44 Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. 45 Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46 trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. 47 Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48 Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49 Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50 e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. 51 Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52 Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
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- Matteo 5,27-32
PRIMA PARTE
Le due piccole parabole del tesoro e della perla, seguite dall’immagine della pesca e del giudizio finale mi sembra ci riconsegnino in modo severo e insieme gioioso al mistero della vita e della salvezza.
Intreccio le due immagini del tesoro e della perla, perchè ci danno due diverse, direi in certo senso opposte vie del rinvenimento, della scoperta del regno dei cieli. Il tesoro nel campo è una sorpresa straordinaria, oltre che in se stessa, anche perchè quel tesoro non è stato cercato. E’ trovato per caso. La scoperta del tesoro è una sorpresa assoluta. C’è persino una nota di “illeggitimità” in tutto questo, perchè veniamo a sapere che il campo non appartiene a chi lo sta lavorando, e quindi il tesoro appartiene di diritto ad altri. E a motivo di ciò, viene nascosto! Per un salariato agricolo l’acquisto del campo vuol dire svenarsi: “vende tutti i suoi averi” per acquistarlo! Ed è meravigliosa l’annotazione del sentimento che accompagna l’operazione: pieno di gioia! La vicenda del mercante è diversa. Sembra infatti che al suo mestiere egli intrecci un’appendice che va ben oltre la sua professione anche se le è intimamente connessa. Egli infatti non è solo un commerciante ma anche un “ricercatore”, un appassionato, al punto che si può pensare che la perla l’acquisterà proprio per tenersela! Dunque, il contadino non cerca e trova per caso, mentre il mercante arriva finalmente a trovare quello che ha lungamente cercato. Modi diversi di trovare, dove in ogni modo la scoperta è decisiva e determinante:dell’uno come dell’altro il nostro testo dice: ..vende tutti i suoi averi..”(vers.44 e 46).
Le due immagini, di grande ricchezza ed efficacia, sono del solo Vangelo secondo Matteo, e ci confermano dello splendore della storia dei padri ebrei, una storia determinata e tutta tesa verso il tesoro che l’attende.
SEGUE
SECONDA PARTE
L’attesa messianica e l’accoglienza del Messia avvolge e coinvolge totalmente la storia del popolo di Dio. Ne definisce addirittura la concezione del tempo. Mentre nelle culture del mondo il tempo è una ruota che ritorna incessantemente su se stessa, e quindi “non c’è mai niente di nuovo sotto il sole”, per la fede e la sapienza ebraica il tempo è attesa, preparazione, profezia, conversione…verso l’evento e l’avvento del Messia Salvatore. Per il contadino del campo e per il mercante è Gesù il tesoro e la perla che li spinge a vendere tutto per averlo.
Entrambi le immagini, sia pure per vie diverse, sottolineano il valore assoluto del tesoro, e quindi l’esigenza di acquitarlo a tutti i costi. E magari con l’ornamento prezioso di una gioia sconfinata. Si tratta di un incontro decisivo, determinante.Questo mi sembra di enorme rilievo, perchè chiarisce che la spesa totale non è chiesta a chi non ha trovato niente, ma a chi ha già trovato tutto. Il dono, proprio perchè tale, non lo si compra e non lo si merita: lo si trova! E diventa il principio di una passione che nella Passione di Gesù ha il suo apice e la sua ikona. Con quello che ho scritto adesso, mi sembra si apra un’altra, senz’altro secondaria, ipotesi di spiegazione delle due immagini. In certo senso rovesciata e in ogni modo di forte valore emblematico. E cioè , soprattutto per la figura del mercante, si può ricordare come il Figlio di Dio abbia dato tutto Se stesso per acquistare noi poveretti, che per Lui siamo il tesoro e la perla!
Quasi a contrasto con il carattere eccezionale della vicenda del contadino e del mercante, l’immagine della rete e della pesca estende globalmente l’avventura di questa ricerca-scoperta. I pesci certamente non cercano e non pescano, ma sono tutti pescati, e, anzi, con verbo positivo e affettuoso, vengono tutti condotti e raccolti nella stessa rete. E questo, come abbiamo già visto, è il compito della comunità credente verso tutta l’umanità, sino “alla fine del mondo”(ver.49). Un compito di misericordia e di accoglienza che si attuta con l’annuncio di quel Vangelo che, esprimendo e consegnando il giudizio per la salvezza donata da Gesù, invita ogni uomo e donna che “trova” il tesoro e la perla alla conversione e alla vita nuova in Lui.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Le prime due immagini (il tesoro trovato nel campo, e il mercante che trova una perla straordinaria) ci hanno ricordato come nel cantico sia sottolineata l’unicità che la sposa dichiara rispetto al suo sposo (“Il mio diletto è bianco e vermiglio, riconoscibile fra mille e mille.” Ct 5:10), come pure viceversa lo sposo dichiara della sua amata: “unica è la mia colomba la mia perfetta” (6:9). Questa è la dinamica del regno di Dio che oggi viene spiegata con queste due parabole.
Questa azione è innanzitutto l’azione fatta da Cristo, il quale è venuto e ha trovato questo tesoro e questa perla, e per questo ha dato tutto.
Ci può essere in questo unione anche con la terza parabole, quella della rete, che assomiglia alla parabola della zizzania nel campo, e anche all’inizio della parabola della seminagione, che era stata larga ed era arrivata dappertutto. E’ per questo, perché il regno di Dio è nel mondo, nella misura in cui il Cristo è venuto e ha fatto questa azione, adombrata nelle prime due parabole: è venuto con tutto l’amore di Dio per l’uomo.
L’immagine finale (come per la zizzania) è molto presente in Matteo. Si deve notare che questa azione, prima di raccolta, e poi di separazione, avviene all’interno, e quindi con i criteri del regno di Dio; non più con i criteri del mondo. Come nella parabola dell’invito a nozze, in cui i servi vengono mandati a convocare e far entrare tutti, buoni e cattivi, poi c’è il giudizio su colui che non ha l’abito nuziale. Poi il cap 25, che dice che tutti sono raccolti, e poi vengono separati i capri dalle pecore:anche qui il criterio è interno al regno. Tutte queste parabole ci dicono che siamo interni al Regno di Dio, e ormai il gioco è quello.
Il regno dei cieli simile a un tesoro nascosto nel campo, è nascosto dentro di noi. E’ il Vangelo dentro di noi: ogni giorno dobbiamo trovare in noi, e custodire, questo tesoro che ci permette poi di “estrarre” nella nostra vita cose nuove e cose antiche, alla luce della “novità” di Gesù.
Alcuni testi paralleli al nostro brano di oggi. “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.” (Mt 6:33). “Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’ amore, non ne avrebbe che dispregio.” (Cant 8:7). Il regno dei cieli èl’amore. “Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l’ ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo” (Fil 3:7-8). E’ in Gesù che si completa al massimo questa cosa: l’amore come offerta di sé; quindi l’amore che trasforma anche la morte. E il ladrone sulla croce scopre di essere amato anche lui. Il giudizio è proprio in questo criterio del Regno di Dio, e c’è questo grande accento di misericordia anche nel giudizio finale: “Sarete giudicati in base alla carità”.
Questo cercatore di perle è Dio Padre: ciascuno di noi è una perla preziosissima per la quale spende tutto, e questa spesa è il suo Figlio Gesù. Il prezzo pagato è altissimo: la vita stessa del suo Figlio. E’ la sua natura: Dio va in giro cercando la perla bellissima che è ciascuno di noi. Questa parabola è una immagine bellissima dell’amore di Dio.