1 Il Signore parlò a Mosè e disse: 2 «Ordina agli Israeliti e di’ loro: “Avrete cura di presentarmi al tempo stabilito l’offerta, l’alimento dei miei sacrifici da consumare con il fuoco, profumo a me gradito”.
3 Dirai loro: “Questo è il sacrificio consumato dal fuoco, che offrirete al Signore: agnelli dell’anno, senza difetti, due al giorno, come olocausto perenne. 4 Offrirai il primo agnello la mattina e l’altro agnello lo offrirai al tramonto; 5 come oblazione un decimo di efa di fior di farina, impastata con un quarto di hin di olio puro. 6 Tale è l’olocausto perenne, offerto presso il monte Sinai: sacrificio consumato dal fuoco, profumo gradito al Signore. 7La libagione sarà di un quarto di hin per il primo agnello; la libagione sarà versata nel santuario, bevanda inebriante in onore del Signore. 8 Offrirai il secondo agnello al tramonto, con un’oblazione e una libagione simili a quelle della mattina: è un sacrificio consumato dal fuoco, profumo gradito al Signore.
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Grande è l’importanza di questo sacrificio quotidiano celebrato con l’offerta di due agnelli, uno al mattino e l’altro alla sera. Mi sembra la santificazione del tempo nella sua ordinarietà, nella sua ferialità. E’ la preziosità del tempo di ogni giorno. E’ la dedicazione al Signore di ogni nostra giornata. A me par molto bello anche il fatto del “pane”: al ver.2, quando la versione italiana parla dell’ “alimento dei miei sacrifici”, il testo dice esplicitamente e semplicemente “il mio pane”. Dio si nutre dei nostri sacrifici! Giustamente le note ci ricordano che questa tesi viene in altri luoghi fortemente avversata, perchè Dio non ha certo bisogno di nutrirsi dei nostri sacrifici. Tutto è suo! Non pretenda l’uomo di poter fare qualcosa per Dio, di cui Dio abbia bisogno! Però, in un orizzonte di pace e semplicità nelle relazioni tra Dio e il suo popolo, è bello pensare che Dio accondiscenda, e si faccia piccolo fino a gradire di nutrirsi di quello che Gli offriamo! Ricordiamoci di Giovanni 12, quando la memoria evangelica dice riguardo a Gesù ospite a Betania nella casa dei tre fratelli: “Gli fecero una cena”. Il Signore si fa commensale dei suoi poveri figli!…fino alla cena di Emmaus di Luca 24. A partire magari da Genesi 18 e dall’ospitalità di Abramo nella sua tenda.
Questo sacrificio quotidiano è stato offerto dagli ebrei fino all’agosto del 70 dopo Cristo, quando i Romani hanno distrutto il Tempio di Gerusalemme. Si racconta che in quella sera, alla fine della grande devastazione. i soldati romani incontrarono un gruppo di anziani ebrei piangenti che dissero loro: “Adesso, come vi salverete?”, e agli stupiti romani che non capivano il senso di tale affermazione dicevano: “Chi adesso offrirà il sacrificio quotidiano per la salvezza delle nazioni?”. Dunque un sacrificio quotidiano che non riguarda solo il popolo del Signore, ma, appunto, tutte le nazioni.
Don Giuseppe Dossetti rivendicava questa memoria del culto del Tempio davanti alle ipotesi che ogni tanto si affacciano nell’orizzonte ecclesiale per mettere in dubbio l’opportunità della Messa quotidiana invece della sola Messa domenicale. Rivendicava appunto il valore grande di questo “olocausto quotidiano”. E’ chiaro che peraltro la Lettera agli Ebrei rivendica il superamento di questi quotidiani sacrifici, evidentemente “inefficaci” se paragonati all’unico sacrificio del Cristo, una volta per sempre. Ma è da vedere se non resta preziosa e irrinunciabile la celebrazione anche quotidiana della memoria di quell’unico sacrificio del Signore, appunto per santificare della sua presenza la quotidianità della vita dei figli di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Dei sacrifici quotidiani mi è sembrato bello il ritmo alba-tramonto..La traduzione dal greco riporta ‘olocausto di continuità’.
Mi è venuta un pò l’idea che, più che i due agnelli, siano la continuità dei sacrifici e la fedeltà quotidiana a Dio a generare quel ‘profumo gradito al Signore’.
Avverto un contrasto tra la descrizione di Dio che abbiamo letto ieri (“Il Signore, il Dio della vita di ogni essere vivente”), e la “richiesta” di oggi: “Questo è il sacrificio … che offrirete al Signore: agnelli dell’anno, senza difetti, due al giorno, come olocausto perenne”. Apprezzo le belle indicazioni di don Giovanni; mi piace però ricordare che il vero volto di Dio è quello manifestato a noi dal Signore Gesù; ed è un Dio che non chiede nulla all’uomo, né sacrifici, né altri doni, proponendoci solo di praticare un amore simile al suo.