Ormai si va a votare, e questo avviene in grande confusione e perplessità. Io sono tra i molti, credo veramente, e lo dico con tristezza, moltissimi, che sono nell’incertezza non per chi votare, ma se andare a votare. La causa di questo, però, sta nella vicenda e nella situazione di partiti per i quali si è altre volte votato e ai quali oggi si guarda con molta perplessità.

Rispondo a questo messaggio che ho ricevuto da mesi e al quale oggi rispondo sperando di evitare ogni propaganda, e con il desiderio di dare un segno di partecipazione e solidarietà, che rispetti il più possibile i pensieri e gli orientamenti di tutti. Non sono mai stato d’accordo con chi nello spazio ecclesiale faceva regola severa per noi preti di rimanere fuori dall’evento e dai suoi interrogativi e problemi. La politica è orizzonte di grande rilievo nella vita personale e collettiva, e non tanto come prete, ma come cristiano sia pure peccatore penso non si possa non dare la propria povera testimonianza di pensiero. Oggi mi sembra che il vero problema non sia la scelta della preferenza elettorale, ma il senso stesso e la possibilità di poter scegliere  un orientamento di voto. Il motivo sta nel fatto che la politica è sostanzialmente morta o penosamente morente. Basti il segno delle lotte interne agli schieramenti per la scelta delle candidature! Argomento modestissimo, ma grave per come riesce a diventare prepotente ed influente. Ma cito per questo una delle tante notizie insulse e terribili che ormai sono di moda! Del genere che si possono citare sette “ricconi” del mondo che messi insieme hanno più quattrini di tutta l’Africa. Che solo possa darsi un simile confronto è già la morte della politica. Morte che viene anticipata e mostrata drammaticamente dalla fatica e dall’angoscia per tutto il tema del lavoro! Che si possa così agevolmente e disinvoltamente staccare e strappare il lavoro dal compenso del lavoro è già l’annuncio che la politica è morta. Che lavoro fanno i sette “ricconi” più ricchi di tutta l’Africa? Ormai a dominare è la “finanza”, nome astratto e segreto, che pare essere il vero “regolatore” delle sorti mondiali. Il vero padrone “senza nome”! Ricordo che negli anni cinquanta gli scioperi dei contadini portavano i ricchi agricoltori cittadini ad invitare i loro amici a mungere le mucche che gli scioperanti non mungevano. Capitava allora che la rabbia disperata degli scioperanti facesse più pena del lamento bovino per la mancata mungitura. La memoria del triste e modesto evento è per dire che si pensava ci fosse almeno una lotta da fare. Oggi no. Però oggi non si trova neppure chi possa mungere. E lo voglia fare! Malgrado questo, la Domenica resta sempre bella e buona. Un augurio a tutti.

Giovanni di Sammartini e della Dozza.

Nota: Articolo pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 18 febbraio 2018 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.