17 Il Signore parlò a Mosè: 18 «Farai una conca di rame con il piedestallo di rame, per le abluzioni; la collocherai tra la tenda del convegno e l’altare e vi metterai acqua. 19 Aronne e i suoi figli vi attingeranno per lavarsi le mani e i piedi. 20 Quando entreranno nella tenda del convegno, faranno una abluzione con l’acqua, perché non muoiano; così quando si avvicineranno all’altare per officiare, per bruciare un’offerta da consumare con il fuoco in onore del Signore, 21 si laveranno le mani e i piedi e non moriranno. È una prescrizione rituale perenne per lui e per i suoi discendenti, in tutte le loro generazioni». 22 Il Signore parlò a Mosè: 23 «Procùrati balsami pregiati: mirra vergine per il peso di cinquecento sicli, cinnamòmo odorifero, la metà, cioè duecentocinquanta sicli, canna odorifera, duecentocinquanta, 24 cassia, cinquecento sicli, secondo il siclo del santuario, e un hin d’olio d’oliva. 25 Ne farai l’olio per l’unzione sacra, un unguento composto secondo l’arte del profumiere: sarà l’olio per l’unzione sacra. 26 Con esso ungerai la tenda del convegno, l’arca della Testimonianza, 27 la tavola e tutti i suoi accessori, il candelabro con i suoi accessori, l’altare del profumo, 28 l‘altare degli olocausti e tutti i suoi accessori; la conca e il suo piedestallo. 29 Consacrerai queste cose, le quali diventeranno santissime: quanto le toccherà sarà santo. 30 Ungerai anche Aronne e i suoi figli e li consacrerai perché esercitino il mio sacerdozio. 31 Agli Israeliti dirai: Questo sarà per voi l’olio dell’unzione sacra per le vostre generazioni. 32 Non si dovrà versare sul corpo di nessun uomo e di simile a questo non ne dovrete fare: è una cosa santa e santa la dovrete ritenere. 33 Chi ne farà di simile a questo o ne porrà sopra un uomo estraneo sarà eliminato dal suo popolo». 34 Il Signore disse a Mosè: «Procùrati balsami: storàce, ònice, galbano come balsami e incenso puro: il tutto in parti uguali. 35 Farai con essi un profumo da bruciare, una composizione aromatica secondo l’arte del profumiere, salata, pura e santa. 36 Ne pesterai un poco riducendola in polvere minuta e ne metterai davanti alla Testimonianza, nella tenda del convegno, dove io ti darò convegno. Cosa santissima sarà da voi ritenuta. 37 Non farete per vostro uso alcun profumo di composizione simile a quello che devi fare: lo riterrai una cosa santa in onore del Signore. 38 Chi ne farà di simile per sentirne il profumo sarà eliminato dal suo popolo».
Le parole che oggi il Signore ci regala indicano tre preziosi elementi della fede e della pietà ebraico-cristiana: l’acqua (vers.17-21), l’olio profumato (vers.22-33) e l’incenso (vers.34-38). Nell’adempimento che tutto ha in Gesù Cristo tali elementi rimangono e vengono pienamente illuminati dalla persona e dall’opera del Signore. Proviamo qui a sottolineare qualche termine e qualche passaggio che in Gesù e con Gesù diventa altamente significativo.
Per quanto riguarda l’acqua, notiamo l’affermazione ripetuta ai vers.20.21 circa la morte:”…Perchè non muoiano…e non moriranno..”. Il rapporto tra acqua e morte si svelerà non come un “non morire”, ma come l’essere sepolti – attraverso il segno dell’acqua – nella morte di Cristo per risorgere con Lui nella vita nuova dei figli di Dio. E non più un atto riservato ai sacerdoti, ma a tutti, e non più nota propria dei Figli di Israele, ma donata all’intera umanità.
