1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Di Asaf. Canto.
2 Dio si è fatto conoscere in Giuda,
in Israele è grande il suo nome.
3 È in Salem la sua tenda,
in Sion la sua dimora.
4 Là spezzò le saette dell’arco,
lo scudo, la spada, la guerra.
5 Splendido tu sei,
magnifico su montagne di preda.
6 Furono spogliati i valorosi,
furono colti dal sonno,
nessun prode ritrovava la sua mano.
7 Dio di Giacobbe, alla tua minaccia
si paralizzano carri e cavalli.
8 Tu sei davvero terribile;
chi ti resiste quando si scatena la tua ira?
9 Dal cielo hai fatto udire la sentenza:
sbigottita tace la terra,
10 quando Dio si alza per giudicare,
per salvare tutti i poveri della terra.
11 Persino la collera dell’uomo ti dà gloria;
gli scampati dalla collera ti fanno festa.
12 Fate voti al Signore, vostro Dio, e adempiteli,
quanti lo circondano portino doni al Terribile,
13 a lui che toglie il respiro ai potenti,
che è terribile per i re della terra.
L’inizio del Salmo mi porta a pensare che qui si voglia dire non solo che in Giuda e a Gerusalemme conoscono Dio, ma anche che Giuda e Gerusalemme sono il luogo che “rivela” Dio, perché in Giuda e Gerusalemme Egli si manifesta, è testimoniato e annunciato. Il Popolo di Dio è la “rivelazione” al mondo, a tutte le genti, di Dio e del suo mistero. Il Popolo del Signore, con la sua vita e la sua testimonianza, è l’ “epifania” del suo Signore! Dunque, Dio è conosciuto non solo da quelli che abitano in Sion, ma anche da tutti coloro che lo conoscono attraverso gli abitanti di Sion, perché Sion è “la sua tenda…la sua dimora”(ver.3).
La meraviglia è che la vittoria e la gloria di Sion non assomiglia, ma anzi, è opposta alle vittorie e alle glorie del mondo, perché nel Popolo di Dio non si celebra la forza e la potenza delle armi, ma si annuncia che Dio “spezzò le saette dell’arco, lo scudo, la spada e la guerra”(ver.4)! Tutto quello che afferma ed esprime la potenza della guerra e la vittoria della violenza è spogliato e paralizzato: così, mi sembra, i vers.5-8. Dunque, un capovolgimento radicale: non la potenza delle armi, ma la vittoria della pace. Dice il ver.8 di come Dio sia terribile e come si scateni la sua ira. Ma tutto questo è appunto per dire che “l’ira di Dio” non si rivela e non si attua come una vittoria mondana del più forte. Anzi, dal cielo Egli ha “fatto udire la sentenza: sbigottita la terra tace”(ver.9), perché finalmente è finito il dominio dei forti di questo mondo.
Ed ecco, finalmente, il giudizio divino: “Dio si alza per giudicare, per salvare tutti i poveri della terra”!!(ver.10). Per chi come noi ha la grazia e il privilegio di ascoltare e celebrare queste Parole con Gesù e in Gesù, la gioia è veramente piena. Ormai si può dire che “persino la collera dell’uomo ti dà gloria”(ver.11), perché anch’essa diventa luogo e tempo in cui Dio manifesta e dona la sua salvezza, dove “gli scampati dalla collera ti fanno festa”. Contro il giudizio e la condanna, il Figlio di Dio è venuto a portare la salvezza.
La severa ammonizione dei vers.12-13 chiede che tutti compiamo e portiamo al Signore voti e adempimenti che celebrino la pace che Egli è venuto a rivelare e a donare all’umanità. Tali sono i doni che Lui, “il Terribile” (pensate: è chiamato così perché è “terribilmente buono”!), con il Vangelo di Gesù è venuto a portare: sono i nuovi cieli e la nuova terra. Qui Egli “toglie il respiro ai potenti, ed è terribile per i re della terra”, perché, come ascoltavamo al ver.10, ora è finalmente il tempo della salvezza per “tutti i poveri della terra”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
A noi sembra – tante volte – un Dio assente, inattivo; non è così, afferma il salmista: “Dio si è fatto conoscere in Giuda”, si è manifestato e ha posto in Salem la sua tenda! Noi sappiamo che con Gesù Egli ha posto la sua tenda tra le tende degli uomini. – Ed ecco descritto, nei versetti seguenti, Dio come combattente impareggiabile e vincitore. Ora può alzarsi per giudicare, cioè – ecco la inaspettata sorpresa – “per salvare tutti i poveri della terra”(v.10). Il suo giudizio consiste nel salvare i deboli e gli oppressi del mondo. Allora è proprio vero che se è “terribile”(vv.8.12.13), lo è nell’amore. Non si accontenta – dice padre Alberto – di essere buono, ma è “esclusivamente buono”!