Mi è piaciuto quello che lei ha detto in quell’intervista di Repubblica l’ultimo dell’anno. Allora lei come cristiano e per giunta prete pensa che sia giusto per noi cattolici interessarci alla politica. Perché mia moglie mi dice sempre che faccio male a fare il consigliere comunale del mio paese. E che la politica non si deve fare perché noi dobbiamo guardare al vangelo e basta. Se mai ci diranno i vescovi e ancora meglio il papa che cosa bisogna fare.
Caro amico, le devo confessare che ho pensato che lei voglia prendermi in giro. Però mi pare giusto anche approfittare del suo messaggio per ricordare con lei e con tutti qualche direzione importante della strada che noi cristiani dobbiamo percorrere nella nostra vita in questo mondo. Sono molto turbato e addolorato per quello che è accaduto a Parigi in questi giorni, e per il cammino dei nostri fratelli dell’Islam in questo tempo così difficile e delicato per tutti, ma particolarmente complesso per loro. Non è di questo che voglio parlarle, ma è solo per ricordare come non ci sia vicenda piccola o grande nella storia dell’intera umanità che non riguardi noi credenti in Gesù. In Lui siamo tutti figli di Dio e fratelli tra noi. Ogni vicenda, da quella di un nostro vicino di casa, a Parigi e all’altro angolo della terra, ci riguarda e ci coinvolge. Presa nel suo significato più profondo la politica deve essere considerata il nostro impegno di ogni giorno nei confronti di tutta l’umanità. Oltre, certamente, ai supremi comandamenti della carità e della preghiera che sono il cuore dell’esistenza cristiana. Che cosa significa e che cosa chiede a noi la “politica”? Chiede che ogni scoperta buona della nostra vita, ogni cosa che ci sembri bella e desiderabile per ciascuno di noi, noi la desideriamo, la pensiamo e la viviamo come da condividere e da vivere insieme a tutti gli altri! Una cosa buona per me non può non essere anche un’idea, un progetto e una proposta che io desidero comunicare e vivere con tutti quelli con i quali vivo, qualunque sia il loro pensiero e la loro interpretazione della vita. Ed è proprio questa “diversità” di culture e di condizioni a chiederci di pensare e di operare in maniera che anche chi mi è lontano come interpretazione della vita possa riceverne lo stesso bene. Quando ogni mattina inizia per me il dono della preghiera nella quale il Signore mi regala i tesori della sua Parola e della sua Pasqua per la salvezza di tutto il mondo, io non posso non chiedere a Lui, e poi anche a me stesso, come quella sua Parola possa essere comunicata e condivisa anche con chi si trova molto lontano da me dai miei pensieri. Rassicuri allora la sua sposa! Anche la politica, se ben intesa, è orizzonte e via di quella carità alla quale la nostra vita è stata consacrata fin dal giorno del nostro Battesimo. La politica non è, o per lo meno non è solo, quella che fanno i “politici”, ma è il desiderio che il bene di uno possa diventare ed essere il bene di tutti gli altri.
Buona Domenica.
Giovanni della Dozza.
Domenica 11 gennaio 2015