Comunicato Stampa 24 luglio 2015
trivelleGli scienziati di energiaperlitalia.it propongono alla Regione Emilia-Romagna un patto per l’energia e la tutela del territorio.
Una delegazione dei 22 docenti e ricercatori dell’Università e dei Centri di ricerca di Bologna che si oppongono alle trivellazioni e sostengono lo sviluppo delle energie rinnovabili, guidata dal coordinatore del gruppo, Vincenzo Balzani e comprendente: Nicola Armaroli (CNR), Vittorio Marletto (ARPA), Leonardo Setti (Università), e Gabriele Zanini (ENEA), ha incontrato l’Assessore Regionale Paola Gazzolo.
Gli scienziati hanno consegnato ed illustrato all’assessore un documento (V. e/o scarica il file PDF del documento) che disegna percorsi di uscita dalle gravi crisi economica, ambientale e sociale. Percorsi che trovano le proprie radici nella convinzione, sostenuta da autorevoli scienziati, dalle più alte guide morali, come Papa Francesco e da moltissimi economisti, che per fermare la degradazione del pianeta e superare le crescenti disuguaglianze economiche e sociali è necessaria una rivoluzione culturale ed economica.
La rivoluzione culturale deve portare in primo piano i valori (responsabilità, sobrietà, solidarietà, collaborazione) e mettere in rilievo le vere priorità (tutela dell’ambiente e del territorio, sviluppo dell’occupazione, conservazione delle risorse, riduzione e riutilizzo dei rifiuti attraverso l’economia circolare). La rivoluzione economica si realizza attraverso il superamento del modello prevalente, basato sul consumismo, con i suoi intollerabili impatti su clima, ambiente, salute e società.
La strategia energetica, nazionale o regionale, può giocare un ruolo fondamentale nella transizione verso nuovi modelli culturali ed economici.
Il documento dimostra, cifre alla mano, che l’estrazione dei combustibili fossili non porta sostanziali benefici al nostro Paese e tanto meno alla nostra Regione a causa della esiguità delle riserve, della pochezza dei diritti di concessione e della scarsa incidenza sull’occupazione. Per contro, le attività di trivellazione ed estrazione hanno un forte impatto ambientale (inquinamento, subsidenza, rischi per il sistema marino, occupazione del suolo e del mare) e, soprattutto, riducono (in caso di incidente, potrebbero addirittura compromettere) un’enorme fonte di ricchezza certa: quella derivante dalla consolidata economia turistica. Promuovere l’estrazione di idrocarburi, inoltre, significa fornire un messaggio diametralmente opposto alla necessaria rivoluzione culturale ed economica.
Gli scienziati propongono un patto per l’energia e la tutela del territorio, basato su tre punti: 1) ridurre il consumo di energia, attraverso incentivi fiscali e semplificazione normativa per l’efficienza energetica delle abitazioni e delle attività produttive; 2) ridurre attraverso opportune politiche fiscali l’uso dei combustibili fossili per contrastare i cambiamenti climatici e per ridurre la dipendenza energetica da altri Paesi; 3) promuovere una strategia energetica basata su fonti energetiche rinnovabili, in particolar modo sull’energia solare.
L’estrazione di idrocarburi in Italia è un affare per l’industria petrolifera, ma non per lo Stato e tanto meno per le Regioni e i Comuni che vedono i loro territori gravemente degradati e talvolta devastati. Come ammonisce papa Francesco: Dio perdona sempre, l’uomo perdona qualche volta, ma ricordatevi che la Terra non perdona mai.
La transizione verso le energie rinnovabili può sostenere un rinascimento di settori economici in cui l’Emilia-Romagna è sempre stata all’avanguardia per capacità di innovazione e sviluppo, primo fra tutti l’industria manifatturiera. Un doppio dividendo, che promuove sviluppo economico e occupazione e produce vantaggi ambientali e sanitari.