vescoviMi scrivono, tra gli altri, non pochi, due donne cristiane che in questo momento vivono un impegno politico: “ Oggi ci siamo confrontate tra noi, con una certa amarezza di fronte all’immediato e palese sostegno che il cardinal Bagnasco a nome di tutta la chiesa ha già manifestato verso la presentazione dell’”agenda Monti per l’Italia”. Le chiediamo di dirci il suo pensiero…”

E ancora altri mi dicono: “Non trovo ragioni di annuncio evangelico in questo. Risuona sempre più forte il sospetto della ricerca del potere da parte di chi, tra l’altro, proibisce ai sacerdoti di prendere posizione a favore di partiti o personaggi politici”.

Anche a me è spiaciuto questo sorprendente intervento gerarchico su un fatto che evidentemente presenta problematicità, soprattutto in chi vivendo accanto alle grandi povertà del nostro paese, sia quelle evidenti e clamorose, sia quelle più nascoste e spesso più drammatiche, porta considerazioni anche molto severe verso un indirizzo politico per il quale proprio i più poveri hanno dovuto portare sacrifici e sofferenze di grande rilievo e drammaticità. Si poteva pensare che una gerarchia molto compromessa con il precedente governo Berlusconi sarebbe stata più pensosa e sapiente alla vigilia di una competizione elettorale dove in ogni caso è evidente la necessità di trovare un indirizzo nuovo e potente per la guida del paese. Ma non ho certo la competenza per entrare in questioni che non appartengono al mio quotidiano riflettere, e alla mia più concreta esperienza. Alle “proteste” che sono arrivate sul mio tavolo, rispondo piuttosto con due considerazioni. La prima riguarda il livello umiliante nel quale si colloca un intervento di questo tipo. Bisogna tornare indietro di almeno cinquant’anni per trovare pensieri e suggerimenti gerarchici di questo livello. La storia è cambiata. Ed è cambiata anche all’interno della comunità ecclesiale, dove il popolo del Signore che ancora si riunisce nelle nostre assemblee è uscito decisamente da ogni nostalgia di “cristianità”, e cerca e trova le radici profonde del suo cammino non nei dialoghi e negli intrallazzi di potere politico, ma nel fermento evangelico che propone e testimonia il nuovo volto della storia secondo la Parola di Gesù. La seconda considerazione è più semplice ed evidente. Per quanto possiamo essere dispiaciuti di questi interventi ecclesiastici nella vita italiana, possiamo essere certi di un fatto: sono parole che non convinceranno nessuno! La gente cristiana si aspetta ben altro dai suoi vescovi. E non pensa di aver bisogno di essere guidata da loro su tali questioni. Avrebbe bisogno di essere illuminata, consolata e rafforzata da una grande guida evangelica. Ma questa è rara. E spesso manca del tutto. Scusate la franchezza, ma in coscienza non posso fare diversamente.
don Giovanni.

Domenica 30 dicembre 2012.