1 Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. 2 E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. 3 Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. 4 Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». 5 Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!».
6 Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». 7 Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
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E’ impressionante che, se si rende il testo con una versione letterale, sembra emergere che Pilato stesso prende Gesù e lo flagella (ver.1).
Il ver.2 descrive e sottolinea l’abito di derisione, corona di spine e mantello di porpora, e anche qui la Parola evangelica sembra mostrare il duplice livello del suo significato! Anche noi fratelli e sorelle portiamo il nostro abito come segno e memoria della derisione imposta a Gesù nella sua passione da parte dei soldati romani.
Perché, se da una parte c’è la violenza della derisione e della violenza, dall’altra si svela ancora una volta la regalità e la gloria del Signore!
E Pilato ulteriormente porta avanti la drammaticità dell’evento quando al ver.4 esce per annunciare la venuta di Gesù che si mostra in questo modo, insieme derisorio e altamente significativo.
Tra l’altro, Pilato dice: “Ve lo conduco fuori, ma di fatto il ver.5 dice che “Gesù uscì”! E’ Lui che esce e si mostra! E tutto culmina nella affermazione di Pilato: “Ecco l’uomo!”. E’ la drammatica meravigliosa presentazione-rivelazione della nuova umanità, e della sua regalità nella Passione!
Così, la “presentazione” derisoria del Cristo diventa l’ikona della nuova umanità che nasce dalla sua Pasqua!
Al ver.6 Pilato tenta come disperatamente di non essere l’autore della crocifissione: “Io in Lui non trovo colpa”. Gesù è in assoluto l’Innocente!
E così viene avanti la risposta dei Giudei, drammaticamente significativa: Gesù deve morire perché si è fatto Figlio di Dio! Proprio così: la sua morte è l’evento supremo del suo Amore per la salvezza dell’umanità.
La sua morte è la sua suprema obbedienza al Padre.
E’ l’evento salvifico in assoluto della fede cristiana, che in questo modo svela e compie la profezia custodita dalla fede ebraica (Levitico 24,16), e quello che era imputato di bestemmia contro Dio diventa la suprema rivelazione di Lui!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Due aspetti amareggiano e rattristano: chi detiene il potere, in questo caso Pilato, si arroga ed esercita il diritto di togliere la vita, infliggere la morte a suoi simili; alcuni uomini (ma tantissimi nel corso della storia) assumono e svolgono senza misura e limite il ruolo di torturatori. Aspetti di un “male” che non riusciamo a spiegarci, tantomeno a eliminare, neanche nelle nostre moderne democrazie. – Risplende in tutta la scena Gesù, nella sua piena regalità: egli è “l’uomo” – il vero Figlio dell’uomo, come lui ha preferito designarsi – che gode a pieno titolo della condizione divina, il Figlio di Dio, nell’atto di donare la propria vita…