XIV SETTIMANA DEL TEMPO
ORDINARIO (ANNO A)
Matteo 11,25-30
25 In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. 26 Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
27 Tutto
mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e
nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia
rivelare.
28 Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. 30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».
Domenica scorsa Gesù aveva rivelato il vero volto
dei suoi discepoli, dicendo che essi sono questi
piccoli, che, ricevendo anche solo un
bicchiere d’acqua fresca, procurano
agli uomini una ricompensa (10,42). Nel capitolo successivo Gesù dice che tra i nati di donna non è sorto uno più
grande di Giovanni Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più
grande di lui (11,11). Con queste affermazioni sulla “piccolezza” dei
discepoli si prepara il discorso di oggi.
1) Ti benedico, o Padre: innanzitutto le parole di Gesù sono una preghiera,
una lode rivolta al Padre; nel parallelo di Luca (10,21) addirittura si tratta
di un grido di esultanza (esultò nello
Spirito Santo).
2) Hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti: altrove dice distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò
l’intelligenza degli intelligenti (Is 29,14); lo scopo di questa operazione
divina è perché nessun uomo possa
gloriarsi davanti a Dio (1Cor 2,29);
3) E le hai rivelate ai piccoli (lett. infanti,
senza parola): chi non ha parola è colui che ha meno potere di tutti; a
costui sono rivelati i misteri del regno dei cieli. In questo modo il regno è
sottratto dalla possibilità di conquista e di possesso violento da parte dei
più forti ed è offerto in dono a tutti (Venite
a me, voi tutti affaticati e oppressi…).
4) Prendete il mio giogo sopra di voi: ancora una volta, come domenica scorsa (chi non prende la sua croce…), Gesù
invita a convivere docilmente con le sofferenze della vita, imparando da lui
stesso mite e umile di cuore,
promettendo di trovare in questo modo riposo
per l’anima.
5) Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero: Gesù ha il potere di
trasformare tutto, come anche San Francesco sperimentò e riferì nel suo
Testamento (“allontanandomi da essi – i lebbrosi -, ciò che mi sembrava amaro
mi fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo”).
Zaccaria
9,9-10
Così dice il Signore «9 Esulta grandemente figlia di Sion, | giubila, figlia di Gerusalemme! | Ecco, a te viene il tuo re. | Egli
è giusto e vittorioso, | umile, cavalca un asino,
| un puledro figlio d’asina. | 10 Farà sparire i carri da Efraim| e i cavalli da Gerusalemme, | l’arco
di guerra sarà spezzato, | annunzierà la pace alle
genti, | il suo dominio sarà da mare a
mare |
e dal fiume ai confini della terra».
1) La parte dell'oracolo del
cap. 9 di Zaccaria che precede il testo di domenica mostra l'azione di Dio sui
popoli che abitano vicino a Israele. Di particolare rilievo è il v.7: l'opera
del Signore produce su questi popoli una riduzione dall'originario stato di
oppressori a quello di resto, il
quale abiterà, seppure in situazione di subordinazione (come il Gebuseo) in mezzo al popolo di Dio. Nella seconda parte del
capitolo la salvezza è vista come un atto di guerra del Signore, a cui il
popolo stesso parteciperà in qualità di suo strumento di battaglia (v.13). Tra
queste due parti si inseriscono i due versetti di oggi, che mostrano il re
messia che entra in Sion.
2) Esulta... giubila: il secondo termine enfatizza e sviluppa il
primo; è un'esultanza che diventa acclamazione o, secondo la versione greca,
proclamazione (il verbo di norma indica la predicazione, compresa quella
apostolica).
3) Egli è giusto e salvatore (CEI: vittorioso):
il re messia è colui che salva, ma è molto bello accogliere anche una
suggestione che viene dall'ebraico: egli
è giusto e SALVATO. Primizia di tutto il popolo, il re messia stesso è un
“salvato”, e per questo a sua volta può essere salvatore.
4) Umile, (o mite, povero, misero): povero come coloro che viene a salvare; vedere ad esempio
nel Salmo 71 (72), che ha molte assonanze con il testo di Zaccaria, il v. 12,
dove, insieme con altri sinonimi, è usato lo stesso termine (Egli libererà il povero che invoca e il
misero che non trova aiuto).
5) Cavalca un asino...: l’asino è un’umile cavalcatura, in evidente
contrapposizione con i carri e i cavalli, che Dio farà sparire da Efraim e da
Giuda; essi, insieme con. l'arco di
guerra, sono i segni della potenza tutta mondana dell'oppressore. Invece io amerò la casa di Giuda e saranno
salvati dal Signore loro Dio; non li salverò con l'arco, con la spada, con la
guerra, né con cavalli o cavalieri (Osea 1,7). L’immagine sarà tuttavia
ribaltata al v. 13, dove Giuda sarà chiamato arco del Signore e in 10,3: Il
Signore ne farà un cavallo da parata. Da lui uscirà la pietra d'angolo, da lui
il chiodo, da lui l'arco di guerra, da lui tutti quanti i condottieri.
