1 Che diremo dunque? Rimaniamo nel peccato perché abbondi la grazia? 2 È assurdo! Noi, che già siamo morti al peccato, come potremo ancora vivere in esso? 3 O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? 4 Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. 5 Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione. 6 Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. 7 Infatti chi è morto, è liberato dal peccato.
8 Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, 9 sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. 10 Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. 11 Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.

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Dopo avere considerato l’umanità nel suo insieme e nella sua globalità, peccatrice e mortale in Adamo, costituita giusta e vivificata in Cristo (cap. 5), la lettera ora prende in esame una parte ddell’umanità, cioè coloro che sono stati raggiunti dal vangelo, che sono entrati nel grande mistero della fede e che in virtù di questo hanno ricevuto il battesimo: a costoro è richiesto qualcosa di più. Mentre tutti sono salvati in Cristo, anche se non lo sanno (vedi il testo di ieri, alla fine del cap. 5), alcuni (oggi se ne contano circa un miliardo su sette) hanno ricevuto con il vangelo la grazia di conoscere la salvezza di tutti in Cristo e quindi non possono più dire “Rimaniamo nel peccato perché abbondi la grazia”: per essi il battesimo ricevuto significa morte al peccato e vita dedicata al servizio di Dio e del prossimo; per loro la risurrezione non è solo la vita dopo la morte corporale, ma il dono fin da adesso di “camminare in una vita nuova”. Il testo di oggi è letto dalla Chiesa nella veglia pasquale, a conclusione del racconto della storia della salvezza e ci vuole proprio dire che dalla pasqua di Gesù in poi, cioè dal nostro battesimo in poi, siamo già morti e risorti a vita nuova.
Un caro augurio di una serena giornata e di una lieta domenica. Francesco, a nome di Giovanni, assente per qualche giorno.