1 (113,9) Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria, per il tuo amore, per la tua fedeltà.
2 (113,10) Perché le genti dovrebbero dire:
«Dov’è il loro Dio?».
3 (113,11) Il nostro Dio è nei cieli:
tutto ciò che vuole, egli lo compie.
4 (113,12) I loro idoli sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo.
5 (113,13) Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
6 (113,14) hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.
7 (113,15) Le loro mani non palpano,
i loro piedi non camminano;
dalla loro gola non escono suoni!
8 (113,16) Diventi come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida!
9 (113,17) Israele, confida nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo.
10 (113,18) Casa di Aronne, confida nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo.
11 (113,19) Voi che temete il Signore, confidate nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo.
12 (113,20) Il Signore si ricorda di noi, ci benedice:
benedice la casa d’Israele,
benedice la casa di Aronne.
13 (113,21) Benedice quelli che temono il Signore, i piccoli e i grandi.
14 (113,22) Vi renda numerosi il Signore, voi e i vostri figli.
15 (113,23) Siate benedetti dal Signore, che ha fatto cielo e terra.
16 (113,24) I cieli sono i cieli del Signore, ma la terra l’ha data ai figli dell’uomo.
17 (113,25) Non i morti lodano il Signore né quelli che scendono nel silenzio,
18 (113,26) ma noi benediciamo il Signore da ora e per sempre.
Alleluia.
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Lasciamoci affascinare dalla bellezza di questa preghiera e lasciamoci meravigliare per la sorprendente attualità della Parola di Dio oggi così capace di ricordarci la presenza nella nostra vita di idoli tanto seducenti quanto potenti. Mi sembra importante fin d’ora sottolineare che fa parte dell’idolatria il presentarsi spesso in modi opposti e del tutto alternativi all’orizzonte della fede, e a porsi come superiorità e superamento del cammino della fede. Nella Parola di questo Salmo trovo presenti tutti questi elementi!
Il ver.1 ci introduce mirabilmente nel testo con un’invocazione all’umiltà che cerca e chiede non una nostra gloria, ma la gloria di Dio, che ne proclami la grandezza anche davanti a tutte le genti (ver.2). Solo Dio è il Signore. Gli idoli, pur così seducenti, sono falsi. Ed è falsa la loro apparente potenza. Tale falsità viene smascherata già nel semplice confronto con la nostra semplice umanità. Malgrado le loro apparenze, non parlano, non vedono, non odono …: così i vers.4-7. Il ver.8 chiede che siano ridotti come loro chi li costruisce e chi in essi confida. Apro qui una piccola parentesi: mi ha impressionato, nella recente visita in Africa alle mie sorelle e ai miei fratelli, vedere l’invasione impressionante di telefonini in una condizione di vita quasi disperata per tutto quello che riguarda il sostegno essenziale dell’esistenza! In luoghi dove ovviamente non c’è illuminazione elettrica si vedono però fili sottili di corrente usata per ricaricarli!
Per la fede ebraica l’idolatria è il male peggiore: meglio l’ateo che l’idolatra! I vers.9-11 sono grande invito alla fede. Approfitto del ver.11 per dire che quando la Parola di Dio cita coloro che “temono il Signore”,non si riferisce ad un atteggiamento positivo dello spirito umano, ma ad una precisa categoria di persone ! I “timorati di Dio” o i “tementi Dio” sono coloro che, non essendo “ebrei”, tuttavia ne condividono la fede nel Signore e la vita morale e religiosa che ne consegue. Purtroppo il traduttore italiano sempre ignora questo elemento importante della rivelazione e della fede ebraica.
I vers.12-15 esaltano la benedizione divina su tutti i credenti, per i quali chiede anche la fecondità (ver.14). Il ver.16 è molto caro alla tradizione ebraica per come ricorda la grande responsabilità del credente, perché “i cieli sono i cieli del Signore”, ma “la terra l’ha data ai figli dell’uomo”, e di tale vita sulla terra l’uomo ha il compito di concepirla e di condurla secondo il disegno e la volontà di Dio, nel concreto della sua vita : “Non i morti lodano il Signore né quelli che scendono nel silenzio, ma noi benediciamo il Signore da ora e per sempre” (vers.17-18).
Dio ti benedica e tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Ci sarebbe un qualche motivo per “glorificare” noi stessi? E’ difficile vederlo, mentre la glorificazione di Dio, del suo “nome” ha una motivazione grande e bella: il suo amore e la sua fedeltà. Sono per noi e per sempre. – Un altro attributo viene sottolineato, e anche questo correlato a noi, sue creature: “aiuto e scudo”. Uno scudo è una difesa stabile, continua, insuperabile, e l’aiuto è quello che ognuno di noi può sperimentare. – Gravida di conseguenze è l’affermazione del v.16: “la terra l’ha data ai figli dell’uomo”… E’ affidata a noi, la nostra missione si svolge qui, non nella vita futura (dove pure la nostra esistenza continuerà)…