25Quando Àlcimo vide che Giuda e i suoi si erano rinforzati e che non avrebbe potuto resistere loro, ritornò presso il re e li accusò di cose malvagie.
26Allora il re mandò Nicànore, uno dei suoi capi più illustri, che nutriva odio e inimicizia per Israele, e gli ordinò di sterminare il popolo. 27Nicànore venne a Gerusalemme con truppe ingenti e mandò messaggeri a Giuda e ai suoi fratelli, a far queste proposte ingannevoli di pace: 28″Non ci sia battaglia tra me e voi. Verrò con pochi uomini, per incontrarmi con voi pacificamente”. 29Venne da Giuda e si salutarono a vicenda con segni di pace: ma i nemici stavano pronti per metter le mani su Giuda. 30Quando Giuda fu informato che quello era venuto da lui con inganno, ebbe timore di lui e non volle più vedere la sua faccia. 31Nicànore allora, come vide che il suo piano era stato scoperto, uscì all’attacco contro Giuda verso Cafarsalamà, 32e caddero dalla parte di Nicànore circa cinquecento uomini. Poi ripararono nella Città di Davide.
33Dopo questi fatti Nicànore salì al monte Sion e gli vennero incontro dal santuario alcuni sacerdoti e anziani del popolo, per salutarlo con espressioni di pace e mostrargli l’olocausto offerto per il re. 34Ma egli li schernì, li derise, anzi li oltraggiò e parlò con arroganza; 35giurò incollerito: “Se non sarà consegnato subito Giuda e il suo esercito nelle mie mani, quando tornerò a guerra finita, darò alle fiamme questo tempio”. E se ne andò tutto furioso. 36I sacerdoti rientrarono e stando davanti all’altare e al tempio dissero piangendo: 37″Tu hai scelto questo tempio, perché su di esso fosse invocato il tuo nome e fosse casa di orazione e di supplica per il tuo popolo. 38Fa’ vendetta di quest’uomo e delle sue schiere; siano trafitti di spada. Ricòrdati delle loro bestemmie: non lasciarli sopravvivere”.
39Nicànore uscì da Gerusalemme, si accampò a Bet-Oron e l’esercito della Siria gli andò incontro. 40Giuda pose il campo in Adasà con tremila uomini e pregò: 41″Quando gli ufficiali del re assiro lanciarono bestemmie, venne il tuo angelo e ne abbatté centoottantacinquemila: 42abbatti allo stesso modo questo esercito davanti a noi oggi; sappiano gli altri che egli ha parlato empiamente contro il tuo santuario e giudicalo secondo la sua malvagità”. 43Si scontrarono gli eserciti in combattimento il tredici del mese di Adar e fu sconfitto l’esercito di Nicànore, anzi egli cadde in battaglia per primo. 44Quando i suoi soldati videro che Nicànore era caduto, gettarono le armi e fuggirono. 45Li inseguirono per una giornata di cammino, da Adasà fino a Ghezer, suonando le trombe dietro a loro per dare l’allarme. 46Uscirono allora uomini da tutti i villaggi circostanti della Giudea e li accerchiarono; essi si voltavano gli uni contro gli altri e caddero tutti di spada: non ne scampò neppure uno. 47I Giudei presero le spoglie e il bottino, mozzarono la testa di Nicànore e la sua destra, che aveva steso con arroganza, e le portarono nei pressi di Gerusalemme, dove le esposero. 48Il popolo fece gran festa e trascorse quel giorno come un solenne giorno di gioia. 49Stabilirono di celebrare ogni anno questo giorno il tredici di Adar. 50Così la Giudea rimase tranquilla per un po’ di tempo.
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Tutto diventa molto più delicato e doloroso, quando l’inimicizia, la divisione, la violenza e soprattutto l’abbandono della fede invadono la comunità ebraica.
Allora il male è “interno”! E questo stesso “male” assume le stesse note dei mali che la comunità doveva subire dai nemici esterni.
Ora, dolorosamente, il popolo del Signore aggredisce se stesso!
Già il ver.1 ci dà la notizia di questo potere regale assunto per competizioni dinastiche del tutto estranee alla fede di Israele!
E da qui gli eventi di morte che ne sono l’inevitabile conseguenza (vers.2-4).
Gli idoli del potere invadono la storia del Popolo, e molti figli di Israele sono “iniqui e rinnegati” (ver.5).
Le vicende cadono nei meccanismi iniqui del potere e della frode.
Il popolo viene invaso dalla paura e dal terrore (ver.18).
Non è più il Signore a guidare la vicenda del suo popolo, ormai immerso nelle guerre del potere mondano.
Resta positiva solo la persona di Giuda, a sua volta circondato e assediato da persone inique che vogliono toglierlo di mezzo.
Lo stesso tempio del Signore è in balia degli inganni e degli oltraggi! Al ver.35 si arriva a minacciare la sua distruzione!
Il solo Giuda difende la storia preziosa del popolo, e il capitolo può concludersi con una modesta prospettiva di pace: “Così la Giudea rimase tranquilla per un po’ di tempo” (ver.50).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.