12 Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza. 13 Fino al mio arrivo, dèdicati alla lettura, all’esortazione e all’insegnamento. 14 Non trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito, per indicazioni di profeti, con l’imposizione delle mani da parte del collegio dei presbiteri. 15 Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse interamente perché tutti vedano il tuo progresso. 16 Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano.
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Come sempre, anche nelle indicazioni puntuali dell’Apostolo a Timoteo possiamo cogliere elementi privilegiati della vita cristiana, veri e importanti per ogni tempo e per ogni circostanza. Mi sembra che vi siano espresse luci e proprietà che ogni cristiano possa ricevere per sè.
L’esortazione a non disprezzare la giovane età di questo capo della comunità cristiana sembra rivolto sopratutto a lui, a Timoteo! E Paolo gli indica le linee importanti che dicano la maturità della vita spirituale: le parole che si dicono, il comportamento, l’amore, la fede, la purezza. La tradizione sapienziale d’Israele afferma che la vera “anzianità” non è quella cronologica, ma quella espressa in una vita fedele e saggia. Il termine italiano “esempio” rischia di deviare un po’ il senso profondo della parola originale che descrive Timoteo come “tipo” del cristiano. Con la sua vita, dunque, Timoteo guiderà innanzi tutto la comunità che gli è affidata, mostrando in se stesso la bellezza della vita in Cristo.
Il ver.13 descrive la vita secondo la categoria dell’attesa, che non è solo l’attesa dell’arrivo di Paolo, ma, più ampiamente, l’attesa che caratterizza la vita cristiana come vigile attesa del Signore. L’attesa comporta una vita dedicata alla lettura, all’esortazione e all’insegnamento. Certo, qui sembra si entri in una certa specificità della vita di un ministro della Chiesa. Tuttavia ritengo che in certo modo questa dedicazione sia chiesta ad ogni figlio di Dio. Paolo chiede questo a Timoteo, proprio nella direzione del dover essere lui “tipo” della vita dei fratelli che gli sono stati affidati.
Allo stesso modo penso che un ministro debba vivere, secondo il ver.14, il dono spirituale che gli è stato conferito con l’imposizione delle mani, e quindi con un preciso gesto liturgico di “ordinazione”. Lo deve fare per incoraggiare in ogni suo fratello la fedeltà al dono che in ogni modo ognuno ha ricevuto, anche se meno solennemente. Il ver.15 mi sembra confermi con forza tutto ciò chiedendo che tutti possano vedere tali segni preziosi nella vita di Timoteo. Non è ostentazione, nè dimostrazione di virtù personali, ma appunto volto della vita che aiuti tutti a camminare nello stesso modo.
Mi piace quel “vigila su te stesso”, quasi un “occuparsi di se stesso” che non è nè chiusura nè narcisismo, ma ancora attenzione a sè per il bene di tutti. Strumento di salvezza lo si è attraverso la propria fedeltà, che è fedeltà al Signore che salva, e quindi indicazione di salvezza per gli altri.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il testo di oggi dà il senso di una grande unità della vita in Cristo, dove l’esercizio del carisma non si oppone al cammino personale della fede, ma anzi le due cose necessariamente si compenetrano. C’è inoltre l’invito a concentrarsi su quello che veramente è importante, tralasciando, come abbiamo ascoltato nei giorni scorsi, ciò che svia o comunque non giova. Si può ricordare la parabola dei talenti, e il desiderio del padrone che i servi traffichino nei talenti che dà loro, a ciascuno secondo le sue possibilità.
Nel testo vi sono diversi verbi che indicano lo stare, il rimanere. Però si parla anche di progresso. Si può accostare il testo ai molti passaggi del vangelo e delle lettere di Giovanni in cui si sottolinea da una parte il rimanere e dall’altra il camminare (nella luce, nell’amore…). Il progresso di Timoteo comunque sarà manifesto a tutti, così come il profumo del crisma sparso dalla donna ai piedi di Gesù si era diffuso in tutta la casa.
Ringrazio di cuore don Giovanni Nicolini che ho avuto il piacere di ascoltarlo in altre occasioni per la sua riflessione su 1 Tm 4,16 in quanto in questo periodo di pandemia mi ha aiutato molto per la ripresa umana e spirituale nella mia precisa situazione familiare. E’ servito molto a me stesso. Nuovamente ti ringrazio. Leo di Rimini amico di Liana Calzecchi.