1 Ascolta, Israele! Oggi tu stai per attraversare il Giordano per andare a conquistare nazioni più grandi e più potenti di te, città grandi e fortificate fino al cielo, 2 un popolo grande e alto di statura, i figli degli Anakiti, che tu conosci e dei quali hai sentito dire: “Chi mai può resistere ai figli di Anak?”. 3 Sappi dunque oggi che il Signore, tuo Dio, passerà davanti a te come fuoco divoratore, li distruggerà e li abbatterà davanti a te. Tu li scaccerai e li distruggerai rapidamente, come il Signore ti ha detto. 4 Quando il Signore, tuo Dio, li avrà scacciati davanti a te, non pensare: “A causa della mia giustizia, il Signore mi ha fatto entrare in possesso di questa terra”. È invece per la malvagità di queste nazioni che il Signore le scaccia davanti a te. 5 No, tu non entri in possesso della loro terra a causa della tua giustizia, né a causa della rettitudine del tuo cuore; ma il Signore, tuo Dio, scaccia quelle nazioni davanti a te per la loro malvagità e per mantenere la parola che il Signore ha giurato ai tuoi padri, ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe. 6 Sappi dunque che non a causa della tua giustizia il Signore, tuo Dio, ti dà il possesso di questa buona terra; anzi, tu sei un popolo di dura cervice.
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Il popolo eletto deve imparare ad essere piccolo non solo di statura (avrà davanti a se un popolo grande, alto di statura, con città fortificate fino al cielo) ma anche umile e modesto nel profondo del suo cuore (tu non entri in possesso della loro terra a causa della tua giustizia, né a causa della rettitudine del tuo cuore).
Mi è piaciuta la domanda: “Chi mai può resistere ai figli di Anak?”. Chi? La risposta al v. successivo:
3 “Sappi oggi che il Signore, tuo Dio, lui passerà davanti a te come fuoco divoratore, lui li distruggerà e lui li abbatterà davanti a te”!
L’ho collegato al vangelo di oggi Mc 5,1-20 dove Gesù scaccia la Legione, gli spiriti impuri, dal povero Geraseno. Solo Gesù ha potuto liberare e salvare quell’uomo.
Quindi del testo di oggi mi porto via queste due parole: “piccolo-umile” e “chi?”
Si apre ora uno scenario imprevisto. O meglio, del tutto conosciuto,anche a noi, modesti frequentatori della Scrittura, ma sorprendente,all’interno di quello che abbiamo ascoltato nei capitoli precedenti. Dunque, il cammino nel deserto non è stato idillico come faceva,pensare la memoria di Mosè, ma segnato dai peccati del popolo. Per,questo, dice il ver.4, non pensi Israele : ”A causa della mia,giustizia, il Signore mi ha fatto entrare in possesso di questa,terra”. L’improvvisa dichiarazione dei peccati del popolo è molto,importante! Certamente l’elezione divina non viene meno. Anzi, proprio,la disarmonia radicale tra l’azione divina e le reazioni del popolo,mette ancor più in evidenza la totale gratuità dell’amore di Dio. Tale,amore è espresso al ver.5 quando si dice da parte del Signore che la,guida del popolo da parte del Signore continua “per mantenere la,parola che il Signore ha giurato ai tuoi padri”. Mi sembra di grande rilievo anche la ragione per cui peraltro Dio,colpisce e scaccia per Israele le nazioni: “..per la loro malvagità”. Dunque c’è un giudizio del Dio di Israele che coinvolge anche le nazioni. Dunque le nazioni sono “presenti a Dio”! Mi sembra se ne,debba trarre il preannuncio di un’offerta di salvezza a tutti i,popoli! In ogni modo l’accento principale sta sull’affermazione che Israele,entra nella terra non perché se la merita, ma, malgrado i suoi molti,peccati, anzi malgrado una disposizione negativa che lo caratterizza –,“..tu sei un popolo di dura cervice” (ver.6) – immeritatamente, e,quindi anche senza alcun privilegio di meriti rispetto alla situazione,di peccato di tutte le nazioni. Deve entrare nella Terra non vantando,se stesso, ma glorificando la misericordia di Dio. Questo, anche per,noi oggi, mi sembra di capitale importanza! Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
P.S. Vi ricordo che questa sera alla Dozza alle 21,15 abbiamo la gioia,di ospitare Romano Prodi per il penultimo incontro dei nostri,“Giovedì” sul tema “Ricchi e Poveri”.
“Non pensare: ‘A causa della mia giustizia, il Signore mi ha fatto entrare in possesso di questa terra’”(v.4). “Né a causa della rettitudine del tuo cuore…”(v.5). Come sono belle e chiare queste parole, e così antiche! Ho già citato qualche giorno fa la frase di un biblista, che sintetizzava così: E’ eliminata quella “categoria del merito” alla quale avevamo attribuito tanta importanza. Non è la nostra “giustizia” che conta, ma quella del Signore: la Sua giustizia – secondo il linguaggio biblico – vuol dire la Sua fedeltà alla parola data, alla promessa, all’impegno d’amore.