Circa l’olio possiamo dire che nella luce di Gesù, pur rimanendo l’unzione di “oggetti” e “luoghi”, come l’altare e le chiese…, essa si raccoglie soprattutto in due direzioni. Innanzi tutto nella persona stessa di Gesù, che è il “Cristo”(cioè l’ “Unto”) di Dio, il Messia, parola che proviene dalla lingua ebraica e che appunto significa l’Unto, il Cristo; e in Lui i “Cristiani”, coloro che visibilmente e pienamente sono “di Cristo”:”Quanto a voi, l’unzione che avete ricevuto da Lui rimane in voi e non avete bisogno che alcuno vi ammaestri; ma come la sua unzione vi insegna ogni cosa, è veritiera e non mentisce, così state saldi in Lui, come essa vi insegna”(1 Giovanni 2,27).
Il profumo è ciò che, ancora per dono di Dio, sale a Lui da noi. Un padre dell’antica Chiesa dice che i vari elementi fusi nell’unico profumo significano le diverse nazioni nell’unica lode di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
v.21 “si laveranno le mani e i piedi e non moriranno”. mi ha ricordato Gv 13 dove Gesù a Pietro che “se non ti laverò non avrai parte con me”. il nostro contatto “vitale” con le cose sante è desiderato dal Signore e lui lo rende possibile attraverso questo lavaggio preliminare, necessario.
Le “composizioni” di olio e di incenso, preziosissime, sono uniche! E sono solo per il Signore. Non possono essere usato se non per Lui. L’uso “personale” è punito.
32 “Non si dovrà versare sul corpo di nessun uomo e di simile a questo non ne dovrete fare: è una cosa santa e santa la dovrete ritenere”.
37 “Non farete per vostro uso alcun profumo di composizione simile a quello che devi fare: lo riterrai una cosa santa in onore del Signore”.
Come Giuda di fronte allo spreco dell’olio profumato di Maria di Betania versato per Gesù e non dato ai poveri potremmo rammaricarci, pensare ad allargamenti o diffusioni per il bene anche altrove, e invece…
C’è chi ha visto nei diversi materiali con i quali fare il profumo, i diversi elementi di cui è formato il cosmo. Quindi questo impasto potrebbe anche essere il segno dell’opera creatrice di Dio, di cui egli fa partecipe anche il suo popolo, chiamato a raccogliere tutto il creato nell’azione liturgica per indirizzarlo a Dio. Similmente altri hanno visto in questa composizione molteplice, in profezia, la partecipazione di tutte le genti alla fede.
Riguardo al testo di oggi è difficile non pensare all’unzione del corpo di Gesù, di cui i testi di questi giorni sono profezia e prefigurazione. Si può notare come, a differenza della manna che discende direttamente dal cielo, tutti gli elementi per la costruzione della Dimora e della tenda, (e persino l’olio dell’unzione che deve santificare tutti questi elementi e lo stesso Aronne e i suoi figli), di fatto Dio li fa fare agli uomini, sono in qualche modo opera loro seppure in assoluta obbedienza al modello che Dio insegna a Mosè. In questo il testo di oggi individua due grandi pericoli per l’uomo, la cui importanza è sottolineata dalla gravità delle sanzioni: al v.33 l’unzione di uno straniero, di un estraneo, a cui tale unzione non và attribuita; e al v.38 l’uso del profumo da parte di un uomo per sentire egli stesso l’odore. Rispetto al v.38 si può forse vedere qui il tipo di ogni forma di autocompiacimento, che impedisce al profumo di salire al cielo. Gli stessi comandamenti e lo stesso rapporto con la Parola sono sempre insidiati dall’istinto di autocompiacimento e di autoreferenzialità.
Nel Cantico dei cantici il buon profumo è sempre attribuito alla presenza dell’altro, dell’amato/amata, non è mai autoreferenziale. Il verbo qui tradotto “sentire il profumo” è lo stesso di Is 11,3 “Si compiacerà del timore del Signore”, cioè sentirà il buon profumo nel timore del Signore. Rispetto alla sanzione dei vv.32-38 “sarà tagliato via dal suo popolo”, lo si può unire all’immagine del vangelo di oggi, ove gli angeli dividono i pesci buoni da quelli cattivi.