47 Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48 Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: “Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!”. 49 Subito si avvicinò a Gesù e disse: “Salve, Rabbì!”. E lo baciò. 50 E Gesù gli disse: “Amico, per questo sei qui!”. Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51E d ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. 52 Allora Gesù gli disse: “Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. 53 O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? 54 Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?”. 55 In quello stesso momento Gesù disse alla folla: “Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. 56 Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti”. Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.
2 Commenti
Lascia un commento
Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.
Le categorie
- Audio (1.342)
- Audio e Video (624)
- Dalla Chiesa e dal mondo (168)
- Giovanni scrive… (515)
- Giuseppe scrive… (2)
- Incontri e approfondimenti (456)
- La lectio quotidiana (5.095)
- Le nostre notizie (1.038)
- Letture domenicali e festività (961)
- Senza categoria (14)
- Video (156)
Per ricordare Giovanni
Gli ultimi articoli pubblicati
- Omelia di d. Francesco Scimè – II Domenica di Pasqua (Anno C) – 27 aprile 2025
- 1Corinzi 1,1-9
- Omelia di d. Giuseppe Scimè – II Domenica di Pasqua (Anno C) – 27 aprile 2025
- Omelia di d. Andrea Bergamini – Messa della II Domenica di Pasqua – Domenica 27 aprile 2025
- Lectio della Prima Lettera ai Corinzi
- Omelia di d. Andrea Bergamini – Messa del Giorno di Pasqua – Domenica 20 aprile 2025
- Le letture e i canti di domenica 27 aprile 2025 – II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia (Anno C)
- Omelia di d. Francesco Scimè – Messa del Giorno di Pasqua – Domenica 20 aprile 2025
- Omelia di d. Giuseppe Scimè – Messa del Giorno di Pasqua – Domenica 20 aprile 2025
- Omelia di d. Andrea Bergamini – Veglia Pasquale – Sabato 19 aprile 2025
La venuta di Giuda avviene mentre Gesù ancora parla: sembra quasi che gli avvenimenti obbediscano alla parola di Gesù, che prevede tutto quanto deve succedergli per compiere la volontà del Padre; ancora una volta, dunque, il disegno misterioso di Dio si compie nonostante e attraverso le azioni degli uomini, anche le più oscure e malvagie.
Gesù chiama “amico” il suo traditore. Sulla sua scia Francesco di Assisi dirà “chi è veramente povero in spirito odia se stesso ed ama coloro che lo percuotono in faccia” (Ammonizione 14).
L’arresto di Gesù diventa nella redazione dell’evangelista Matteo l’occasione per l’estremo insegnamento del Signore sulla pace: Già nel discorso della montagna Gesù aveva detto di non resistere al malvagio e di porgergli l’altra guancia a chi ti percuote. Ora, dicendo “tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno”, afferma l’illeicità non solo dell’uso delle armi, ma anche del loro semplice possesso e detenzione. Il cardinal Lercaro al Concilio Vat. II riprenderà questa affermazione nel suo discorso sulla pace, non pronunciato, ma presentato scritto.
“Come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?”: l’obbedienza alla Scritture è il criterio che informa ogni parola e azione di Gesù.
Oggi Mercoledì 10 Novembre abbiamo avuto la visita di d. Tarcisio e di Mons. Allori, accompagnati dagli ospiti che sono con loro a Usokami, e abbiamo insieme celebrato la messa da noi a metà mattina, con la lectio di Matteo. Ecco qui qualche nota anche di quel brano.
Il brano di oggi ci presenta la cattura di Gesù nell’orto del Getsemani. Non viene detto il nome di quel discepolo che prende la spada e colpisce il servo del sommo sacerdote. Come nei brani precedenti non era dato il nome di quella donna che unse il capo di Gesù con olio prezioso, né di quell’uomo a cui il Signore manda due dei suoi discepoli a preparare per la Pasqua. Non viene nominato affinché tutti ci possiamo sentire dentro a questo uomo.
Il discepolo aveva già colpito uno con la spada. È di grande speranza che il Signore gli dica: “Rimetti la spada nel fodero…”: la parola di Gesù permette di tornare indietro!
Le parole di oggi (“perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada”) sono molto vicine a quelle che Gesù aveva detto insegnando a proposito del giudizio: “Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati (Mt 7:1-2). Per noi si può intendere come la spade del giudizio, che possiamo estrarre e con essa colpire – anche in modo giustificato, come qui per difendere. Ma Gesù dice di rimetterla via.
I discepoli scappano, ma non davanti alla folla e alle guardie armate, anzi davanti a loro reagiscono con “coraggio”, pronti a combattere. Fuggono piuttosto quando capiscono che il Signore accoglie quello che sta avvenendo, cogliendovi il compimento delle Scritture. I discepoli non reggono a questo: la totale mitezza davanti al compimento delle Scritture, l’accettazione piena della volontà del Padre.
La pasqua di Gesù si compie a partire da quell’ “Alzatevi, andiamo!” dei vv. precedenti. Nel brano di oggi è molto sottolineata la grande padronanza di Gesù sulla situazione, per compiere le Scritture, tanto che le altre cose appaiono tutte un po’ inutili, come la spada e l’orecchio tagliato, op grottesche, come la grande folla, i bastoni e le armi.
La parola detta a Giuda: “Amico”. Dopo il giudizio molto duro che nei vv. precedenti Gesù aveva dato dell’uomo che lo stava per tradire, ora Gesù lo chiama con questo nome di amico. “Come dista il cielo dalla terra, così i miei pensieri sovrastano i vostri”: questo è vero anche qui. C’è stato un giudizio severo sull’operato di una persona, oggi una parola di misericordia sulla persona.
Mentre il mondo si scatena contro Gesù, Gesù reagisce a questa storia violenta non con amarezza: chiama Giuda “amico”. Anche noi possiamo avere la tentazione di reagire con la spada alla situazione in cui viviamo. Gesù ci invita a reagire come agisce Lui.
Nel vangelo di Matteo in 4 occasioni viene usata questa parola “Amico!” E sempre sembra voler suggerire che quelli a cui viene rivolta non hanno capito la misericordia del Signore. Si è davanti alla grande incomprensione del mistero e del dono di Dio.
Ieri Gesù parlava al Padre nella preghiera: “Non come voglio io, ma come vuoi tu!”. Oggi parla con altri, e ciò che dice è la spiegazione dell’adempimento delle Scritture. Così ci mostra che attraverso le Scritture si riceve la volontà del Padre.
Gesù avrebbe potuto chiedere aiuto, ma non lo fa. C’è evidentemente una parte che spetta agli uomini, di abbandono e di silenzio, per far sì che questa volontà che è detta nella Scrittura, poi diventi storia nella libera obbedienza degli uomini.