle ricchezze?” Mi sembra di poter dire due cose: ogni nostra ricchezza è dono di Dio; anche se frutto del nostro impegno, è comunque dono di Dio. E deve essere a sua volta donata. Il dono di Dio chiede che sia accolto, ma non tenuto gelosamente per noi; si inaridirebbe (“l’incertezza delle ricchezze”!). Accoglierlo vuol dire trasmetterlo, condividerlo. Solo così, solo entrando nella logica di Dio, il dono cresce con abbondanza. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8).
Sono d’accordo con Lucy.
Mi è piaciuto dove dice che Dio tutto ci dà con abbondanza “perché ne possiamo godere”. Il ricco accumula, mette da parte, ha perfino il problema di trovare magazzini adatti a tutti i suoi beni ma poi non gode di tutto quello che ha, e se muore con se non porta nulla! Invece il Signore ci dà tutto, con grande abbondanza e in modo tale che possiamo “subito” fruire del suo dono. E con lo scambio, la comunione e la partecipazione reciproca a goderne siamo in tanti!
Sembra incredibile, ma così facendo accumuliamo anche tesori in cielo per “acquistare” la vita eterna!
Comunque non è affatto facile accettare questa logica, ricevere tutto da Lui, essere piccoli e poveri per essere ricchi di Lui.