25Quando il popolo seppe queste cose, si disse: “Quale contraccambio daremo a Simone e ai suoi figli? 26Egli infatti e i suoi fratelli e la casa di suo padre sono stati saldi e hanno ricacciato da sé con le armi i nemici d’Israele e gli hanno restituito la libertà”. Incisero perciò un’iscrizione su tavole di bronzo e l’apposero su colonne sul monte Sion. 27Questa è la copia dell’iscrizione:
“Il diciotto di Elul dell’anno centosettantadue, che è il terzo anno di Simone, sommo sacerdote, in Asaramèl, 28nella grande assemblea dei sacerdoti e del popolo, dei capi della nazione e degli anziani della regione, ci è stato reso noto: 29Poiché più volte erano sorte guerre nel paese, Simone, figlio di Mattatia, sacerdote della stirpe di Ioarìb, e i suoi fratelli si gettarono nella mischia e si opposero agli avversari del loro popolo, perché restassero incolumi il santuario e la legge, procurando gloria grande al loro popolo. 30Giònata diede unità alla nazione, ne divenne sommo sacerdote e poi fu riunito al suo popolo. 31I loro nemici volevano invadere il loro paese e stendere la mano contro il santuario. 32Simone allora si oppose e si batté per la sua nazione, spese molto del suo per dotare di armi le milizie della sua nazione e pagò loro il salario. 33Inoltre fortificò le città della Giudea e Bet-Sur nel territorio della Giudea, dove prima c’era la roccaforte dei nemici, e vi pose un presidio di soldati giudei. 34Fortificò anche Giaffa, situata sul mare, e Ghezer presso i confini di Azoto, nelle quali prima risiedevano i nemici; vi fece abitare dei Giudei e le rifornì di quanto era necessario al loro sostentamento. 35Il popolo vide la fede di Simone e la gloria che egli si proponeva di procurare alla sua nazione; lo costituirono loro capo e sommo sacerdote per queste sue imprese e per la giustizia e la fede che egli aveva conservato al suo popolo e perché aveva cercato con ogni mezzo di elevare il suo popolo. 36Nei suoi giorni si riuscì felicemente, per suo mezzo, a scacciare dal paese le nazioni e quelli che erano nella Città di Davide e a Gerusalemme, che si erano edificati la Cittadella e ne uscivano profanando i dintorni del santuario e recando offesa grande alla sua purità. 37Egli vi insediò soldati giudei, la fortificò per la sicurezza della regione e della città ed elevò le mura di Gerusalemme. 38Il re Demetrio quindi gli confermò il sommo sacerdozio, 39lo ascrisse tra i suoi amici e gli conferì grandi onori. 40Seppe infatti che i Giudei erano considerati amici, alleati e fratelli da parte dei Romani, e che questi erano andati incontro ai messaggeri di Simone con segni di onore, 41che i Giudei e i sacerdoti avevano approvato che Simone fosse sempre loro condottiero e sommo sacerdote finché non sorgesse un profeta fedele, 42che fosse loro stratega e avesse cura del santuario e fossero nominati da lui i sovrintendenti ai lavori, al paese, agli armamenti e alle fortezze, 43che si prendesse cura del santuario, fosse da tutti obbedito e si scrivessero nel suo nome tutti i contratti del paese e vestisse di porpora e ornamenti d’oro. 44Non dovrà essere lecito a nessuno del popolo né dei sacerdoti respingere alcuno di questi diritti o disobbedire ai suoi ordini o convocare riunioni senza il suo consenso e vestire di porpora e ornarsi della fibbia d’oro; 45chiunque agirà contro questi decreti o ne respingerà qualcuno, sarà ritenuto colpevole. 46Piacque a tutto il popolo sancire che Simone si comportasse secondo questi decreti. 47Simone da parte sua accettò e gradì di esercitare il sommo sacerdozio, di essere anche stratega ed etnarca dei Giudei e dei sacerdoti e capo di tutti”.
48Disposero che questa iscrizione fosse riportata su tavole di bronzo, da collocarsi nel recinto del santuario in luogo visibile, 49e che se ne depositasse copia nel tesoro, perché fosse a disposizione di Simone e dei suoi figli.
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Tutto il capitolo è dedicato ad una grande e affettuosa lode della famiglia dove i fratelli hanno donato la loro esistenza al Signore per la salvezza e per il maggior bene del popolo. Tenendo alta la vigilanza per la difesa e la sicurezza del popolo e della sua terra, tuttavia la memoria storica sembra poter finalmente riposare sulla memoria del lavoro e della vita buona di tutti. Di conseguenza, anche le “alleanze” con gli altri popoli vengono ricordate come eventi della stima verso Israele da parte di popoli anche ben più grandi e potenti ne riconoscono e ne ammirano la fedeltà e la prosperità! Più di tutto mi affascinano le parole dedicate alla pace e alla sapienza della vita di tutti, dagli anziani ai giovani ai vers.8-15! La stessa vita del popolo con le sue attenzioni e le sue vicende sia politiche, sia di difesa militare sono descritte come frutto della vita buona di tutti e centralmente della comunione di fede con il Signore e con la grande tradizione religiosa! La potenza di tutto questo sembra essere frutto della fedeltà di questi “fratelli” così radicalmente attenti ad offrire la loro vita al bene del popolo e liberi da tentazioni di potere personale. Mi sembra bello anche sottolineare come la positiva di questo tempo è tuttavia anche tempo di attesa per un adempimento e una pienezza che cogliamo al ver.41: “… finché non sorgesse un profeta fedele!”. Nella storia della salvezza, ogni tempo celebra la sua positività e fecondità perché non è chiuso in un ambito di autocompiacimento, ma è teso e aperto sempre verso i tempi di Dio! Ogni “tempo” è dunque sempre anche “dedicato”! E come tale è sempre “profezia”: preparazione, attesa e umile dedicazione! Forse possiamo “intravedere” in questo profeta che sorgerà – alla lettera, “risorgerà”! – un preannuncio del Messia?
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni
Si completa – mi sembra – quel quadro idilliaco già descritto nella prima parte del capitolo. Israele ha riacquistato la libertà (v.26) e la sua unità (v.30). Le roccaforti sparse nella regione e le nuove mura di Gerusalemme permettono di vivere in sicurezza… Si esercita la democrazia (potremmo dire con linguaggio moderno) “nella grande assemblea dei sacerdoti e del popolo, dei capi della nazione e degli anziani della regione”(v.28). C’è pace tra i popoli: si trattengono relazioni di amicizia, di alleanza con le altre nazioni, ci si scambiano messaggi e doni. – Al v.41 viene annunciato il sorgere di un nuovo profeta , “un profeta fedele” e Giovanni ne parla nel suo commento. C’era quindi l’attesa di un ulteriore inviato di Dio, preposto alla guida del popolo e a tutela “del santuario e della legge”, come si dice dei fratelli Maccabei (v.29).