Siamo sposati da trent’anni, abbiamo messo al mondo tre figli, tutti e tre cresciuti bene, e anche ci vogliamo bene. Però, sono trent’anni che ne combina di tutti i colori, e di tutti i generi. E il bello è che dopo averli combinati, anche me li racconta. Ma vuole subito che io lo perdoni. Ma io gli dico che prima deve pentirsi. Perché a me sembra che lui non si penta. Allora come faccio a perdonarlo? E io lo perdono, ma di mala voglia. Non bisogna sempre pentirsi per essere perdonati?
Cara Signora, non voglio certamente negare e ignorare la sua sofferenza, ma le devo confessare che il suo messaggio, pur così breve che ho potuto riportarlo per intero, mi ha molto commosso, e anche , mi perdoni, mi ha molto divertito. Forse perché lei mi assicura che vi volete bene! Ammiro molto anche la sua umiltà. Mi sono chiesto se farà leggere a suo marito quello che mi ha scritto, e quello che adesso tento di restituirle come risposta. Tante famiglie in difficoltà ma molto infelici vorrebbero poter vivere le cose con la sua larghezza e serenità d’animo, che le consente di essere persino quasi scherzosa. Ma sotto c’è un tema molto grande, che sta emergendo in maniera forte da quando Papa Francesco ha indetto l’Anno Santo della Misericordia. Abito a due passi dal carcere di Bologna. Il carcere è luogo dove non si vede il perdono, perché ognuno deve pagare il male che ha commesso, e di solito, anche se non sempre, viene liberato quando ha pagato il suo debito. Papa Francesco ci sta indicando un’altra strada e per far questo ricorda spesso e volentieri la vicenda di quella donna che, secondo il capitolo ottavo del Vangelo secondo Giovanni, è stata colta in flagrante mentre tradiva il suo sposo. Chiedono a Gesù, per metterlo in difficoltà, se secondo Lui si deve applicare la Legge che dice come si debbano lapidare le persone che commettono questo peccato. Gesù se la cava abilmente invitando a tirare il primo sasso chi non abbia fatto peccati. Ovviamente, forse un po’ brontolando, tutti se ne devono andare. Lui, Gesù, non se ne va, anche perché di peccati Lui non ne ha fatti! E chiede alla donna se qualcuno l’ha condannata. Lei risponde di no. E a questo punto Lui dice: “Neanch’io ti condanno. Va’, e non peccare più”. Chi la poteva condannare, la perdona! Come fa lei, cara Signora. Lei come Gesù! Normalmente noi siamo diversi da voi, e in ogni caso la facciamo pagare, o perlomeno pretendiamo un grande pentimento. Gesù invece parte dal perdono, come lei fa da trent’anni. Per questo, io l’ammiro. E penso che anche Gesù parli bene di lei mentre in paradiso conversa con gli Angeli e con i Santi. Grazie! Buona Domenica a lei e ai miei cari lettori della domenica.
Giovanni della Dozza.
Domenica 13 settembre 2015.