6 Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché vi esalti al tempo opportuno, 7 riversando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. 8 Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. 9 Resistetegli saldi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono imposte ai vostri fratelli sparsi per il mondo.
10 E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesù, egli stesso, dopo che avrete un poco sofferto, vi ristabilirà, vi confermerà, vi rafforzerà, vi darà solide fondamenta. 11 A lui la potenza nei secoli. Amen!
12 Vi ho scritto brevemente per mezzo di Silvano, che io ritengo fratello fedele, per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi! 13 Vi saluta la comunità che vive in Babilonia e anche Marco, figlio mio. 14 Salutatevi l’un l’altro con un bacio d’amore fraterno. Pace a voi tutti che siete in Cristo!
1 Pietro 5,6-14

“Ha innalzato gli umili”(Luca1,52): è nel canto del Magnificat con le stesse parole che troviamo qui al ver.6. L’indicazione di Pietro è quella di “umiliarsi” sotto la potente mano di Dio, che mi sembra voglia dire il farsi piccoli, il rifugiarsi come piccoli, il mettersi nelle sue mani, nelle mani di Dio. Sarà Lui ad esaltarci “al tempo opportuno”, alla fine, “al tempo della sua visita” dice la versione latina. Contro la potenza-prepotenza del “nemico”(ver.8) questa è la grande via della fede e della salvezza. La “preoccupazione”(ver.7) è sbagliatissimo tenerla in sé stessi, bisogna riversarla, gettarla in Lui: “Egli ha cura di voi”, perché gli importa di noi! Gli siamo cari.
L’invito ad essere “sobri” del ver.8 indica un atteggiamento nel quale non siamo noi a cercare rimedi e alternative, che invece siamo impegnati a “vegliare”, cioè a tener desta la nostra attenzione profonda in ogni vicenda e in ogni tempo, con tutta la nostra persona e le nostre facoltà, dalla preghiera alla carità, al perdono… E’ la grande via per resistere al “diavolo”, che è il grande nemico, molto più forte di noi. Mi permetto di fermarmi un momento su questo passaggio, per chiedervi di non mettervi nell’atteggiamento “di moda” anche tra i cristiani, che è quello di respingere e liquidare questo tema ripudiando le immagini di corna e coda, di fumi e di fuochi… Il Male è mistero grande – anche per il non credente lo è! – e se lo liquidiamo restiamo poi soli davanti ad un “male” che non si può che attribuire, fin dove è possibile, a noi stessi, salvo poi attribuirlo a Dio stesso. Invece, il Signore è venuto a liberarci dal Male e nella preghiera al Padre ci ha insegnato a chiedergli di essere da Lui liberati dal Male, cioè dal Maligno. Perché, se uno fa male, vuol dire che è caduto nella prigionia del Male, che lo domina e lo conduce. E più che “colpevole” del male che fa, è “vittima, prigioniero” del male che lo domina.. Ma forse non avete bisogno di queste “prediche” da vecchio prete.
Nella lotta contro il male, il “leone ruggente”, entra il tema delle “sofferenze” condivise con i fratelli di fede di tutto il mondo (ver.9). Che cosa sono queste “sofferenze” che sembrano essere proprie dei credenti? Sono le sofferenze del Signore Gesù, le sofferenze legate alla fede in Lui. Son le sofferenze suscitate dalla carità, dal tema della pace, dalla comunione con i piccoli, i poveri, i peccatori come noi…. Questo tema della sofferenza è presente anche al ver.10, dove sembra essere immagine di una “passione” che apre verso la prospettiva dove Gesù stesso “vi ristabilirà, vi confermerà, vi rafforzerà…”. E qui la Lettera finisce: “A Lui la potenza nei secoli. Amen!”(ver.11).
E i saluti, insieme a Silvano che ha scritto e a Marco, forse l’evangelista, figlio. E a tutta la Chiesa di Babilonia, cioè di Roma! E’ Chiesa in esilio, che attende il ritorno alla Chiesa Madre di tutti: Gerusalemme.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni. …e grazie di tutto l’aiuto che tutti mi avete dato nel mio piccolo diario di ogni giorno! Comincia il grande cammino nel Vangelo secondo Giovanni!
Bellissima questa lettera di Pietro, i versi dedicati a noi giovani regalano la speranza di non essere soli in questo cammino, ma di essere aiutati da Dio, nostro Padre che ha cura di noi.
Pochi versetti, pieni di preziosità. Intanto, l’immagine dell’abbassarsi, farsi piccoli, cui fa seguito non solo l’essere rialzati ma addirittura l’essere innalzati, esaltati da Dio. Al v.7 in poche parole c’è tutto il Vangelo: il Padre ha cura, si prende cura di noi; possiamo riversare su di Lui ogni ansia, ogni preoccupazione, certi che non ci abbandonerà. – Segue poi l’efficace immagine dell’avversario, il nemico malefico, che si aggira come un leone ruggente cercando chi divorare. La resistenza nella fede, la fatica e le sofferenze conseguenti sono condivise nella “fraternità”, cioè con i nostri fratelli credenti in Cristo sparsi nel mondo. – La dossologia del v.10 è un piccolo gioiello e mi piace concludere ripetendola:
“Il Dio di ogni grazia,
il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesù,
egli stesso, dopo che avrete un poco sofferto, vi ristabilirà,
vi confermerà, vi rafforzerà, vi darà solide fondamenta.
A lui la potenza nei secoli dei secoli. Amen!”