9 Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
10 venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
11 Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
12 e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
13 e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
14 Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; 15 ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.

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PRIMA PARTE
Più che considerare questa preghiera nei suoi particolari sento vivo il desiderio di coglierla all’interno del cammino che stiamo facendo nell’ascolto di questo grande discorso di Gesù che la tradizione cristiana chiama “il discorso della montagna”. A partire dalle Beatitudini, e in particolare dalla Beatitudine dei “poveri in spirito” mi sembra che in ogni passaggio dell’insegnamento del Signore noi abbiamo colto il raccogliersi di tutta la legge antica nell’unica grande norma dell’amore. Mi permetto di suggerirvi una ripresa di tutto proprio per verificare come, nel nostro ascolto di preghiera, questo sia stato il volto privilegiato delle parole del Signore. Ora, se vale questa ipotesi, la preghiera che oggi il Signore regala nuovamente a noi e a tutta la,Chiesa, sembra proprio essere la preghiera dell’Amore!
Quello che si chiede è fondamentalmente la comunione con il Padre. Come già abbiamo osservato, la preghiera non è per portare Dio a fare quello che vogliamo noi, ma è per crescere nella comunione con Lui, con il suo disegno di salvezza e di amore per tutta l’umanità.
E questo a partire dalla meraviglia dell’esordio: “Padre nostro che sei nei cieli..”. Quel “nostro” dice già come la nostra comunione con Dio passa ed esige la comunione tra noi. E’ un “nostro” molto esigente! Non lo si può pronunciare se non in un orizzonte di riconciliazione e di comunione che non ammette esclusioni. Non può ammettere i limiti inevitabili delle culture, delle tradizioni, delle fedi religiose o delle incredulità, va oltre ogni evento che abbia generato divisione, avversità, inimicizia. Già dunque la semplice locuzione “Padre nostro” ha come suo presupposto la pace universale e profonda. Anche perchè le parole che seguono “che sei nei cieli” non sono dette per isolare Dio da noi e dalla nostra storia, per confinarlo in un “al di là” che ci consenta di navigare nelle nostre dispute piccole e grandi. Quel “che sei nei cieli” esige che anche le “ragioni” più gravi e inevitabili di ogni possibile divisione o inimicizia debbano cedere perchè al di là e sopra di tutto c’è il Padre!
(continua)
SECONDA PARTE
Per questo chiediamo che il suo nome sia santificato! Cioè, sia glorificato, esaltato, posto in ogni evento come nome che tutto giudica e tutto filtra: Nostro Padre! Qualunque cosa accada, Dio è nostro Padre! L’apice della rivelazione di Gesù è la paternità di Dio. Non un Dio giudice, ma un Dio Padre. E questo è il suo giudizio sublime e tremendo: la sua paternità universale! E’ molto importante osservare come la preghiera non sia che noi saliamo a Lui, ma che Lui, il suo regno, cioè la sua signorìa, la sua volontà, siano pienamente rivelati a affermati qui in terra come lo sono nel cielo.
Ed è meraviglioso cogliere il mistero della nostra comunione con il Padre proprio a partire dalla nostra piccolezza e da tutte le nostre povertà, compresi i nostri stessi peccati. Per questo gli chiediamo “il nostro pane quotidiano”, perchè se non è Lui a nutrirci e sostenerci non possiamo pensare di camminare con le nostre forze! Per questo il pane “quotidiano”, nella ricchezza significativa del termine, è anche il pane essenziale, il pane necessario, la cui immagine profetica meravigliosa è quella “manna” che nel deserto i nostri padri ogni giorno raccoglievano per il loro sostentamento nel viaggio verso la Terra Promessa.
Siamo figli pur con tutte le nostre fragilità e i nostri peccati. La remissione del debito, la misericordia e il perdono sono i rimedi essenziali perchè nessuno resti escluso dalla speranza. E questa diventa la grande responsabilità che il Padre ci consegna in modo esigente e severo. Tutti abbiamo bisogno di essere perdonati. Nessuno è senza peccato. Il perdono reciproco è la grande celebrazione nella nostra storia della misericordia di Dio. L’unico vero pericolo di essere esclusi dal cammino della salvezza è l’eventualità che non diamo a tutti gli altri quello che noi abbiamo ricevuto e dobbiamo continuamente ricevere: il perdono. In questo modo la comunità cristiana, la Chiesa, assume il volto di una comunità di peccatori salvati dalla potenza della misericordia divina che essi si comunicano vicendevolmente.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Nella preghiera che Gesù ci insegna, chiediamo tre cose per noi:
– il pane quotidiano
– la remissione dei nostri debiti
– la liberazione dal male
E’ possibile vedere qui sintetizzate tutte le cose di cui abbiamo sempre bisogno?