1 In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2 dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». 3 Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 4 E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. 5 Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6 e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
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In un testo così breve possiamo cogliere quattro “parti”: Giovanni e la sua predicazione (vers.1-2); l’ “infatti” delle Scritture profetiche (ver.3); abiti e cibo (ver.4); la gente, il battesimo e la confessione dei peccati (vers.5-6).
Rispetto ai testi paralleli, Matteo indica il concreto venire di Giovanni nella nostra storia. “convertitevi” non è da intendere prima di tutto come una conversione morale, come è tipico nella nostra cultura e nel nostro linguaggio, ma bisogna pensare alla conversione della tradizione ebraica, dove la conversione è un ritornare. Ritornare al Signore, cambiare la direzione-attenzione-tensione della vita. Magari volgersi dall’idolatrìa al nostro Signore, ritornare a Lui dalle nostre lontananze, quindi dai nostri peccati. Il regno dei cieli – adesso! – è vicino, non è più lontano come era prima!
E’ splendido quell’ “infatti”. E’ una conferma preziosa di quello che abbiamo già colto nello stile delle citazioni delle Scritture da parte di Matteo. Tutto avviene come compimento e pienezza delle profezie che in noi e per noi si compiono. La vita cristiana è prima di tutto, nella mite potenza dello Spirito, celebrazione della Parola in ognuno! Lo è nell’umile splendida vicenda di Giuseppe. Lo è adesso nella persona e nella predicazione di Giovanni! Ed è lo Spirito che fa comprendere che Giovanni “è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia”. Oggi la nostra preghiera, con queste parole, ci interroga su come, da chi, in che modi, quella stessa parola profetica di Isaia, che così si è compiuta in Giovanni, si compia in noi, in ciascuno e in noi tutti insieme; nel microcosmo di ogni luogo e tempo e nell’universalità della storia delle nazioni. E certamente questo ha un intento di conversione e di riforma morale, ma che si può intendere correttamente se non la si riceve in modo moralistico, ma appunto all’interno del dono della Parola che è Spirito e Vita nuova.
Il ver.4 assimila Giovanni agli antichi profeti e alla loro vita austera, alla loro povertà che era l’orizzonte in cui fioriva la meravigliosa ricchezza della Parola divina. E oggi per noi e con noi?
Anche noi, oggi, ci dobbiamo pensare dentro ad una grande attesa della salvezza e ad un grande bisogno più o meno consapevole, di tutti, di trovare l’evento della Parola evangelica, nella quale lasciarsi immergere nella prospettiva e nella speranza della vita nuova. Così i vers.5-6. Questo è il significato profondo del battesimo di conversione predicato e celebrato da Giovanni. Primo passo necessario e prezioso verso l’incontro con Gesù!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“In quei giorni”: queste parole vengono citate come esempio di “chiave di lettura”. Esse, infatti, non sono coerenti con quello che precede; quindi non sono da intendere in senso cronologico, storico, ma teologico. Qual è il riferimento? Si riferiscono a Mosè che “in quei giorni” si rese conto dello stato di oppressione dei suoi fratelli israeliti in Egitto. Annunziano così l’arrivo del nuovo Mosè e del nuovo esodo… – A proposito del “convertitevi”, ho sentito questa osservazione (che non sono in grado di verificare): c’è un verbo greco che è usato per la conversione, per il ritorno alla pratica religiosa; un altro verbo indica il cambio di atteggiamento verso gli altri: sarebbe proprio quest’ultimo caso nel brano odierno. – La descrizione del Battista non vuole indicarci che fosse un asceta, uno che faceva penitenza nel senso che noi intendiamo: l’abito di peli di cammello era quello tipico dei profeti; la cintura alluderebbe a quella di Elia, che si aspettava prima del Messia; il cibo era quello normale allora nel deserto, e anche sostanzioso…
v. 1 Giovanni “appare” sulla scena: è sottolineato con questa parola come un evento dentro all’evento. “In quei giorni comparve Giovanni il Battista …”: sono quelli i giorni del Signore Gesù, e in questo punto della storia Giovanni si inserisce. Sono gli ultimi giorni, in cui è rivelata la parola definitiva di Dio, per mezzo del Figlio. E di questa parola definitiva, Giovanni è “la voce”.
Il battesimo di Giovanni: anche questo fa ritornare al cammino del popolo, che per entrare nella terra della promessa dovette attraversare il Giordano. E ora tutta Gerusalemme e tutto il popolo deve passare per il suo battesimo per potersi accostare a questo regno di Dio che si è fatto vicino.
Il deserto. Ricordiamo il cap 13 della genesi, quando Lot separandosi da Abramo, guardando oltre il deserto vide che tutta la valle del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte – prima che il Signore distruggesse Sòdoma e Gomorra -; era come il giardino del Signore, e scelse per sé quella terra. Adesso questo deserto (che ha subito il castigo di Sodomia e Gomorra) sta per rifiorire, per essere di nuovo il giardino di Dio, pronto per accogliere il Signore che viene.
“Il regno di Dio è vicino”: si è avvicinato agli uomini, e questo lo si è già visto nei vv. precedenti: Gesù va a condividere la semplice vita del villaggio di Nazareth. L’umanità di Gesù è questa vicinanza del regno.
Questo essersi fatto vicino del regno dei cieli è ciò che rende possibile e nello stesso tempo incita al pentimento e alla conversione: essa ha una mira e uno scopo: l’incontro con il regno di Dio che viene in Gesù. L’incontro, la comunione tra Dio e l’umanità, è ciò che muove Dio a prendere carne e venire in mezzo a noi, ed è ciò che muove l’uomo a cambiare direzione della sua vita e rivolgersi a Dio.
Tutta, accorrono alla predicazione di Giovanni e al suo invito alla conversione e “confessano” i loro peccati, contemporaneamente “confessando” la misericordia e la gloria di Dio che viene a salvare.
Oggi Dio parla al popolo attraverso la predicazione di Giovanni Battista, e parla attraverso le antiche profezie che Giovanni ripropone; nei giorni scorsi abbiamo visto che Dio parlava anche in modo preciso a persone precise attraverso il suo angelo, in sogno, o attraverso una stella. Tutto questo ci ricorda come Dio parli a tutti insieme e anche come parli a ciascuno secondo il suo bisogno e la sua situazione. E’ il “Dio con noi” che desidera per tutti e con tutti un rapporto di comunione e di amore, attraverso la sua parola e il suo figlio Gesù: “Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo.” (Ebr 1:1-2).