16 Principio di ogni opera è la parola, prima di ogni azione c’è la riflessione. 17 Radice di ogni mutamento è il cuore, 18 da cui derivano quattro scelte: bene e male, vita e morte, ma su tutto domina sempre la lingua. 19 C’è l’esperto che insegna a molti, ma è inutile a se stesso. 20 C’è chi posa a saggio nei discorsi ed è odioso, e finisce col mancare di ogni cibo; 21 il Signore non gli ha concesso alcun favore, perché è privo di ogni sapienza. 22 C’è chi è saggio solo per se stesso e i frutti della sua intelligenza si notano sul suo corpo. 23 Un uomo saggio istruisce il suo popolo, i frutti della sua intelligenza sono degni di fede. 24 Un uomo saggio è colmato di benedizioni, tutti quelli che lo vedono lo proclamano beato. 25 La vita dell’uomo ha i giorni contati, ma i giorni d’Israele sono senza numero. 26 Il saggio ottiene fiducia tra il suo popolo, e il suo nome vivrà per sempre. 27 Figlio, per tutta la tua vita esamina te stesso, vedi quello che ti nuoce e non concedertelo. 28 Difatti non tutto conviene a tutti e non tutti approvano ogni cosa. 29 Non essere ingordo per qualsiasi ghiottoneria e non ti gettare sulle vivande, 30 perché l’abuso dei cibi causa malattie e l’ingordigia provoca le coliche. 31 Molti sono morti per ingordigia, chi invece si controlla vivrà a lungo.
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Vi invito a considerare con attenzione il termine “parola” al ver.16, e il termine “cuore” al ver.17.
La fonte e la fine di tutto è la Parola, che indica qualcosa che si è ricevuto, e che per i credenti dell’ebraismo e del cristianesimo è la Parola di Dio: generati da questa Parola, viviamo di essa, come del dono sublime che Dio fa ai suoi figli.
Il “cuore” si può intendere come la nostra coscienza e quindi la nostra responsabilità per come quella Parola può diventare la nostra vita. Abbiamo dunque la responsabilità delle “quattro scelte”: “bene e male, vita e morte”. A partire dalla “Parola” e con la scelta responsabile del nostro “cuore”!
Ma, dice il ver.18, “su tutto domina sempre la lingua”: io, pur con tutti i miei dubbi, propongo di dare un’interpretazione positiva e alta a questo termine! Io l’intenderei come la responsabilità di quella “Parola” che mi colloca davanti alle “quattro scelte”. In certo senso, è la “Parola” che diventa in qualche modo “la mia parola”: tale il senso che attribuirei al termine “lingua”.
Dire che “su tutto domina sempre la lingua” mi sembra possa significare la mia responsabilità nei confronti della Parola” che diventa “la mia lingua”, e cioè la Parola detta ed espressa da me!
Il seguito del nostro brano potrebbe forse essere interpretato come la vicenda e l’esito di quella Parola che è diventata “la mia parola”.
Il ver.19 dice di una parola detta agli altri ma non a me stesso, ma prima di tutto devo essere io un umile segno della bellezza e della bontà della Parola!
Il ver.20 mi ricorda come con la mia odiosità si veda che in verità la Parola non ha posto in me, che quindi alla fine io stesso “manco di ogni cibo”. Infatti, essendo io privo di sapienza, il Signore non mi concede alcun favore: così il ver.21.
Al contrario del ver.19, il ver.22 cita il caso di chi “è saggio solo per se stesso” e la sua parola non é dono per nessun altro.
Invece l’ “uomo saggio” istruisce il suo popolo, copiosi sono i frutti della sua intelligenza. Egli “è colmato di benedizioni, tutti quelli che lo vedono lo proclamano beato” (vers.23-24)!
Ed è un dono senza fine perché ogni esistenza ha il suo limite di tempo, “ma i giorni d’Israele sono senza numero” (ver.25), perché l’elezione divina di Israele è fonte perenne!
“Veramente il saggio ottiene fiducia tra il suo popolo e il suo nome vivrà per sempre” (ver.26).
Ricevo gli ultimi versetti del nostro brano come una raccomandazione severa e affettuosa per chi come noi ha ricevuto il grande dono della Parola, e ha, in ogni condizione e circostanza della vita, il compito di darne voce e testimonianza.
Un atteggiamento di grande temperanza e moderazione è segno dell’amore con il quale possiamo custodire e comunicare il dono che abbiamo ricevuto dal Signore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Anche il nostro cuore (la nostra mente) si trova davanti a questa scelta decisiva: bene e male, vita e morte. Sappiamo che possiamo scegliere il bene e la vita perché illuminati dalla Parola di Dio e discepoli della Parola stessa, il Signore. (Almeno ci proviamo). – Tra le tante belle osservazioni del Siracide, mi piace dove dice:
“Non tutto conviene a tutti”! Noi procediamo di solito per categorie, per generalizzazioni…, ma possiamo imparare anche l’adattamento alle diversità, alle caratteristiche proprie di ognuno…