1 Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
2 Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».
3 Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
4 Ti coprirà con le sue penne,
sotto le sue ali troverai rifugio;
la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.
5 Non temerai il terrore della notte
né la freccia che vola di giorno,
6 la peste che vaga nelle tenebre,
lo sterminio che devasta a mezzogiorno.
7 Mille cadranno al tuo fianco
e diecimila alla tua destra,
ma nulla ti potrà colpire.
8 Basterà che tu apra gli occhi
e vedrai la ricompensa dei malvagi!
9 «Sì, mio rifugio sei tu, o Signore!».
Tu hai fatto dell’Altissimo la tua dimora:
10 non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
11 Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie.
12 Sulle mani essi ti porteranno,
perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
13 Calpesterai leoni e vipere,
schiaccerai leoncelli e draghi.
14 «Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
15 Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui,
lo libererò e lo renderò glorioso.
16 Lo sazierò di lunghi giorni
e gli farò vedere la mia salvezza».
Questo Salmo – ma forse lo dovremmo dire per ognuno dei 150! – è assolutamente prezioso per cogliere la sostanza del mistero della vita e di quale sia la fisionomia fondamentale della comunione tra Dio e ognuno di noi. Mi sembra importante sottolineare come tutta questa preghiera ricordi che la vita è una guerra! La direzione e l’esito della vita di fede non é un cammino verso una tesi e un’ipotesi “pacifista”. La vita è sempre guerra. La fede è l’alleanza d’amore che Dio stabilisce con la sua creatura amata e che ne fa l’alleato decisivo e irrinunciabile per la grande lotta dell’esistenza. Il credente non è un vincitore. E’ un “salvato”! Tutto il Salmo sembra preoccupato di descrivere la vita con i termini severi della lotta, del pericolo e quindi dell’esperienza della salvezza come presenza e aiuto essenziale da parte di Dio nei confronti del suo eletto, sia egli una singola persona, o l’intero popolo di Dio.
Il “nome” stesso di Dio è nell’esperienza della fede una “relazione “ con noi. Dio viene chiamato al ver.2 “mio rifugio, mia fortezza”. Io conosco Dio non per definizioni astratte e extra-temporali, ma per come nella concretezza della mia storia Egli sia presente e attivo per la mia salvezza. Ecco, allora, al ver.3, l’immagine del cacciatore: io sono la sua facile preda, ma Dio mi libera dal suo laccio. E mi libera da potere distruttivo della peste.
Il ver.4 ci regala una descrizione dolcissima della nostra comunione con Lui: “Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio; la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza”. Per questo, tu “non temerai”!: “né il terrore della notte, né la freccia che vola di giorno, né la peste che vaga nelle tenebre, né lo sterminio che devasta a mezzogiorno”! (vers.5-6). E l’esperienza di questo aiuto potente è accompagnata dalla constatazione di un’elezione, di una storia del tutto privilegiata: davanti ad una storia violenta e distruggitrice, tu sperimenti la potente azione del Signore. E così è fino all’ultima parola del Salmo.
Mi sembra molto interessante e importante la Parola dei vers.11-12, in quanto la conosciamo dalla memoria evangelica, nel testo delle “tentazioni”. In Matteo 4 e nei suoi paralleli è il diavolo tentatore che cita il Salmo. Ma Gesù respinge la “citazione” perché tutta l’esperienza del credente è raccolta non nella vanità violenta di una condizione di privilegio e quindi di un “potere”, ma nell’accoglienza dell’amore del Signore che ci salva, e che noi abbiamo come nostro Salvatore: non per “vincere”, appunto, ma per continuare a stare in Lui e nella sua salvezza.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Così disse il Signore del mondo: … Chi colpisce voi, colpisce la pupilla del suo occhio (Zc 2,12)
In questo versetto Rabbi Hijja e Rabbi Jehudah trovarono la prova del seguente insegnamento:
Vieni e guarda la misericordia di Colui-che-parlò-e-il-mondo-fu. Ogni volta che Israele si trova nella sventura, vi è patimento per lui (se ciò fosse possibile), infatti è detto: “In tutto il loro patire vi è patire per lui” (Is 63,9). Questo vale per il patire di molti, ma dove trovo che vale anche per il patire di uno solo? Nel passo che dice: “A me grida: io gli rispondo, Con lui io sono nella sventura” (Sal 91,15). Così infatti è scritto: “Chi colpisce voi, [è come chi] colpisce la pupilla del Suo occhio”. (Mekilta de-Rabbi Shim’on bar Johai).
da A.J. Hescel, La dischesa della shekinah, pag. 59s.
Se la vita è guerra, come dice don Giovanni, quali sono i nemici, dove gli ostacoli? Il Salmo ne indica tanti: il terrore della notte, la freccia che vola di giorno, la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno (vv.5-6). Si tratta di forze ostili che sfuggono al controllo umano. Al v.13, invece, sono le insidiose e mortifere forze della natura, rappresentate da leoni, vipere e draghi. Quanto a noi oggi, mi pare che papa Francesco abbia segnalato più volte i “nemici” da contrastare: dalla disuguaglianza sociale, alle prassi del consumismo; dalla perdita della speranza alla mancanza di attenzione e rispetto nelle relazioni familiari… – Gli ultimi versetti indicano in sette azioni ciò che Dio fa per noi, per la nostra salvezza: liberare, porre al sicuro, rispondere alla richiesta di aiuto, difendere e onorare (bello che Dio ci voglia anche onorare), saziare della sua vita e far vedere (godere, in altre traduzioni) la salvezza. Al centro dell’elenco, un impegno che tutto mirabilmente riassume: “nell’angoscia io sarò con lui”.
“nell’angoscia io sarò con lui”
mi ha colpito molto questo versetto.
e quando ho visto e ascoltato le parole di questa donna ho pensato e sperato in questo versetto:
http://www.youtube.com/watch?v=8WHh_8s0THQ
fonte: Diario di Siria
Se la vita è guerra, come dice don Giovanni, quali sono i nemici, dove gli ostacoli? Il Salmo ne indica tanti: il terrore della notte, la freccia che vola di giorno, la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno (vv.5-6). Si tratta di forze ostili che sfuggono al controllo umano. Al v.13, invece, sono le insidiose e mortifere forze della natura, rappresentate da leoni, vipere e draghi. Quanto a noi oggi, mi pare che papa Francesco abbia segnalato più volte i “nemici” da contrastare: dalla disuguaglianza sociale, alle prassi del consumismo; dalla perdita della speranza alla mancanza di attenzione e rispetto nelle relazioni familiari… – Gli ultimi versetti indicano in sette azioni ciò che Dio fa per noi, per la nostra salvezza: liberare, porre al sicuro, rispondere alla richiesta di aiuto, difendere e onorare (bello che Dio ci voglia anche onorare), saziare della sua vita e far vedere (godere, in altre traduzioni) la salvezza. Al centro dell’elenco, un impegno che tutto mirabilmente riassume: “nell’angoscia io sarò con lui”.