1 Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
2 Lo dicano quelli che il Signore ha riscattato,
che ha riscattato dalla mano dell’oppressore
3 e ha radunato da terre diverse,
dall’oriente e dall’occidente,
dal settentrione e dal mezzogiorno.
4 Alcuni vagavano nel deserto su strade perdute,
senza trovare una città in cui abitare.
5 Erano affamati e assetati,
veniva meno la loro vita.
6 Nell’angustia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angosce.
7 Li guidò per una strada sicura,
perché andassero verso una città in cui abitare.
8 Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini,
9 perché ha saziato un animo assetato,
un animo affamato ha ricolmato di bene.
10 Altri abitavano nelle tenebre e nell’ombra di morte,
prigionieri della miseria e dei ferri,
11 perché si erano ribellati alle parole di Dio
e avevano disprezzato il progetto dell’Altissimo.
12 Egli umiliò il loro cuore con le fatiche:
cadevano e nessuno li aiutava.
13 Nell’angustia gridarono al Signore,
ed egli li salvò dalle loro angosce.
14 Li fece uscire dalle tenebre e dall’ombra di morte
e spezzò le loro catene.
15 Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini,
16 perché ha infranto le porte di bronzo
e ha spezzato le sbarre di ferro.
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Questo Salmo è stato molto importante nel mio cammino di fede per entrare nella sostanza della preghiera ebraico-cristiana. In questo mi ha molto aiutato la presenza e la ripetizione quasi “ritmica” di due versetti che nella parte di oggi troviamo al ver.6: “Nell’angustia gridarono al Signore ed egli li liberò dalle loro angosce” e al ver.8: “Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini”, e che più volte ritroveremo in questo Salmo. Il primo dice la nostra condizione povera e ferita che si esprime in un’invocazione di salvezza, e il secondo è ringraziamento e lode al Signore per la sua opera di salvezza. Siamo molto più piccoli e deboli delle difficoltà nelle quali ci troviamo e viviamo, ma possiamo supplicare l’intervento del Signore, e lo ringraziamo per quello che ha fatto e continua a fare per noi. E’ preghiera del povero, che riceve la salvezza e la vive sempre tra la supplica e il rendimento di grazie! Si può dire che questa è la sostanza della relazione tra Dio e i suoi figli. Siamo invece lontani da una concezione della preghiera come via di innalzamento, o di merito, o di particolari virtù. La preghiera come è descritta in questo Salmo mi ricorda l’insistente e severa richiesta della mamma che esigeva sempre che chiedessimo “per favore, per piacere”, e con altrettanto rigore pretendeva che dicessimo “grazie” per quello che avevamo ricevuto. Dunque una preghiera molto concreta. Una preghiera nella vita e per la vita. Talvolta la difficoltà per la quale chiediamo aiuto ha la sua origine in un guaio e in un peccato commesso da noi. Altre volte è un frangente dell’esistenza che proviene dalla natura stessa delle cose. Altre volte, infine, è la trama della storia che Dio stesso tesse per noi e con noi: difficoltà e prove in cui da soli non possiamo trovare soluzione e salvezza, e dunque riconoscenza verso di Lui, infinitamente buono.
Per questo è particolarmente significativo, quasi il titolo di tutto il Salmo, il ver.1: “Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre”. E i vers.2-9 possono essere memoria della grande opera di liberazione dalla schiavitù egiziana e di quel cammino nel deserto che sarebbe stato impossibile senza la guida e la protezione del Signore. E più generalmente questi versetti sono memoria della strada che Dio ha fatto percorrere a ciascuno di noi, e alle nostre famiglie, e alle nostre comunità ecclesiali, e alle nostre culture, e alle vicende culturali e politiche dei nostri paesi ….e dunque a tutto quello che è ed è stata la nostra storia, e la nostra esperienza-conoscenza dell’opera di Dio per noi.
La seconda parte del nostro brano sembra più direttamente riferirsi alla nostra vicenda di peccatori che “si erano ribellati alle parole di Dio e avevano disprezzato il progetto dell’Altissimo” (ver.11). Allora l’intervento divino ha anche una dimensione pedagogica e correttiva: “Egli umiliò il loro cuore con le fatiche: cadevano e nessuno li aiutava” (ver.12). Ma alla loro invocazione di salvezza (ver.13), il Signore ha poi risposto: “Li fece uscire dalle tenebre e dall’ombra di morte e spezzò le loro catene” (ver.14). Per questo, dunque, “ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini” (ver.15), e ancora, al ver.16: “perché ha infranto le porte di bronzo e ha spezzato le sbarre di ferro” (ver.16).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Facciamo parte anche noi di coloro che sono stati “riscattati” e “radunati” dai quattro punti cardinali; anche noi oggi ci uniamo al ringraziamento per quella persona così grande che è il Signore: la sua nota qualificativa è la bontà “e il suo amore è per sempre”. – Al v. 4 ci imbattiamo in una carovana che si è smarrita nel deserto, in balìa ormai della fame, della sete e in preda all’angoscia. Anche qui viene spontaneo identificarsi con questi dispersi, noi che facilmente ci smarriamo nei sentieri della vita. Ma il Signore ascolta il grido, soccorre, sazia, ricolma di bene… – Nell’immagine successiva sembra di essere in una prigione antica (ma è così anche in piena civiltà): uomini in ceppi, prigionieri tenuti nelle tenebre e minacciati di morte. E allora il Signore rivela un altro aspetto del suo volto: è colui che libera, spezza le catene, infrange le porte di bronzo, salva dall’angoscia. Anche “nell’ombra di morte” non temiamo più perché “Tu sei con me; il tuo bastone e il tuo vincastro sono il mio conforto”…
Questo salmo parla al mio cuore, da qualche giorno.
Vi ringrazio per queste ulteriori riflessioni, molto utili.