1 Al maestro del coro. Su «Non distruggere». Di Davide. Miktam. Quando fuggì da Saul nella caverna.
2 Pietà di me, pietà di me, o Dio,
in te si rifugia l’anima mia;
all’ombra delle tue ali mi rifugio
finché l’insidia sia passata.
3 Invocherò Dio, l’Altissimo,
Dio che fa tutto per me.
4 Mandi dal cielo a salvarmi,
confonda chi vuole inghiottirmi;
Dio mandi il suo amore e la sua fedeltà.
5 In mezzo a leoni devo coricarmi,
infiammàti di rabbia contro gli uomini!
I loro denti sono lance e frecce,
la loro lingua è spada affilata.
6 Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.
7 Hanno teso una rete ai miei piedi,
hanno piegato il mio collo,
hanno scavato davanti a me una fossa,
ma dentro vi sono caduti.
8 Saldo è il mio cuore, o Dio,
saldo è il mio cuore.
Voglio cantare, voglio inneggiare:
9 svégliati, mio cuore,
svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare l’aurora.
10 Ti loderò fra i popoli, Signore,
a te canterò inni fra le nazioni:
11 grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà.
12 Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.

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Rispetto al Salmo precedente, qui il Salmista sembra descrivere una situazione e una vicenda di maggior asprezza e pericolo. Del nemico egli dice: “…vuole inghiottirmi”(ver.4), e ancora: “In mezzo a leoni devo coricarmi, infiammati di rabbia contro gli uomini! I loro denti sono lance e frecce, la loro lingua spada affilata”(ver.5). E al ver.7: “Hanno teso una rete ai miei piedi, hanno piegato il mio collo…”.
Davanti a tutto questo egli domanda: “Mandi dal cielo a salvarmi…Dio mandi il suo amore e la sua fedeltà”(ver.4). Lo domanda a Dio “che fa tutto per me”(ver.3). Richiamo la vostra attenzione su queste due parole – amore e fedeltà – presenti nel nostro Salmo ai vers.4 e 11. Sono due termini continuamente ricorrenti nel Salterio. Il termine “amore” è, alla lettera “misericordia”, e dunque indica un amore piegato verso chi lo chiede, misericordia, appunto. Il termine “fedeltà”, ugualmente prezioso, è da considerare con molta attenzione. La tradizione greca lo rende con “verità”, e certamente è corretto. Ma implica una considerazione che a me sembra di grande rilievo. E cioè che, per la lingua ebraica della Bibbia, la “verità” non è una verità intellettuale, ma è la “fedeltà” di Dio, la sua fedeltà al patto d’amore, all’alleanza che Egli ha stretto con il suo popolo! Quasi sempre la traduzione italiana sceglie, come qui, il termine “fedeltà”. Qualche volta usa la parola “verità”. L’importante è considerare come la Scrittura consideri la verità! Non si tratta di un ragionamento, e di un ragionamento corretto; una razionalità luminosa. Ma di un attributo di Dio, molto vicino al suo amore misericordioso, che dice come Egli preceda e accompagni la nostra storia con la sua fedeltà all’Alleanza! Nel nostro Salmo, al ver.4, si prega perché il Signore mandi il suo amore e la sua fedeltà. Al ver.11 il suo amore e la sua fedeltà vengono acclamati dalla lode e dal ringraziamento di chi è stato salvato.
I vers.8-12 sono infatti una grande lode del Signore per come Egli ha soccorso chi ora lo acclama e lo glorifica con grande forza: “Voglio cantare, voglio inneggiare: svegliati mio cuore, svegliatevi arpa e cetra, voglio svegliare l’aurora. Ti loderò tra i popoli, Signore…”. “Grande fino ai cieli è il tuo amore e fino alle nubi la tua fedeltà”!!(ver.11).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Quando recitiamo il ritornello (vv.6 e 12, in corsivo in alcune edizioni dei salmi), rivolgiamo lo sguardo verso il cielo, là dove il Sole “si alza”, per tutto illuminare con la sua luce. Verso questo splendore mattutino si protende l’orante, nella terribile e pericolosa situazione in cui si trova. In mezzo a leoni voraci dai denti acuminati, con una rete tesa per imprigionarlo e una fossa pronta a inghiottirlo, egli osa confidare e sperare: “Saldo è il mio cuore, o Dio/ saldo è il mio cuore”. Ha una “ingiustificata” forza e voglia di cantare e inneggiare; vuole anticipare il momento in cui tutto si scalderà e si illuminerà: “Svégliati, mio cuore, svegliatevi, arpa e cetra, voglio svegliare l’aurora. Ti loderò fra i popoli, Signore…”.