11 Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. 12 Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, 13 dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. 14 E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». 15 Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi.
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La Parola che oggi il Signore ci regala ci offre l’occasione per notare e sottolineare che l’annuncio evangelico non si può confondere con nessuna qualsiasi “diffusione di notizie”. Siamo alla fine del nostro bel cammino nel grande testo evangelico di Matteo, e mi sembra giusto ringraziare con voi il Signore che ci ha concesso anche questa piccola comunicazione quotidiana che forse ci ha fatto sentire meno soli, e qualche volta ci ha anche aiutati a procedere con speranza là dove potevamo essere assaliti da qualche scoraggiamento. Ma tutto questo è ben diverso da quello che nei versetti precedenti ci veniva detto sulla grande missione delle donne presso i discepoli del Risorto: una vera “generazione”, una partecipaziione profonda al grande viaggio della Parola di Dio nella storia dell’umanità. Ma per questo bisogna dire che anche l’umile preghiera che ciascuno di noi riceve e accoglie come pane quotidiano nel grande Esodo nella Parola di Dio è ben più rilevante dell’aiuto che possiamo darci con i pensierini che ci comunichiamo come frutto della nostra preghiera. Sarebbero solo “pensieri” e magari addirittura “fantasie” non sempre utili se non riflettessero l’evento di grazia per il quale anche oggi la casa del nostro cuore e della nostra piccola storia viene visitata dall’Angelo che ci annuncia la Parola di Gesù!
Tutta questa troppo lunga premessa è per notare l’evidente diversità tra l’annuncio evangelico affidato alle donne del Sepolcro e le “notizie” che le guardie riferiscono ai capi dei sacerdoti circa i fatti della notte precedente. E qui possiamo forse dire anche quanto sia grave la responsabilità di questi capi, soffocatori della Buona Notizia, che avrebbero potuto indubbiamente fare del bene a se stessi e anche a quei poveri soldati se avessero ascoltato con sinera umiltà quanto veniva loro riferito. Così, mentre le donne”erano in cammino”(ver.11) per la loro missione di salvezza, le povere guardie vengono assorbite e sommerse da uno “spirito del mondo” che non solo non si apre a nessuna Buona Notizia, ma a priori la respinge e la stravolge: un mistero di male che spesso il discepolo del Signore può incontrare.
L’episodio di oggi è utile anche per ricordare quanto facilmente il potere seduttivo del denaro può diventare facile strumento di alterazione e di negazione della Parola di Dio.Ma, forse, questo non è neppure il male peggiore! Mi pare possiamo vedere quanto anche il potere di corruzione del denaro entri come strumento di un male ben più grave, che è quello della chiusura del cuore e della mente davanti al dono sempre nuovo ed imprevisto della Parola di Dio. Questa infatti non può essere asservita a niente e a nessuno. Invece, come si vede ben in questi versetti, le “tesi” e i “sistemi” sono pericolosamente esposti a forme di “autodifesa” che fanno preferire persino il tradimento della Parola di Dio. Il grande segreto di bellezza della Verità cristiana è infatti quello di non essere una “dottrina su Gesù”, ma Gesù stesso!! Lui, che da mesi ci conduce nella meraviglia della Parola Evangelica secondo Matteo. A Lui onore, gloria e benedizione.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Ci sono due gruppi di persone che vengono via dal sepolcro dopo la risurrezione di Gesù, portando due annunci paralleli e contrari. Da una parte le donne, che vanno dai discepoli ad annunciare quello che l’angelo ha detto loro, e anche che hanno visto Gesù, che li convoca in Galilea per incontrarli. E dall’altro le guardie, poste a custodia del sepolcro a tutela dell’incredulità dei capi e degli anziani, che proprio da loro si recano a raccontare quello che anch’essi hanno visto presso il sepolcro.
Le guardie sembra che siano stati spettatori solo esterni delle meraviglie di Dio, tanto sono pronti a cambiare la loro testimonianza in cambio di un po’ di argento. Le donne invece accolgono con fede l’annuncio dell’angelo, e vengono confermate dall’incontro con Gesù stesso risorto.
La fede è dono di Dio che nasce per la parola di Dio, annunciata e accolta. Le guardie mostrano coma sia facile che l’annuncio buono, causa della massima gioia per i discepoli e per tutti gli uomini, possa venire occultato per istigazione dei capi (notabili e religiosi) e per avarizia: “l’attaccamento al denaro è principio di ogni male” (1Tim 6:10).
Viene da ricordare anche la parabola del seminatore; a proposito delle spine si legge infatti: “Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l’ inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto” (Mt 13:22).
v. 11 “Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città …”: si parla qui di due viaggi. Le donne vanno dai discepoli: è l’inizio del viaggio della Buona Notizia, che proseguirà fino alla pienezza dei tempi. Dopo aver ascoltato l’annuncio delle donne, i discepoli andranno in Galilea, e vedranno il Signore, e là Lui darà loro il mandato di predicare in tutto il mondo per fare discepole tutte le nazioni, assicurandoli che Lui stesso sarà con loro “fino alla fine dei tempi”. Dunque il viaggio del Vangelo, Buona Notizia, è un viaggio eterno.
Diversamente, quello delle guardie, che sbagliano – forse, e non del tutto consapevolmente – destinatario del loro annuncio, è un viaggio che non dura in eterno,ma solo “fino ad oggi” e “presso i Giudei”. Non c’è corrispondenza tra questi due viaggi e questi due annunci. E la prima lettura della prossima I Dom di Avvento ci dà l’annuncio profetico del viaggio di tutte le genti verso il santo monte di Dio: verso il Signore Gesù risorto che viene.
La postilla “tra i Giudei” suggerisce che questo annuncio non vero, che si è forse diffuso più rapidamente della Buona Notizia, può essere accettato là dove non ha ancora trovato spazio la parola di Paolo ai Galati: “Non c’ è più giudeo né greco; non c’ è più schiavo né libero; non c’ è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3:28), cioè dove non c’è stata umile accoglienza della fraternità nuova, che scaturisce dalla resurrezione di Gesù.
Questo piano per soffocare la parola e impedire la manifestazione dell’opera di Dio, che qui dopo la resurrezione ha come autori i capi e le guardie, e come mezzo di attuazione il denaro, ricorda come anche all’inizio del Vangelo di Matteo ci sia un simile tentativo da parte di re Erode, che vorrebbe usare l’annuncio dei magi, e il suo violento potere, per annientare la Buona Notizia appena nata a Betlemme. Ma allora, come qui, Dio affida alla protezione di piccoli uomini la custodia e la rivelazione della sua Parola di salvezza, che non avrà mai fine.
Tra due testimonianze in favore del Risorto (quella di ieri, delle donne, e quella che vedremo nel testo di domani), ecco la contro-testimonianza. Sono in combutta sacerdoti, anziani e guardie romane. I sacerdoti, che hanno riconosciuto nel governatore romano il loro “Signore”, ora evidenziano l’altra loro divinità: il denaro, il dio mammona. Non ci meravigliamo: sono i nostri idoli, con i quali spesso rimpiazziamo la vera signoria, quella del Padre e del fratello-servitore Gesù. Dopo duemila anni, siamo ancora lì: immersi nei meccanismi del potere menzognero, del denaro, della corruzione…