Caro Giovanni, da molto tempo i miei mi consigliano di guardare la tua lettera domenicale ma io non ci ho mai pensato. Lo faccio da alcune domeniche perchè mi trovo in una difficoltà che non sono capace di guardare e di risolvere. La conoscenza occasionale con un ragazzo africano ha avuto come conseguenza che aspetto un bambino. Ho avuto la fortuna di parlare con mia mamma che mi ha detto che il bambino lo vogliamo avere come nostro. Lui, il mio compagno di una sera, è scomparso. Io sono stata contenta del discorso di mia mamma , ma anche spaventata per me. Che cosa posso fare?

Che fortuna avere una mamma  e un papà come i tuoi. Che bello pensare che possiamo essere tutti contenti per una persona che entra nella vita: il tuo bambino! Come è dolce pensare che anche un bambino “troppo-scuro” non crei difficoltrà per una famiglia della nostra città! Come è bello che tu possa vivere questa vicenda difficile con l’affetto dei tuoi cari!

Che posso dire io, vecchio prete di periferia? Che il Signore benedice tutta questa vicenda. Auguro a te, e per te prego il Signore, che quanto è capitato ti aiuti a comprendere quanto preziosa è la tua vita. Quanto delicata è la tua femminilità. Quanto è immenso il compito di mamma che ti aspetta. Lo sai? la parola “matrimonio” vuoi dire “compito – e “onore”! – della madre. Custodisci tutto quello che ti è accaduto con delicatezza, con umiltà e con grande speranza. Tutto può diventare un grande bene per te e non solo per te.

Non so quanti anni tu abbia. E quanta strada tu possa aver fatta nella vita. So che quello che avviene in te e per te è in ogni modo più grande di te e più grande di tutti noi. E’ quello che mi sembra la tua mamma abbia compreso bene! Coraggio dunque. Se anch’io posso essere in qualche modo partecipe di questa vicenda, sappi che lo considero un grande regalo.

Un grande abbraccio. Giovanni. 9 luglio 2011