Bet. 9 Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Osservando la tua parola.
10 Con tutto il mio cuore ti cerco:
non lasciarmi deviare dai tuoi comandi.
11 Ripongo nel cuore la tua promessa
per non peccare contro di te.
12 Benedetto sei tu, Signore:
insegnami i tuoi decreti.
13 Con le mie labbra ho raccontato
tutti i giudizi della tua bocca.
14 Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia,
più che in tutte le ricchezze.
15 Voglio meditare i tuoi precetti,
considerare le tue vie.
16 Nei tuoi decreti è la mia delizia,
non dimenticherò la tua parola.
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Il protagonista dell’incontro con la Parola è oggi un giovane, che non è un determinato giovane, ma genericamente una persona giovane. Dove, al ver.9, si dice “come potrà un giovane tenere pura la sua via?”, il verbo significa sia “tener diritto” sia “raddrizzare”, e per questo motivo le versioni latina e greca introducono il tema della correzione: “In che modo correggerà il giovane la sua via”. In ogni modo, tutto sembra voler indicare un percorso di progressiva educazione ed esperienza. Questo giovane è in certo senso un novizio. Ma bisogna dire che davanti alla Parola di Dio siamo sempre tutti novizi, principianti. Come sempre agli inizi. A conferma di ciò i vers.9-10 dicono di un’osservanza della Parola che è anche incessante ricerca del Signore, “con tutto il cuore”, e la richiesta che il Signore non mi lasci “deviare dai tuoi comandi” che le versioni latina e greca accentuano come richiesta di non essere da Dio respinti “lontano dai tuoi comandamenti”.
La custodia delle parole del Signore di cui dice il ver.11 è addirittura un “nasconderle” nel cuore, come un “segreto” che è la vera possibilità di tenersi lontano dal peccato. Ma questo giovane non è solo ascoltatore di questa Parola: “Con le mie labbra ho raccontato tutti i giudizi della tua bocca”(ver.13). Mi sono anch’io accorto che quando mi capita di annunciare la Parola, io stesso, pur così vecchio, ne sono il primo ascoltatore, e la Parola che dico, io per primo l’ascolto! Oso dire che proprio in quel momento entro in una nuova conoscenza della Parola che sto poveramente tentando di comunicare.
Quando il ver.14 dice della “gioia” degli insegnamenti del Signore, più che dare un indirizzo morale riferisce un’esperienza! E’ proprio vero che il dono della Parola diventa un’esperienza gioiosa e più preziosa di ogni altra ricchezza. E da qui nasce non la “regola” ma il desiderio e quindi la volontà di “meditare i tuoi precetti, considerare le tue vie”. Infatti “nei tuoi decreti è la mia delizia, non dimenticherò la tua Parola”(vers.15-16). Sento il desiderio di dire con voi che per questo la vita cristiana è bellissima, e che questo dono del Vangelo è una grande responsabilità di riconoscenza e di comunione con tutti gli uomini e tutte le donne della terra.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Questo giovane, pur novizio, è già in grado di suggerirci l’itinerario da seguire: prima il cuore, poi le labbra, infine l’azione (la via). Con il cuore si cerca il Signore e nel cuore si ripone la sua promessa, la sua Parola; le labbra manifestano i suoi giudizi e lo benedicono; nella pratica quotidiana si percorre la via del Signore. Da Gesù sappiamo che questa via è un orientamento della nostra vita verso gli altri e il loro bene. – Infine,l’esperienza della gioia, della delizia che risiede nella Parola del Signore, ci auguriamo proprio di farla, respinte le inclinazioni alla tristezza, alla insoddisfazione, ai rimorsi…