1 Non giudicate, per non essere giudicati; 2 perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. 3 Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 4 O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? 5 Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
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In modo assoluto bisogna sapere, e accettare, che il giudizio è solo di Dio. Il pericolo di giudicare il fratello è altissimo, e questo contraddice radicalmente la volontà di Dio che Gesù tanto fortemente ribadisce nella parola che oggi ci viene regalata. Ed è così perchè il tempo è essenzialmente tempo del giudizio salvifico, cioè del giudizio che il Vangelo esprime in ogni sua parola, non per giudicare ma per salvare! E il giudizio finale è solo di Dio. Questo potrebbe portare qualche interrogativo delicato circa il potere di giudicare dato da Gesù agli apostoli. Ma io penso che si tratti sempre del giudizio di salvezza di cui dicevo sopra. Per questo mi permetto di suggerire l’ascolto di Giovanni 20,21-23, un testo di importanza estrema per il problema che ci siamo posti. Gesù manda gli apostoli “come” il Padre ha mandato Lui. E “come” lo ha mandato? Lo ha mandato a cercare la pecora smarrita fino a dare la vita per lei! Per questo non ritengo che si debba interpretare in senso “tribunalizio” l’affermazione di Gesù: “A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”, ma piuttosto come vertiginosa prospettiva del loro compito, perchè in ogni generazione si troveranno sempre davanti a immense moltitudini cui portare il perdono divino. E si troveranno davanti a vicende drammatiche di fronte alle quali sembrerà arduo esplicitamente perdonare! Eppure… E’ ben più arduo ritenere che ci siano peccati che Dio non può perdonare e che quindi anche gli Apostoli possano non perdonare. Lo stesso “peccato contro lo Spirito”, non è un peccato che Dio non perdona, ma è un perdono che il peccatore potrebbe non accettare e non accogliere.
Quindi la Parola di oggi “non giudicate per non essere giudicati” è assoluta e conferma quello che Gesù ci chiede di dire nella preghiera del Padre Nostro: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. E’ dunque la severità della norma che anche qui avverte: “con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi”(ver.2).
E più ancora! Persino il “giudizio salvifico” deve essere precisato con molta attenzione. L’immagine della trave e della pagliuzza avverte che anche l’ipotesi di intervenire per un’ “ammonizione fraterna” non può non confrontarsi severamente con l’immagine della pagliuzza e della trave. E’ difficile pensare che la “parabola” possa essere oltrepassata, nel senso che in ogni momento nel quale potrei pensare di togliere la pagliuzza dall’occhio del mio fratello, mi troverei a dover prendere atto della trave che è nel mio occhio: Francesco d’Assisi arriva a dire ai suoi frati, e in particolare a chi ha delle responsabilità, di “non desiderare che il fratello sia cristiano migliore”. Sembrerebbe proprio di volere il suo bene. Ma non saremo mai abbastanza forti nell’accettare il fratello così com’è. Solo partendo da questo, possiamo pensare di ascoltare insieme la Parola di Gesù.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
L’esempio, semplice, quasi banale del togliere la pagliuzza nell’occhio del fratello, facilmente giustificabile come gesto di carità, che apparentemente non ha niente di violento o negativo mi fa sorridere e un po’ arrossire per come è calzante!
Invece di guardare agli uccelli del cielo nutriti dal Padre o ai gigli del campo vestiti dal Signore… a noi piace guardare il fratello e giudicarlo!
Ma la cosa ancora più drammatica è la trave che è nel nostro occhio. Non la vediamo, non la consideriamo, non capiamo che ci impedisce proprio di vedere.
Accorgendocene oggi grazie al Vangelo, possiamo chiedere al fratello che ci aiuti e ce la tolga… per venire, non giudicati ma salvati!