Tet. 65 Hai fatto del bene al tuo servo,
secondo la tua parola, Signore.
6 6 Insegnami il gusto del bene e la conoscenza,
perché ho fiducia nei tuoi comandi.
67 Prima di essere umiliato andavo errando,
ma ora osservo la tua promessa.
68 Tu sei buono e fai il bene:
insegnami i tuoi decreti.
69 Gli orgogliosi mi hanno coperto di menzogne,
ma io con tutto il cuore custodisco i tuoi precetti.
70 Insensibile come il grasso è il loro cuore:
nella tua legge io trovo la mia delizia.
71 Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari i tuoi decreti.
72 Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.
Salmo 119 (118),65-72

“Hai fatto del bene”(ver.65) è forse un po’ leggero e pallido rispetto a “hai fatto il bene” o, come propone la versione greca, “hai usato bontà”. Ed è questo bene-bontà che chiediamo ci venga insegnato come suprema sapienza della vita. Ed è quello che ci dona la Parola del Signore, nella quale abbiamo fiducia, e che non è semplicemente una “dottrina”, ma è prima di tutto la nostra esperienza dell’amore di Dio nel dono della sua Parola.
Tutto questo passa necessariamente attraverso la pedagogia fondamentale dell’umiliazione e dell’umiltà: “Prima di essere umiliato andavo errando, ma ora osservo la tua promessa”, e al ver.71: “Bene per me se sono stato umiliato, perché impari i tuoi decreti”. Nei giorni scorsi, ai vers.50-51, abbiamo già incontrato questa “condizione” essenziale per la vita di fede, perché la Parola del Signore viene da Lui donata ai piccoli e ai poveri. Per questo il confronto e il contrasto inevitabile è con “gli orgogliosi”, perché l’orgoglio è l’idolatrica fiducia in se stessi, e al ver.69 si dice come il loro vanto sia menzogna e ciò di cui si vantano sia in realtà la loro miseria: “Insensibile come il grasso è il loro cuore”.
Il Salmista è riconoscente alla storia di salvezza che gli è stata donata. La traduzione italiana mette in evidenza la concordia anche verbale dei vers.71-72: “Bene per me se sono stato umiliato…..Bene è per me la legge della tua bocca”. Quel cammino di umiliazione verso l’umiltà è quello che conduce al dono della Parola del Signore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il bene è il cuore di questi versetti. Si affacciano alla mente le frasi che noi adoperiamo abitualmente: fare il bene e soprattutto voler bene, cioè amare. Chi fa il bene e vuole il nostro bene è il Signore: “Tu sei buono e fai il bene”(v.68). E’ lui che eccelle nell’amore, e questo si manifesta nei più diversi modi: è bene “la pedagogia dell’umiliazione e dell’umiltà”, come dice don Giovanni; è bene il dono della Parola che esce dalla sua bocca… – Continua ad amarci, Signore, tu che sei “il buono”, “colui che fa il bene”…