Caro Giovanni, una comune amica mi ha raccontato che nella scuola media paterna della tua parrocchia c’è una “materia” riservata alle bambine-ragazze che si chiama “dalla parte delle bambine”. Ricordo che questo era il titolo di un libro di parecchi anni fa. La cosa mi interessa. Come si giustifica un argomento riservato solo a femmine? E perché non un “dalla parte dei bambini”? Con l’amicizia di sempre. (messaggio firmato)

Caro Enrico, rispondo volentieri al tuo messaggio e ti invito a visitare la nostra suola dove ogni ospite è sempre molto gradito. Da quando come scout ho vissuto la stagione dell’unificazione dei percorsi educativi e formativi nello scoutismo, ho cercato di fare attenzione a questo passaggio, che si è poi generalizzato in tutto il nostro mondo ecclesiale. Non credo si sia ancora trovata una strada di vera coeducazione. E se semplicemente “si mettono insieme” è inevitabile che prevalgano sempre atteggiamenti e modi di stampo maschile.

La ragione è semplice. La cultura di tutto il mondo, con tutte le sue diversità, è sempre in ogni modo maschilista. Anche tra noi cristiani la grande “rivoluzione” di Gesù non ha avuto conseguenze profonde nella storia del cristianesimo. Anche il femminismo non ha portato a grandi risultati. Quello che è cambiato nello spazio del femminile non sempre è stato un vero riconoscimento del suo valore proprio. Un tempo si parlava di “uguaglianza”. Oggi si sente parlare di “differenza”, ed è certo meglio. Il mutamento dei costumi non è stato un beneficio per la donna, ma, mi sembra, un ulteriore aggravio della sua condizione e della sua più profonda fisionomia interiore.

Ecco perché ci è sembrato necessario pensare ad un segno speciale per le nostre scolare. Quattro donne di straordinaria levatura studiano e guidano questo percorso. Vieni a trovarci presto. Un caro abbraccio. Giovanni.