Het. 57 La mia parte è il Signore:
ho deciso di osservare le tue parole.
58 Con tutto il cuore ho placato il tuo volto:
abbi pietà di me secondo la tua promessa.
59 Ho esaminato le mie vie,
ho rivolto i miei piedi verso i tuoi insegnamenti.
60 Mi affretto e non voglio tardare
a osservare i tuoi comandi.
61 I lacci dei malvagi mi hanno avvolto:
non ho dimenticato la tua legge.
62 Nel cuore della notte mi alzo a renderti grazie
per i tuoi giusti giudizi.
63 Sono amico di coloro che ti temono
e osservano i tuoi precetti.
64 Del tuo amore, Signore, è piena la terra;
insegnami i tuoi decreti.
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Anche se la traduzione italiana non mi convince sempre, sono stato conquistato dal ver.57 del nostro testo : “la mia parte è il Signore” o, nella versione greca: “Mia porzione sei tu, Signore”. Dunque, il mio dovere – ma anche il mio piacere quotidiano! – “è osservare (alla lettera, custodire) le tue parole”. Meglio di così non poteva andare! Anche perché questa custodia è concessa a me peccatore, che dico: “Abbi pietà di me secondo la tua promessa”, o meglio, alla lettera, “secondo la tua Parola”: così al ver.58. Per lo stesso motivo mi affascina il ver.59, che colgo anche come ironico: avendo esaminato le mie vie, “ho rivolto i miei piedi verso i tuoi insegnamenti”. Dove altrimenti andrebbero a finire queste “mie vie”? Per questo, anche oggi, “mi affretto e non voglio tardare a custodire i tuoi comandi” (ver.60). Questi “comandi” sono sempre la Parola, che per la sua potente bellezza diventa, grazie a Dio e malgrado le mie miserie, sempre più autorevole nella mia povera vita di peccatore.
Nella mia esperienza è delicata l’interpretazione del ver.61, perché non posso dire che dei “malvagi” mi abbiano legato e imprigionato. Nella mia vita questi “malvagi” sono potenze cattive che mi invadono e davanti alle quali sono debole. Malgrado questo, posso far mia anche la seconda parte del ver.61, perché, malgrado i miei peccati, “non ho dimenticato la tua legge”. Per grazia di Dio e per la carità dei fratelli e delle sorelle della famiglia che mi sopporta e mi porta, conosco anche il fascino e la potenza di quanto dice il ver.62: “Nel cuore della notte mi alzo a renderti grazie per i tuoi giusti giudizi”, che nella versione greca sono “i giudizi della tua giustizia”. E scrivere ogni mattina queste noticine mi mette nel privilegio straordinario e nella possibilità di dire del mio legame affettuoso con voi: “Sono amico di coloro che ti temono e osservano i tuoi comandi”. Mai avrei pensato che i miei pensierini potessero essere inviati ogni mattina a più di mille destinazioni e a più di mille amiche e amici!
Questo quotidiano cammino nella Parola di Dio, anche per il regalo straordinario di questo Papa Argentino e delle sue parole di ogni giorno, mi porta a pensare che, malgrado tante vicende anche terribili di violenza e di male, “del tuo amore, Signore, è piena la terra”. Allora, caro Signore, ti chiedo, anche a nome di tutti questi fratelli e amici: “Insegnami i tuoi decreti” (ver.64).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Del tuo amore, Signore, è piena la terra”: quante terribili vicende attorno a noi – lo accenna anche don Giovanni -! Per non parlare di povertà, disoccupazione, di fame nel modo… Eppure il mondo è pieno della bontà del Signore e gli atti di bontà, i gesti d’amore riempiono sicuramente la nostra convivenza e la nostra storia. Un vincolo di bene ci unisce a tutti coloro che “temono il Signore” e cercano di seguire la sua parola.