48 Il Signore parlò a Mosè dicendo: 49 «Solo la tribù di Levi non censirai, né di essa farai il computo tra gli Israeliti; 50 invece affiderai ai leviti la Dimora della Testimonianza, tutti i suoi accessori e quanto le appartiene. Essi trasporteranno la Dimora e tutti i suoi accessori, vi presteranno servizio e staranno accampati attorno alla Dimora. 51 Quando la Dimora dovrà muoversi, i leviti la smonteranno; quando la Dimora dovrà accamparsi, i leviti la erigeranno. Se un estraneo si avvicinerà, sarà messo a morte. 52 Gli Israeliti pianteranno le tende ognuno nel suo campo, ognuno vicino alla sua insegna, secondo le loro schiere. 53 Ma i leviti pianteranno le tende attorno alla Dimora della Testimonianza; così la mia ira non si abbatterà sulla comunità degli Israeliti. I leviti avranno la cura della Dimora della Testimonianza». 54 Gli Israeliti eseguirono ogni cosa come il Signore aveva comandato a Mosè: così fecero.
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Chiediamo al Signore la grazia di una grande attenzione alla “diversità” dei Leviti rispetto a tutte le altre tribù del popolo di Dio. Senza precipitare in conclusioni premature, teniamo conto il più possibile di ogni passaggio di questa prima descrizione della loro condizione e dei loro compiti, che sarà seguita da molti altri chiarimenti.
Notiamo che al ver.49 si parte da due “negazioni” – “non censirai, nè di essa farai il computo..” – rispetto a quello che esprime per tutti gli altri la loro propria identità, e cioè l’appartenenza ad una realtà famigliare, e il compito di tutti quelli che sono stati censiti, e quindi il compito di uscire in schiera, cioè di combattere. Dei leviti quindi si può dire che “non hanno” nè una loro appartenenza, nè un loro compito, se non quello che è esigito dalla realtà alla quale sono interamente destinati: la Tenda della testimonianza e il servizio che le deve essere reso: “..la Dimora della testimonianza, tutti i suoi accessori e quanto le appartiene”(ver50). Mi permetto qui di sottolineare quindi uno “spossessamento” in ragione della Tenda della Testimonianza. Questo viene confermato dal ver.52, che precisa come ogni figlio di Israele abbia il suo campo e la sua insegna secondo la sua schiera: i Leviti, no!
Per questo mi sembra un po’ deviante l’aggiunta che la versione italiana fa circa i movimenti della Tenda. Il testo non dice che essa “dovrà” muoversi o accamparsi, ma semplicemente che si muoverà o si accamperà. E’ chiaro che il testo non pensa di “personalizzare” la Tenda, perchè è Dio stesso che si muoverà o si accamperà. Ma resta che la Tenda è il segno della sua presenza alla quale i Leviti vengono interamente votati. Essi cioè ubbidiranno ai movimenti della Tenda.
Così facendo essi saranno garanzia di difesa per tutti. Infatti, secondo il ver.53, non avendo un loro campo, ma piantando le tende “attorno alla Dimora della Testimonianza”, faranno si che nessun estraneo si avvicini e muoia (ver.51), e l’ira del Signore non si abbatta sulla comunità dei figli di Israele (ver.53). Oserei accennare all’ipotesi che in questo modo essi proteggano i loro fratelli restando più “esposti” di loro all’ira divina. Il verbo che al ver.53 è espresso in italiano con “avranno la cura della dimora..”, alcuni lo rendono con “avranno a cuore..”, ed esprime il senso di una vigilanza e di una protezione.
Per ora mi sembra bene custodire queste precisazioni, senza troppo forzare per definirle e per trarre conclusioni. Per la Parola di Dio mi sembra non si debba mai pensare di poter “trarre conclusioni”, ma si debba accettare la necessità di incessantemente peregrinare in Essa.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi chiedo perché Dio non voglia oggi che vengano contati i leviti. Ho visto che nei capitoli successivi in realtà chiederà ben due computi dei leviti: uno dei maschi da un mese in su (età per la quale ogni “scopo funzionale” del censimento viene meno) e l’altro dai 30 anni in su (età nella quale Gesù inizia la sua “vita pubblica”)…
Oggi no. Colui che tiene contati perfino i capelli del nostro capo non vuole sia fatto censimento dei suoi consacrati, di coloro ai quali sono affidati cura e trasporto degli oggetti legati alla presenza di Dio in mezzo al suo Popolo, di coloro che stornano l’ira del Signore dalla comunità dei figli d’Israele.
