1 Salmo. Di Davide.
Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
2 Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
3 La voce del Signore è sopra le acque,
tuona il Dio della gloria,
il Signore sulle grandi acque.
4 La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza.
5 La voce del Signore schianta i cedri,
schianta il Signore i cedri del Libano.
6 Fa balzare come un vitello il Libano,
e il monte Sirion come un giovane bufalo.
7 La voce del Signore saetta fiamme di fuoco,
8 la voce del Signore scuote il deserto,
scuote il Signore il deserto di Kades.
9 La voce del Signore provoca le doglie alle cerve
e affretta il parto delle capre.
Nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
10 Il Signore è seduto sull’oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre.
11 Il Signore darà potenza al suo popolo,
il Signore benedirà il suo popolo con la pace.

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Ai vers.1-2 il verbo “date” ripetuto tre volte porta in sè il significato dell’offerta a Dio, il senso di una liturgia di lode e di glorificazione che ha la sua piena esplicazione con quel “prostratevi al Signore nel suo atrio santo”, espressione che si riferisce al Tempio come luogo dell’incontro con Dio e della sua glorificazione da parte del suo popolo. In questo modo si stabilisce una stretta relazione tra il Tempio e tutto il creato. E questo è molto importante perchè le “religioni” tendono a divinizzare qualche elemento particolarmente potente della creazione, cedendo in questo modo a forme di idolatria. Invece solo il Signore bisogna adorare, mentre tutta la creazione e tutta la storia sono “luoghi” della sua manifestazione o “segni” della sua potenza. Quindi mi sembra che questo piccolo grande Salmo vada inteso come grande inno a Dio contro tutte le forme più o meno evidenti di adorazione del creato. Noi potremmo pensare erroneamente che il tempo in cui viviamo abbia superato il rischio di “deificare” qualcosa o qualcuno! Siamo invece preda di deificazioni molto più pericolose e di mitizzazioni molto più gravi: all’antica adorazione idolatrica della natura si aggiunge molto più pericolosa, oggi come nel passato, e più che nel passato, anche attraverso la potenza dei mezzi di comunicazione, l’adorazione di idoli fatti dalle nostre stesse mani, come i prodotti delle nostre tecnologie, o i terribili miti della ricchezza, della potenza prepotente,della lussuria più violenta e sfacciata, come vediamo anche ai nostri giorni, accanto a noi.
Secondo S.Agostino “le acque” di cui dice il ver.3 sono tutti i popoli e la loro potenza: la “voce del Signore”, del Dio di Israele, del Padre di Gesù, è sopra a tutti i popoli della terra perchè è di tutti e per tutti. Infatti questa “voce del Signore” che caratterizza e accompagna l’intero Salmo è l’evento della Parola di Dio. Penso che l’espressione “voce del Signore” vada intesa come la “Parola del Signore” quando diventa evento e concreta esperienza dell’uomo. E’ quindi la Parola quando diventa “voce” verso di me. Solo a questa “voce” spettano le attribuzioni di “forza” e di “potenza”(ver.4). E’ la voce del Signore a manifestarsi ben più potente di tutte le potenze da Lui stesso create: i cedri del Libano impressionanti per la loro immensità e la loro longevità (ver.5), la potenza di nazioni pagane come il Libano o la mestosa grandezza del monte Hermon, qui chiamato Sirion (ver.6), sono tutte realtà che Dio ha in suo potere e che in ogni momento Egli può scuotere e distruggere.
Quindi, ascoltiamo dai vers.7-9, è Dio che con la sua Parola guida tutto quello che accade nella creazione e nella storia. tale è la fede di Israele che nel Tempio di Gerusalemme raccoglie e indirizza tutto e tutti alla glorificazione di Dio: “Nel suo Tempio tutti dicono “. Il Signore, che è al di sopra dei cieli e delle acque che sono sopra il cielo, è l’unico vero Signore ora e per sempre (ver.10). E’ dono fatto al suo popolo e grande compito di questo stesso popolo custodire e manifestare tutto questo: tale è la vera potenza che al piccolo popolo di Dio è stata data. Per questo e in questo “il Signore benedirà il suo popolo con la pace” (ver.11).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il bell’invito iniziale è rivolto a tutti noi, chiamati “figli di Dio” (e lo siamo veramente, dice l’apostolo Giovanni). Cosa dobbiamo dare a Dio? “Date al Signore la gloria del suo nome”(v.2). Mi fa pensare alle parole che sempre diciamo: “Sia santificato il tuo nome”: manifesta tutta la forza del tuo amore… Ed ecco la Voce, la Parola, che si manifesta ovunque e produce effetti forti e ben riconoscibili. Eppure, noi siamo sordi e ciechi: duri di cuore e lenti a capire. Ci sarebbe da preoccuparsi; senonchè il Signore che conosciamo è benignità e misericordia; dobbiamo solo – come ha ricordato anche oggi Giovanni nell’omelia – “voler bene”… “Il Signore benedirà il suo popolo con la pace”(v.11).