Capovilla.cardinaleDon Loris Capovilla, segretario di Papa Giovanni, ha celebrato tre giorni fa la sua ultima Pasqua in questo mondo. C’è una linea provvidenziale del Signore che lo ha lasciato nell’ “esilio” di questo mondo per più di cent’anni, riconosciuto e amato dalla Chiesa fino all’onore del cardinalato conferitogli da Papa Francesco. Gli ho fatto visita sei mesi or sono insieme ai miei parrocchiani della Dozza e di Sammartini. Mi ha ancora una volta felicemente meravigliato il suo animo lieto e sapiente, e tengo caro un libro scritto da lui molti anni fa che ha voluto regalarci. Vedo un prezioso gesto della Provvidenza il suo lungo permanere tra noi che lo ha fatto vigilante custode di un arco di tempo che partito dalla laguna veneta e speso con lieta sollecitudine nella Roma del Concilio di Papa Giovanni, sembra aver voluto attendere e compiersi tra le braccia e nell’affetto di Papa Francesco che lo ha fatto Cardinale e gli ha telefonato giorni fa con parole affettuose che non potevano aver risposta da una voce che ormai era spenta, ma da un largo, cordiale sorriso di gioia per aver riconosciuto la voce e le parole del Papa Argentino. Tra Papa Giovanni e Papa Francesco c’è infatti un ponte prezioso della storia della Chiesa romana, che avendo avuto l’ispirazione felice del Concilio cinquantanove anni fa conosce oggi una stagione felice, delicata e complessa per il sigillo prezioso di Papa Francesco che porta il dono prezioso dell’intuizione e dell’intrapresa coraggiosa di Papa Giovanni nel concreto cammino della Chiesa di oggi. In quegli anni sessanta del secolo scorso lo Spirito Santo aveva portato il Popolo di Dio a generare un evento di straordinaria profezia. Tanto che fu inevitabile sperimentare e vivere in seguito anche  tempi di timore, di ripensamento e di freno, pur nel gran bene che il Concilio aveva regalato alle Chiese cristiane di tutto il mondo, non solo alla Chiesa cattolica, e non solo alle Chiese, ma a tutte le nazioni del mondo. L’aver generato un “evento profetico” come il Concilio sembrava quasi costringere la comunità ecclesiale a tener frenato il dono del Signore, sino a rinunciarvi, talvolta, per preferire prudenti e talvolta imprudenti arresti e ripensamenti. Papa Francesco sta levando le ancore per promuovere e consentire una navigazione ecclesiale e umana che dell’evento promosso da Papa Giovanni colga e accolga tutta la ricchezza e la potenza. Persone come don Loris Capovilla sono gli umili e sapienti servitori di eventi come questi. Sono quelli che portano nei luoghi e nei tempi comuni dell’esistenza l’aria nuova del dono di Dio. Con poche parole, talvolta con un sorriso più che con le parole. Servitori che non hanno lasciato il loro umile compito e sono stati fedeli nel servire il dono di Dio con la risolutezza semplice e forte della loro testimonianza. Quando Papa Francesco ha donato all’anziano segretario di Papa Giovanni la dignità cardinalizia mi è parso chiaro che in lui riconosceva un amico fidato, e forse anche di più: un fratello che lo aveva aspettato sul ciglio di una strada non sempre facile e agevole, per rassicurarlo e incoraggiarlo nella guida luminosa e forte con la quale il Papa venuto da lontano vuole farci camminare nell’antica tradizione della perenne novità del Vangelo. Adesso, caro don Loris, puoi andare in pace, perché, come accadde al vecchio Simeone del Vangelo di Luca, i tuoi occhi hanno visto la salvezza preparata dal Signore per tutti i popoli. Grazie a Dio. E grazie a te. E la buona Domenica di sempre ai miei amici lettori.

Giovanni della Dozza.

Nota: Pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 29 Maggio 2016 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.