Ho pensato che oggi i leviti siano come nascosti in Dio: Lui solo conosce il numero (e il volto?) dei suoi consacrati.
Ho pensato al brano di Ap.7 dove, dopo aver contato tutti i componenti delle Tribù d’Israele (leviti compresi), appare una moltitudine immensa che “nessuno può contare”: sono avvolti in vesti candide, rese tali dal sangue dell’Agnello, portano in mano la palma del martirio e sono passati attraverso la grande tribolazione. Essi stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario. Questa mi sembra la schiera (della quale solo Dio conosce il numero) dei suoi piccoli, dei suoi martiri, del popolo delle beatitudini sui quali Dio stenderà la tenda e a cui tergerà ogni lacrima.
Raffaella
Il compito dei leviti, come è già stato sottolineato, è il servizio della Dimora: averne cura, averla a cuore… “La Dimora” in ebraico è un termine che indica un’abitazione provvisoria: era composta da una struttura in legno, ricoperta e avvolta da una tenda, la tenda dei beduini del deserto. Ora, con Gesù, il luogo della dimora di Dio, la sua tenda tra quelle degli uomini è Gesù stesso, e lo sono tutti i credenti e gli uomini in cui Dio abita. Ogni persona, quindi, è il luogo da avere a cuore, da curare, da servire: nessun altro tempio o simbolo della presenza divina merita simile cura e rispetto.
Carissimi, mentre vi auguriamo una buona lettura del Libro dei Numeri, ci scusiamo con voi per incominciare solo oggi a mandarvi le nostre povere note del commento fatto a Mapanda. Con grandissimo affetto. E buona lettura … del Libro dei Numeri. I leviti non vengono censiti con le altre tribù di Israele. Infatti si devono dedicare al servizio della Dimora, cioè della Tenda, che è il segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Delle altre tribù invece vengono censiti “tutti quelli che sono adatti per la guerra”. In Giosuè, al passaggio del Giordano e alla conquista di Gerico, i leviti portano l’Arca e i sacerdoti suonano le trombe. In altri brani successivi dicono come l’Arca segue chi va in guerra a indicare con forza che chi combatte per il popolo è il Signore. Resta bello questo servizio assoluto della tribù di Levi: non fanno altre cose, sono unicamente per il servizio e la liturgia del Signore. Al. 50 (gr.) si legge che i leviti “saranno liturghi”: il servizio dei leviti è una liturgia. Portano la “Dimora”, come oggi nel Vangelo il Signore ci invita a “portare la croce”. Possiamo dunque essere leviti e liturghi, nel poratre la nostra croce = rinnegare noi stessi: è il servizio, la liturgia per il Signore. “piantano la loro tenda e si accampano intorno alla Dimora”. IL Sal 124 usando parole molto simili a queste, dice che è il Signore ad essere “intorno al suo popolo” e il Sal 33 dice che “Il Signore si accampa intorno a quelli che lo temono e li salva”. Dunque secondo i salmi è il Signore che si accampa intorno al suo popolo per proteggerlo; e qui il Signore “si fa custodire e proteggere dai suoi”. Il custode di Israele (Sal 120) si fa custodire dal suo popolo!. Anche qui,in questo modo ci viene dato un segno della piccolezza del nostro Dio I leviti “attorno alla tenda”, “la circondano”: così anche nel Vangelo leggiamo più volte che la folla si accalca intorno a Gesù, è seduta intorno a Lui e lo ascolta. E Lui dice di loro: “Ecco mia madre e i miei fratelli”. Gesù è la nuova e vera Dimora di Dio tra il suo popolo, e Lui si lascia “circondare” e “custodire” da quanti si avvicinano a Lui per ascoltarlo.