21 Offrirono sacrifici al Signore e gli bruciarono olocausti il giorno dopo: mille giovenchi, mille arieti, mille agnelli con le loro libagioni, oltre a numerosi sacrifici per tutto Israele. 22 Mangiarono e bevvero alla presenza del Signore in quel giorno con grande gioia. Di nuovo proclamarono re Salomone, figlio di Davide, e unsero per il Signore lui come capo e Sadoc come sacerdote.
23 Salomone sedette sul trono del Signore come re al posto di Davide, suo padre; prosperò e tutto Israele gli fu sottomesso. 24 Tutti i comandanti, i prodi e anche tutti i figli del re Davide si sottomisero al re Salomone. 25 Il Signore rese grande Salomone agli occhi di tutto Israele e gli diede un regno così splendido, che nessun predecessore in Israele aveva mai avuto.
26 Davide, figlio di Iesse, regnò su tutto Israele. 27 La durata del suo regno su Israele fu di quarant’anni: a Ebron regnò sette anni e a Gerusalemme regnò trentatré anni. 28 Morì in vecchiaia, sazio di anni, di ricchezza e di gloria. Al suo posto divenne re suo figlio Salomone.
29 Le gesta del re Davide, dalle prime alle ultime, sono descritte nei libri del veggente Samuele, nel libro del profeta Natan e nel libro del veggente Gad, 30 con tutta la storia del suo regno, della sua potenza e di quanto in quei tempi accadde a lui, a Israele e a tutti i regni del mondo.-
1 Cronache 29,21-30

Il nostro cammino nel Libro Primo delle Cronache, molto più luminoso e fecondo di quello che pensavamo – ed è sempre così per ogni Parola che il Signore ci regala! – termina con una grande visione di pace e di luce. E’ la realtà di una storia che cammina e si svolge nell’obbedienza a Dio, pacificamente e gioiosamente. La figura di Davide è dominante in tutto questo, e lo è sia per l’elezione divina che lo accompagna sino alla fine, sia per la sua obbedienza rigorosa al Signore. Per evidenziare questo, come ci dicono più volte le note delle bibbie su questo Libro, sono stati “censurati” passaggi più problematici della sua storia. In questo modo Davide diventa un’ikona profetica luminosa del futuro Messia.
Mi pare opportuno sottolineare ancora una volta come sia l’obbedienza a Dio il segreto di bontà e di pace della storia di Israele. Tutti, anche i re, sono “piccoli” davanti a Lui. Non c’è idolatria del potere, né sacralizzazione della regalità, perché tutto è contenuto, e in certo senso “limitato”, da questa obbedienza alla Parola. Per questo osservavamo che la grandezza di Salomone è totalmente relativa alla persona e all’opera di suo padre. E Davide dal canto suo “prepara” da grande protagonista una vicenda di cui lui non sarà il protagonista. E l’intera storia di Israele nasce dalla sua fedeltà al Signore, ed è il segreto della sua gioia.
Mi sembra di cogliere in questo una preziosa indicazione per la nostra preghiera in questi giorni così delicati per la vita e per le sorti della comunità cristiana: possa essere il Vangelo del Signore, e quindi il Signore del Vangelo a guidare la scelta del nuovo Vescovo di Roma. A qualcuno piacerebbe che l’eletto prendesse il nome di Francesco, cosa che – è stato esplicitamente notato anche in tempi passati – nessuno finora ha osato fare. A me sembra che anche un Giovanni XXIV potrebbe non essere male. Per quello che contano i nomi.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Mangiarono e bevvero alla presenza del Signore in quel giorno con grande gioia”(v.22): ed è quello che facciamo anche noi, alla mensa della Parola e alla mensa eucaristica. Nutrirci del Signore alla presenza del Signore. Si mescolano così benedizione ed eucaristia. Veniamo accorpati in questo modo al Regno: splendido quello di Salomone, come si dice al v.25, e ancor più splendido quello inaugurato da Gesù, il regno del Padre in cui Egli provvede a tutti noi e a ciascuno di noi. – Al v.27 troviamo dei numeri importanti nelle vicende bibliche per il loro significato simbolico: quaranta, sette e trentatré. – Grazie a don Giovanni per i bei commenti di questi giorni.