Giunse il settimo mese e gli Israeliti stavano nelle loro città.
1Allora tutto il popolo si radunò come un solo uomo sulla piazza davanti alla porta delle Acque e disse allo scriba Esdra di portare il libro della legge di Mosè, che il Signore aveva dato a Israele. 2Il primo giorno del settimo mese, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.
3Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. 4Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza, e accanto a lui stavano a destra Mattitia, Sema, Anaià, Uria, Chelkia e Maasia, e a sinistra Pedaià, Misaele, Malchia, Casum, Casbaddana, Zaccaria e Mesullàm.
5Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. 6Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore. 7Giosuè, Banì, Serebia, Iamin, Akkub, Sabbetài, Odia, Maasia, Kelità, Azaria, Iozabàd, Canan, Pelaià e i leviti spiegavano la legge al popolo e il popolo stava in piedi
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Mi ha molto attirato quello che ascoltiamo al ver.1, dove si dice che il popolo “si radunò come un solo uomo…e disse allo scriba Esdra di portare il libro della legge di Mosè”. Quindi, un’iniziativa del popolo, una richiesta allo scriba e il servizio di quest’ultimo. Penso che questo mi aiuterà ad ascoltare con più attenzione il canto iniziale dell’assemblea, come la richiesta di “portare il libro”. Mi sembra quindi molto significativo che, almeno la domenica, portiamo il Libro dei Vangeli nella processione introitale dei ministri, che in questo modo “rispondono” alla richiesta dell’assemblea. Questo aiuterà anche i cantori nella scelta del canto d’inizio. Se qualcuno legge queste righe e la pensa diversamente, mi aiuti correggendomi, o completando, o modificando…e così sempre e per ogni cosa. Ed è splendida questa assemblea ampia descritta al ver.2.
Come è copiosa la lettura fatta da Esdra! Qualche nota parla di un’antologia di testi. A me piace pensare ad una lettura fiume della Parola di Dio fatta da Esdra sostenuto dai suoi aiutanti. Per noi è preziosissima la descrizione della “liturgia” che viene descritta ai vers.5-7! L’apertura del Libro e il levarsi in piedi di tutto il popolo. La benedizione di Esdra e la risposta di tutto il popolo: “..alzando le mani, si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore”. Riuniti intorno alla Parola che viene proclamata ed ascoltata sono veramente “dinanzi al Signore”!
“Rubando” i versetti successivi per non interrompere la “lectio continua” lunedì, quando si ascolta la Parola prevista per la festa di S.Giuseppe, era meglio forse non rubare il ver.7, oppure rubare anche il ver.8. Scusate. Così rimandiamo quello che si potrebbe aggiungere qui a lunedì, sempre che Dio lo voglia.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Il primo giorno del settimo mese”: nel calendario ebraico pre-esilico, era l’inizio del nuovo anno e vi si celebrava la festa delle trombe o della grande assemblea. E’ un fatto che colpisce: cominciano l’anno con una lettura-fiume del libro “che il Signore aveva dato a Israele”! Iniziare l’anno immergendosi nella parola di Dio, dall’alba a mezzogiorno… Partecipano tutti: uomini, donne e bambini, “quanti erano capaci di intendere”; sappiamo che queste ultime categorie spesso non erano considerate, anzi venivano escluse. Tra i tanti particolari, noto che “tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro…”: grande la piazza, tantissimi i partecipanti… e non c’erano microfoni; perciò tutti tendevano l’orecchio per poter sentire e capire. La lettura è accompagnata dalla preghiera; notiamo i vari gesti e posizioni dei presenti: in piedi, con le mani alzate, inginocchiati e prostrati, e ripetono (immagino, a gran voce) “Amen, amen!”