1 Grandi pene sono destinate a ogni uomo e un giogo pesante sta sui figli di Adamo, dal giorno della loro uscita dal grembo materno fino al giorno del ritorno alla madre di tutti. 2 Il pensiero dell’attesa e il giorno della fine provocano le loro riflessioni e il timore del cuore. 3 Da chi siede su un trono glorioso fino a chi è umiliato su terra e su cenere, 4 da chi indossa porpora e corona fino a chi è ricoperto di panno grossolano, 5 non c’è che sdegno, invidia, spavento, agitazione, paura della morte, contese e liti. Anche durante il riposo nel letto il sogno notturno turba i suoi pensieri: 6 per un poco, come niente, sta nel riposo e subito nel sonno si affatica come di giorno, è sconvolto dalla visione del suo cuore, come chi è scampato da una battaglia. 7 Al momento di mettersi in salvo si sveglia, meravigliandosi dell’irreale timore. 8 Così è per ogni essere vivente, dall’uomo alla bestia, ma per i peccatori sette volte tanto: 9 morte, sangue, contese, spada, disgrazie, fame, calamità, flagelli. 10 Questi mali sono stati creati per gli empi, per loro causa venne anche il diluvio. 11 Tutto quello che proviene dalla terra alla terra ritorna, quanto viene dalle acque rifluisce nel mare.
Siracide 40,1-11

Come in controluce con il testo precedente, oggi la Parola ci ricorda con severità come la paura della morte tenga prigioniera l’esistenza umana e sia fonte di angoscia per tutti. Infatti la Parola che oggi riceviamo dalla bontà del Signore ci parla non tanto di eventi negativi, quanto di come lo spirito, la mente e la psicologia ne siano fortemente colpiti: “Il pensiero dell’attesa e il giorno della fine… il timore del cuore (v. 2)… sdegno, invidia, spavento, agitazione, paura della morte (v. 5)… nel sonno si affatica come di giorno, sconvolto dalla visione del suo cuore (v. 6)”. Tutto e’ come un sogno, un irreale timore. Da tutto questo non è esente la persona di fede, che tuttavia viene incessantemente chiamata a celebrare nella sua umile vita la resurrezione di Gesù e quindi quella”risurrezione dai morti” che non è solamente il nostro esito finale, ma è l’incessante riversarsi su di noi dell’amore di Dio che in Gesù ci chiama a risorgere ogni giorno a vita nuova. Come figli di Adamo, anche i credenti, come Gesù, incontrano ogni giorno la Passione e la morte, ma con Lui e in Lui ricevono il dono della vita nuova, liberata dal male e dalla morte.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni con Francesco