6) Annuncerà la pace alle genti: ancora una volta è evidenziato il
misterioso legame tra il popolo e le genti. L'opera di salvezza del popolo è al
tempo stesso annuncio di pace per tutti i popoli, i quali, da quanto precede o
segue potrebbero sembrare nemici e oppressori).
Romani 8,9.11-13
9 Fratelli, voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. 11 E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. 12 Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; 13 poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l’aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.
1) L’inizio del capitolo 8 è
tutto dedicato all’opera dello Spirito e alla vita nello Spirito. Esso è detto Spirito di Cristo (v. 9), perché consegnato da Cristo nell’ultimo respiro
sulla croce (Gv 19,30).
2) voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal
momento che lo Spirito di Dio abita in voi: la presenza dello Spirito nel cuore dei
credenti è il principio di una vita liberata dal dominio della carne, cioè della potenza cattiva che
spinge al peccato. Tutto questo avviene nel battesimo, che fa nascere una nuova
creatura abitata dallo Spirito.
3) Se Cristo è in voi: il battesimo fa entrare Cristo nel cuore dei credenti;
4) il corpo è morto a causa del peccato: la morte è vista qui come un
mistero già in atto, a motivo del peccato; ricordare nel giorno in cui ne mangiassi, certamente moriresti (Gn 2,17);
5) lo Spirito è vita a causa della giustificazione: anche la vita, la
vita eterna, è una grazia già in atto dal battesimo in poi; Cristo, infatti, è divenuto per noi giustificazione (1Cor
1,30); egli, che non aveva conosciuto
peccato, è stato reso peccato perché noi divenissimo giustizia di Dio in lui (2Cor
5,21);
6) se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi…: la presenza dello Spirito,
che produce nel cuore dei credenti frutti di amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza,
dominio di sé (Gal 5,22), è pegno di risurrezione;
7) Colui che ha risuscitato Gesù…: è molto bello vedere Gesù, al pari
di tutti gli uomini, come destinatario dell’opera salvifica del Padre;
8) darà la vita anche ai vostri corpi mortali: è una delle più forti
affermazioni bibliche della risurrezione dei corpi.
SPIGOLATURE
ANTROPOLOGICHE
Da anni mi è molto cara un'osservazione che anche questo commento dei testi riporta a proposito del Messia che nel brano di Zaccaria entra a Gerusalemme: di Lui si dice al v.9 che si tratta di un re "giusto e vittorioso"; ma il testo ebraico, al posto di "vittorioso" dice "salvato". Dunque il Messia é un salvato, non un vittorioso.
Questo è di grande rilievo, perché in tutte le
sapienze della mondanità è ovvio e inevitabile che il re sia vittorioso, o
eventualmente "salvatore" come riportano le versioni greca e latina,
ma il fatto grande è che appunto il testo originale ci dica di un re, di un
Messia, salvato.
Perché questo è il "Dio" che Gesù ci ha
rivelato: nella figura del Figlio, il nuovo Adamo, ci è donata un'umanità
nuova, intima a Dio, figlia, e che tale è non per usurpazione come poteva
essere l'ipotesi dell'inganno da parte del serpente antico ("sarete simili
a Lui"), ma per dono, per elezione d'amore, per comunicazione-comunione.
L'antico Adamo è figura del Cristo che è Dio non perché "ruba", ma
perché riceve il dono in modo pieno e perfetto.
Il nostro Signore Gesù è veramente un Dio salvato e
non solo Salvatore, come del resto si ascolta oggi anche dal testo di Paolo ai
Romani: "..se lo Spirito di Colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita
in voi, Colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri
corpi mortali...". Il Risorto che entra nelle nostre città e nei nostri
cuori entra nella nostra storia come primogenito e capostipite dei
"salvati" dal male e dalla morte.
È su questa linea che va' inteso anche il brano
evangelico dove Gesù può affermare che tutto gli è stato dato dal Padre,
proprio perché è certamente il più piccolo tra quei piccoli cui Dio rivela i
suoi misteri. Di questo re il mondo ha bisogno. Di re vincitori ne ha avuti
troppi e nessuno di loro ha portato un bene reale e duraturo, ma piuttosto
tanti guai.
Spero di arrivare tra poco a Gerusalemme, proprio
per fare un po' di preghiera vicino al grande re della mitezza e dell'umiltà.
Grande guaio in Medio Oriente è proprio il fatto che ognuna delle due parti è
ormai convinta, e non senza plausibili ragioni, che, o si vince, o si viene
annientati. Invece hanno entrambi bisogno di un Re "salvato" in mezzo
a loro, e proprio per questo salvatore di entrambi, per l'unica eventualità di
pace prevista dalla nostra sapienza ebraico-cristiana, e cioè la
riconciliazione nella conversione al Messia mite fino alla Croce, crocifisso e
risorto. Riusciranno le piccole Chiese cristiane di Gerusalemme a predicare e a
testimoniare questa unica via della salvezza?