24 Rifiutarono una terra di delizie,
non credettero alla sua parola.
25 Mormorarono nelle loro tende,
non ascoltarono la voce del Signore.
26 Allora egli alzò la mano contro di loro,
giurando di abbatterli nel deserto,
27 di disperdere la loro discendenza tra le nazioni
e disseminarli nelle loro terre.
28 Adorarono Baal-Peor
e mangiarono i sacrifici dei morti.
29 Lo provocarono con tali azioni,
e tra loro scoppiò la peste.
30 Ma Fineès si alzò per fare giustizia:
allora la peste cessò.
31 Ciò fu considerato per lui un atto di giustizia
di generazione in generazione, per sempre.
32 Lo irritarono anche alle acque di Merìba
e Mosè fu punito per causa loro:
33 poiché avevano amareggiato il suo spirito
ed egli aveva parlato senza riflettere.
34 Non sterminarono i popoli
come aveva ordinato il Signore,
35 ma si mescolarono con le genti
e impararono ad agire come loro.
36 Servirono i loro idoli
e questi furono per loro un tranello.
37 Immolarono i loro figli
e le loro figlie ai falsi dèi.
38 Versarono sangue innocente,
il sangue dei loro figli e delle loro figlie,
sacrificàti agli idoli di Canaan,
e la terra fu profanata dal sangue.
Oggi ci vengono ricordati solo i nostri peccati. Potrebbe essere motivo di tristezza, e forse è bene sia anche così. Voglio tuttavia ricordare con voi due elementi di grande rilievo e di profonda speranza. Il primo è una considerazione di carattere generale: qual è il contenuto e lo scopo dei comandamenti del Signore? E’ una grande storia d’amore! Per questo, tutto quello che Dio domanda al suo popolo di fare o di non fare è sempre motivato e finalizzato alla comunione d’amore. Per questo Egli vuol donare loro una terra che essi rifiutano (ver.24), e per questo li punisce per la loro idolatria (vers.28-31). Il popolo non si fida e non si affida al suo Signore che lo vuole soccorrere, e in questo viene coinvolto persino Mosè! (vers.32-33). Adorando divinità pagane e violente essi tradiscono il vincolo d’amore che li unisce a Dio e si consegnano a culti terribili (vers.34-38).
L’altro elemento cui ritornare incessantemente è che proprio l’esperienza amara del peccato fa da controluce all’immensità del dono di Dio, ne fa risplendere l’assoluta gratuità, e suggerirà a questo popolo di peccatori un amore sempre più grande per il Signore della misericordia.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Ai comportamenti negativi di ieri ne possiamo aggiungere due, dai vv. 24-25: “Non ascoltarono la voce del Signore”, “non credettero alla sua parola”. – Allora, quanto a noi oggi, è bene che ci rafforziamo e persistiamo nell’ascolto della Parola di Dio e nel crederla, cioè – come sappiamo – aderendo non tanto a una dottrina quanto a una Persona, accogliendola e fidandoci di lei. – Nel quadro descritto dai versetti odierni, si distingue il ricordo positivo di Fineès: qualunque cosa egli abbia fatto (un atto di giustizia o di espiazione o di preghiera, secondo le traduzioni), l’azione positiva di uno solo porta alla salvezza di tutto il popolo e questo fatto è qualcosa di definitivo, rimasto “di generazione in generazione, per sempre ” (vv. 30-31). Il bene di uno va a vantaggio di tutti.