Siamo tre figli, due e maschi e una femmina. Sono io la maggiore d’età, e ho vent’anni. Ne avevo quattordici quando i nostri genitori si sono separati. In questi anni si sono fatti tutti e due un’altra famiglia e a loro sono nati un figlio a lei e un figlio a lui. E noi tre siamo stati ospiti di uno e dell’altra in questi anni. Nessuno ci ha trattato male, ma io mi sentivo quella che voleva proteggere i suoi fratelli senza che noi avessimo una cosa per noi. Adesso, e questo è il punto, i nostri genitori hanno ristabilito tra loro una certa amicizia, e anche tra le due famiglie che sono venute avanti in questi anni. Mia mamma chiede che per esempio facciamo natale insieme. Noi non siamo religiosi e solo uno dei miei fratelli va in chiesa con gli scout. Quindi natale è solo la festa in casa. Ma io non riesco ad accettare questa festa. Abbiamo già molto sofferto. Mi sento confusa. Mi scusi ma ho pensato di volermi sfogare, anche i miei fratelli sono di questo pensiero.

Siccome tu non mi mettevi nessun indirizzo, non sapevo come risponderti senza pubblicare il tuo biglietto. Per questo ho deciso di risponderti così, sperando che tutto custodisca la riservatezza che esigono delle parole così importanti e così dolorose. Perdonami in anticipo se quello che proverò a dirti non ti consolerà. Credimi: mi sembra di comprendere il tuo animo e la tua fatica. Sento enorme gratitudine per come hai aiutato anche i tuoi fratelli in questi anni. Adesso, te lo devo confessare, mi sembri la persona più matura e responsabile tra tutte quelle coinvolte in questa vicenda. Ho avvertito nelle tue parole quasi una potenza di maternità. E sei così giovane, e anche così provata. Tuttavia, oso dirti: non conviene che tu porti il peso di una vicenda che ti ha ferito e che in questo momento cerca un segno di pace? Mi dici che non andate a messa. Ma io ti dico che la cena che eventualmente tu accettassi di rendere possibile insieme ai tuoi cari fratelli, io la sento come una grande, profonda e vera “Messa”. Un momento nel quale l’amore che ci unisce è ancora una volta più forte delle vicende dolorose che ci potrebbero dividere.
Un caro abbraccio.

don Giovanni.

Domenica 16 dicembre 2012