27 Sappiano che qui c’è la tua mano:
sei tu, Signore, che hai fatto questo.
28 Essi maledicano pure, ma tu benedici!
Insorgano, ma siano svergognati
e il tuo servo sia nella gioia.
29 Si coprano d’infamia i miei accusatori,
siano avvolti di vergogna come di un mantello.
30 A piena voce ringrazierò il Signore,
in mezzo alla folla canterò la sua lode,
31 perché si è messo alla destra del misero
per salvarlo da quelli che lo condannano.
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Chi sono questi che devono “sapere”, loro che maledicono e insorgono, ma saranno svergognati (ver.28)? Chi sono costoro che saranno coperti d’infamia e avvolti di vergogna (ver.29)? Sono gli “accusatori” (ver.29)! In greco, il verbo allude ai diavoli, e in ebraico allude a satana. Dunque, il Salmo si conclude con l’affermazione della lotta tra Dio e il diavolo.
Il diavolo accusa , ma Dio benedice! E per questo, “il tuo servo è nella gioia”. E questo servo – cioè tutti noi! – dice: “A piena voce ringrazierò il Signore, in mezzo alla folla canterò la sua lode”! (ver.30). E ognuno di noi sa bene che non è stato lui stesso a vincere il Male, rispetto al quale noi ben conosciamo tutta la nostra fragilità. Ma è perché il Signore “si è messo alla destra del misero per salvarlo da quelli che lo condannano” (ver.31). La potenza di Dio è la potenza del suo Amore per ogni uomo e donna della terra. Ed è quindi la sua misericordia per noi a tacitare e scacciare il diavolo, cioè, appunto, l’accusatore. Per questo ci piace riprendere il ver.27: “Sappiano (gli accusatori!) che qui c’è la tua mano: sei tu, Signore, che hai fatto questo”!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.