1 Di Davide. Salmo.
Amore e giustizia io voglio cantare,
voglio cantare inni a te, Signore.
2 Agirò con saggezza nella via dell’innocenza:
quando a me verrai?
Camminerò con cuore innocente
dentro la mia casa.
3 Non sopporterò davanti ai miei occhi azioni malvagie,
detesto chi compie delitti: non mi starà vicino.
4 Lontano da me il cuore perverso,
il malvagio non lo voglio conoscere.
5 Chi calunnia in segreto il suo prossimo
io lo ridurrò al silenzio;
chi ha occhio altero e cuore superbo
non lo potrò sopportare.
6 I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese
perché restino accanto a me:
chi cammina nella via dell’innocenza,
costui sarà al mio servizio.
7 Non abiterà dentro la mia casa
chi agisce con inganno,
chi dice menzogne
non starà alla mia presenza.
8 Ridurrò al silenzio ogni mattino
tutti i malvagi del paese,
per estirpare dalla città del Signore
quanti operano il male.
Se pensiamo che Davide in persona dica queste parole, ci affascina il pensiero che egli sia grande profezia dello stesso Signore Gesù. Certamente Egli assume questa preghiera e la fa sua. Oggi mi sembra quindi particolarmente prezioso ricordare che quando preghiamo., e in particolare quando preghiamo il Salterio, è Gesù stesso che prega con noi, illuminando il senso profetico straordinario di questa preghiera. Anche se talvolta possiamo avvertire lontananza da quello che è per noi il cuore della fede di Gesù, piano piano ci accorgiamo che la Parola si illumina di Lui e illumina Lui! E’ cioè Gesù stesso a mostrare come quella Parola sia sua e parli di Lui, e come Lui stesso sia illuminato e svelato da quella Parola!
Dice al ver.1 di voler cantare “amore e giustizia”. Più letteralmente si potrebbe dire “misericordia e giudizio”: vedremo come i due termini siano fortemente collegati. La “via dell’innocenza” del ver.2 è, alla lettera, “camminerò con cuore integro, o “innocente”, dentro la mia casa. Qui si comincia a chiarire la compresenza dei due termini “amore e giustizia”: la profonda comunione dell’amore diventa “giudizio” nei confronti di tutto quello che vi si oppone. E’ dunque un giudizio interiore e segna e determina la “vita nuova”. I vers.3-5 esprimono questa giudizio di condanna, che non è tanto il rifiuto o la condanna di una persona, ma è appunto il processo di conversione che avviene all’interno dei cuori, come all’interno della stessa comunità credente. E’ quella conversione del cuore e della vita che è vera “pasqua”, e cioè morte di una creatura vecchia e violenta e risurrezione di una persona nuova per una vita nuova.
Davide-Gesù è dunque il grande protagonista di questa Pasqua della storia. I vers.6-8 sono la descrizione di questo “uomo nuovo” e di questa vita nuova in Dio. Gesù è questa vita nuova che Davide profetizza nella grande fede del suo canto meraviglioso.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Anche noi oggi, come l’antico salmista, vogliamo cantare questi due attributi del Signore, amore-bontà o misericordia e giustizia e giudizio. Grazie a Gesù, capiamo un po’ meglio di cosa stiamo parlando, di quale Dio e di quali sue caratteristiche. Il salmista ribadisce: “voglio cantare inni a te, Signore”. Un’altra traduzione dice: “Per te è la mia musica, Signore!” Musica e parole che preparino l’evento atteso: “Quando verrai a me?”. Noi ormai lo sappiamo bene: non siamo noi che dobbiamo andare a Lui, perché è Lui che è venuto e viene a noi. Siamo dimora stabile di Dio.- Negli ultimi versetti si delinea il regno ideale: menzogna e malvagità sono eliminate; fedeltà e onestà abitano la casa del sovrano… E’ anche la meta verso cui camminiamo.