…forse ognuno pensa a quello che gli succede come unico o almeno del tutto speciale. Io ancora non riesco a capire come possa essermi capitata una cosa così dolorosa e assurda. Ci eravamo conosciuti quasi per caso un anno fa, e ci sembrava di essere insieme da sempre. Lei rideva quando le dicevo che era così importante per me, che mi sembrava di non aver neanche vissuto prima di conoscerla. Ma improvvisamente lei è sparita. Devo dire sparita perchè tutto è finito con un biglietto di tre righe dove mi scrive che tutto è finito, che per lei non c’è più niente. Dice anche che le dispiace per me, e che è meglio che non provi neanche a cercarla. lettera firmata.

Caro amico, le confesso che non avrei pensato di rispondere alla sua lettera certamente molto bella e piena di sentimenti positivi, ma inevitabilmente troppo "pretenziosa" quando rivendica la straordinarietà di un fatto piuttosto comune. Ma questa lettera mi è tornata improvvisamente in mente ieri. Sto accompagnando per la Terra Santa, in giorni di grande turbamento e angoscia, non previsti quando si è organizzato il viaggio, i miei ragazzini della scuola media. E ieri siamo passati per Cana, e per la frase della mamma di Gesù:"Non hanno più vino". E mi sono chiesto, e ho chiesto ai miei giovani compagni, che cosa voglia dire questo vino così importante per quella festa di nozze. Il vino che manca perchè la festa nuziale possa riuscire, mi ha portato alla sua lettera dove, oltre quello che mi dice nella frase che ho riportato sopra, lei mi parla della profondità del sentimento, della bellezza e della forza del suo incontro con questa persona, della certezza che lei aveva del vostro legame d’amore. Quando le cose stanno in questo modo, chi pensa al "vino"? Ci sembra non occorra nulla, e che in ogni modo quello che portiamo nel cuore sarà più forte di ogni ostacolo. Figurarsi! Il vino! Non abbiamo bisogno di niente e di nessuno, noi! Siamo fatti così. Alla forza dei nostri sentimenti – ma anche dei nostri progetti e dei nostri giudizi! – attribuiamo una potenza tale da porre la nostra vita al di sopra di ogni evento, di ogni rischio e di ogni prova. Credo di doverle dire che lei ha fatto la scoperta della sua povertà. Una povertà che è di ogni persona, che entri in contatto con la "meraviglia" della vita. Per il credente quel vino è l’amore grande e sapiente del Signore, che da soli non abbiamo. Nella bellezza delle nostre relazioni, è il Signore stesso che viene con la sua potenza a custodire e a far crescere quello che noi non sapremmo nè veramente intendere, nè mantenere. E anche chi si ritiene non credente scopre molto spesso il mistero che un versetto della Bibbia rende con un’immagine semplice ed efficace:"Una corda a tre capi non si spezza tanto facilmente". Due, per quanto forte, è sempre fragile. Occorre tre! Occorre Qualcosa o Qualcuno, che noi non siamo e non abbiamo, che sia custodia e potenza di quello che noi, così deboli, stiamo vivendo. La nostra vita è straodinaria, sia nelle sue prove, sia nelle sue luci. E ognuno di noi è più piccolo della sua vita. Troppo difficile, e anche, come nel suo caso, troppo bella perchè noi possiamo reggerla. Penso che la mamma di Gesù gli chiederà di provvedere anche per lei questo "vino" buonissimo e necessario. Ma i modi e i tempi di questo regalo solo Lui li conosce, anche se è disposto a cedere alla tenacia della sua grande mamma. Con amicizia.   d.Giovanni.